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Grecia, lunedì ultima chiamata: Eurogruppo a caccia di un compromesso in extremis

Europa e Grecia cercano un compromesso in extremis nella riunione straordinaria dell’Eurogruppo di lunedì – Il presidente Juncker: “Un accordo è ancora possibile” – Varoufakis: “Compromesso possibile se da Merkel arriva un segnale” – Il rischio default resta altissimo anche se si continuerà a trattare fino a luglio – Già persi mille miliardi

“Un compromesso con la Grecia è ancora possibile” ha dichiarato il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker dopo aver chiamato nella notte il premier greco Alexis Tsipras che oggi riunisce il Consiglio dei ministri per definire le ultime offerte di Atene a Bruxelles nella speranza di un’intesa in zona Cesarini tra la Grecia e i suoi creditori.

“Siamo pronti a un compromesso se da Angela Merkel arriveranno segnali” ha detto a sua volta il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis. E il premier italiano Matteo Renzi ha ribadito: “La Grecia resti nell’euro, ma faccia la sua parte”

Tutti sperano che la riunione strordinaria dell’Eurogruppo di domani trovi un coniglio nel cappello ma la distanza tra l’Europa e la Grecia resta molto grande e il tempo per evitare il default s’è fatto breve. In teoria o Atene paga i prestiti al Fondo Monetario entro il 30 giugno o è default, anticamera dell’uscita della Grecia dall’euro con tutto quel che ne può conseguire sui mecati internazionali.

In realtà è probabile che, se non si riuscirà a raggiungre subito un accordo tra le parti, i negoziati proseguano fino verso il 20 luglio. Ma lo scenario resta drammatico e il negoziato è sempre sull’orlo del baratro. I creditori chiedono alla Grecia di dare un segnale di buona volontà avviando almeno la riforma delle pensioni. A sua volta la Grecia, che non ha le risorse per pagare, chiede ai creditori di cancellare o ridurre il suo debito.

L’assalto dei greci alle banche per ritirare i loro depositi (5 miliardi in pochissimi giorni) dà visibilità alla drammaticità del momento. Non è un caso che finora l’effetto Grecia abbia già mandato in fumo mille miliardi: 600 li ha persi la Borsa e 385 i titoli di Stato. E, in assenza di un rapido accordo, i mercati e in particolare le Borse europee dovrannno rassegnarsi a vivere altre giornate di passione.

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