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Governo Letta: dalla Camera ok alla fiducia, oggi tocca al Senato

Via libera a Montecitorio con 453 voti favorevoli, 153 contrari e 17 astenuti – Letta a M5S: “Non ho intenzione di sopravvivere e di vivacchiare a tutti i costi, ho intenzione che questa vicenda abbia un senso, che riesca a trasformare in positivo, a uscire dalle contrapposizioni della prima e della seconda Repubblica”.

Governo Letta: dalla Camera ok alla fiducia, oggi tocca al Senato

Il governo Letta ha ottenuto ieri sera la fiducia della Camera con 453 voti favorevoli, 153 contrari e 17 astenuti. Oggi l’Esecutivo incasserà il via libera anche dall’Aula del Senato.

Dopo la discussione generale a Montecitorio, e la tensione col Movimento Cinque Stelle che ha parlato di “opposizione durissima”, la maggioranza ha depositato una mozione, firmata dai capigruppo di Pd, Pdl, Scelta civica, Centro democratico, a favore della fiducia che chiede l’approvazione del programma di governo presentato dal premier. Intanto il presidente del Consiglio, durante la sua replica finale, è tornato a chiedere uno “scongelamento” a chi non partecipa alla maggioranza di governo. Letta si è detto “colpito e un po’ dispiaciuto che non sia stato ripreso l’invito alla partecipazione alla convenzione per le riforme di forze che non fanno parte di questo governo”.

“Confermo quello ‘scongelatevi’ che ho detto l’altro giorno – ha proseguito -. Se non c’è la capacità di fare riforme costituzionali che siano consegnate nell’arco di un tempo certo. Se c’è una cosa che ho imparato è stato quanto siano state sbagliate le riforme fatte a maggioranza semplice, errore profondissimo. Sono state fatte a maggioranza semplice da una parte e dall’altra, nessuna con esito positivo. Non è un caso che oggi siamo qui a imporre a ognuno di noi un obbligo di riforma largamente condivisa per il quale serve l’impegno di tutti, per il quale serve una predisposizione”.

“Non ho intenzione di sopravvivere e di vivacchiare a tutti i costi – ha detto ancora Letta – ho intenzione che questa vicenda abbia un senso, che riesca a trasformare in positivo, a uscire dalle contrapposizioni della prima e della seconda Repubblica”. E ancora: “Se siamo tutti insieme al servizio del Paese e delle istituzioni è perché crediamo che la seconda Repubblica sia finita, e che non vada allungata l’agonia. Per questo serve un cambio della Costituzione”.

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