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Geoterremoti, da domenica se ne parla a Pisa

In programma da domenica 3 settembre il convegno organizzato dall’Università di Pisa: “Geoscienze: uno strumento in un mondo in trasformazione”. 30 sessioni di lavoro e 600 studi annunciati, ecco le linee guida per affrontare il futuro

Amatrice, Norcia, forse Ischia: i terremoti che hanno flagellato l’Italia saranno tra gli argomenti di “Geoscienze: uno strumento in un mondo in trasformazione”, il convegno organizzato dall’Università di Pisa . Si svolge da domenica 3 settembre a mercoledi 6. E’ appuntamento principale degli scienziati italiani realizzato insieme alle principali società scientifiche. Non ve ne saranno altri quest’anno,per cui l’attesa nel mondo scientifico,della vulcanologia e dell’ambientalismo è molto alta.

A Pisa ci saranno ricercatori e studiosi anche stranieri che dalle tragedie traggono occasione per approfondimenti  e – sempre più spesso – lanciare moniti a chi deve prevenire.Riuniamo le più importanti società scientifiche presenti in Italia, dice il professore Michele Marroni dell’Ateneo pisano, che presiederà il convegno . Gli studi presentati potranno certamente essere utilizzati dalle strutture  dello Stato. Tra i relatori, infatti, anche  Carlo Doglioni, presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e Massimo Cocco, ricercatore dell’INGV.

Saranno proprio loro due a parlare dei terremoti di Amatrice e Norcia. A carattere più generale i promotori sperano che i protagonisti della comunità scientifica italiana condivideranno i risultati delle ricerche degli ultimi anni. Il futuro di  Geoscienze è , però, legato anche alla collaborazione con il mondo imprenditoriale, della scuola e della Pubblica Amministrazione. Per questo sarà lanciata la proposta di una rete  di collaborazione. Il tempo dirà chi e come ne farà parte. I terremoti e le calamità non tralasciano  nessun settore della vita civile e delle comunità , per cui l’interesse dovrebbe essere ampio.

L’impegno dello Stato in questi anni se non è stato sempre all’altezza della migliore prevenzione, non può dirsi fallimentare. L’idea stessa del progetto governativo “Italiasicura” è nato dalla necessità di aumentare la sorveglianza e la manutenzione del territorio. Come sempre ( Ischia dieci giorni fa  ce lo ha ricordato)  si tratta di spendere bene i soldi pubblici, controllare e intervenire prima. A Pisa 30 sessioni di lavoro e circa 600 studi annunciati, sono comunque un eccellente chiave di accesso allo sviluppo interdisciplinare per gestire l’esistente ed affrontare il futuro. Quello che per  il professore Marroni equivale al  prossimo decennio.

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