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Generali, cda: tre ipotesi anti-scalata

Il cda di Generali, ufficialmente convocato per l’ordinaria amministrazione, primo test sulle mosse anti-scalata – Il Leone di Trieste sta ragionando alternativamente su un’ipotesi di fusione con Banca Mediolanum, sull’acquisto dell’inglesa Royal Sun Alliance e su un buy back fino a 3 miliardi

Generali, cda: tre ipotesi anti-scalata

Gli occhi di Piazza Affari sono puntati su Generali nel giorno del Cda. In teoria, i consiglieri, già riuniti dal primo pomeriggio, dovrebbero occuparsi solo di ordinaria amministrazione, lasciando il tema caldo, vale a dire le avances di Intesa Sanpaolo e le strategie di difesa contro le eventuali azioni ostili, ad un altro momento.

In realtà però continuano le indiscrezioni relative alle ipotesi che il colosso assicurativo starebbe vagliando allo scopo di scongiurare qualsiasi tentativo di scalata. E in Borsa il titolo paga l’incertezza, perdendo l’1,5%.

Sarebbero tre, una diversa dall’altra, le strade che i vertici del Leone starebbero attualmente analizzando, valutando pro e contro di ogni singola opzione. Lo scopo però è sempre lo stesso: complicare il più possibile la vita di Intesa Sanpaolo rendendo più difficili, se non impossibili, eventuali scalate.

La prima ipotesi riguarda un’eventuale fusione tra Generali e Banca Mediolanum, che farebbe aumentare  la massa critica facendo lievitare parecchio i costi e diminuire le possibilità di farcela della banca guidata da Carlo Messina.

Seconda ipotesi prevede una possibile scalata da parte di Generali dell’inglese Rsa (Royal Sun Alliance), una public company quotata alla Borsa di Londra. L’operazione potrebbe costare fino a 8 miliardi di euro, una cifra che il Leone potrebbe permettersi, ma che però andrebbe contro alle direttive seguite fino ad oggi da Donnet, in base alle quali Generali avrebbe dovuto concentrare la propria attività su determinate aree di interesse strategico, mettendo da parte la propria presenza in quelle minori.

L’ultima ipotesi al vaglio, la più semplice da attuare ma forse non la più efficace, riguarda la possibilità di effettuare un buy back fino a 3 miliardi di euro.

Nulla di nuovo invece dal fronte di Intesa Sanpaolo. Il presidente dell’istituto, Gian Maria Gros-Pietro, lasciando la sede dell’Abi al termine della riunione del comitato esecutivo dell’associazione, ha confermato che per la banca non esiste alcuna deadline entro la quale decidere cosa fare. Ai giornalisti che gli facevano notare che comunque il mercato non potrà essere lasciato a lungo nell’incertezza, Gros-Pietro ha risposto che “non c’è un’incertezza perché non c’è nessuna operazione”. Per ora.

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