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Gas liquefatto: stabile l’import dalla Russia, cresce dagli Usa. La guerra non ferma il Gnl verso Francia, Spagna, Belgio

L’industria europea ha bisogno di gas: chiusi i rubinetti dei gasdotti, sale la quota del Gnl. I dati del 2023 sono stabili rispetto al 2022

Gas liquefatto: stabile l’import dalla Russia, cresce dagli Usa. La guerra non ferma il Gnl verso Francia, Spagna, Belgio

Il gas russo continua a far girare l’economia europea. Le sanzioni per l’aggressione all’Ucraina hanno avuto i effetti larghi ma l’industria ha così bisogno di gas che anche mentre si combatte, la Russia ha rifornito i paesi dell’Ue.

Il gas liquefatto arrivato nel 2023, sebbene sia escluso dalle sanzioni, è stato lo stesso del 2022, monitorato e richiesto dalle industrie.

Evidentemente gli effetti dell’aggressione hanno fatto temere conseguenze ancora maggiori sul PIL e sulle produzioni.

Francia, Spagna e Belgio hanno addirittura aumentato l’interesse per le importazioni di gas via mare. Un modo concreto per dire che l’industria ha le sue esigenze.

La Francia ha assorbito il 40% in più, Spagna e Belgio il 50%. I dati sono stati diffusi dallo Ieefa (Istituto internazionale per l’analisi economica e finanziaria) che ha controllato le importazioni autorizzate da Mosca.

Il contesto resta complicato ma chi credeva che l’abbandono del gas dai giacimenti russi, mediante gasdotti, accelerasse il passaggio alle rinnovabili, deve ricredersi.

L’ Europa d’altra parte nel 2023 ha iniziato a prendere anche le prime quote dei 30 miliardi di mc dagli Usa in base all’accordo sottoscritto nel 2022 da Joe Biden e Ursula von der Leyen. Fonti fossili in salita, in poche parole.

Queste notizie non fanno piacere agli ambientalisti ed ai Verdi che prima dell’estate ragionavano su possibili azioni legali contro le società russe che vendevano gas ai paesi Europei.

Ma tant’è, le industrie continuano a consumare gas e non hanno nessuna possibilità a medio termine di farne a meno.

La grande industria protagonista

Circa il 27% del Gnl importato dalla Spagna è arrivato dalla Russia, il Belgio ne ha preso il 37%, la Francia il 15%. Nei fatti l’Ue ha dovuto gestire una situazione transitoria complessa. Se da un lato si è impegnata ridurre la dipendenza dalla Russia dall’altro ha dovuto rispettare la richiesta della grande industria, soprattutto. Abolire totalmente le forniture di Mosca si è rivelato praticamente impossibile.

Anche i nuovi obiettivi di transizione energetica al 2030 ne risentono, per cui bisogna aspettare almeno metà 2024 per capire di quanto scenderà la richiesta di gas russo via mare. Fermo restando che ci sarà sempre quello Usa con effetti sul clima non esaltanti. Transizione bellica.

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