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Fusione Banco Popolare-Bpm: nasce la terza banca italiana

Via libera alla fusione: nasce il terzo gruppo bancario italiano, leader nelle aree più ricche del Paese – Avrà 2.500 sportelli, 25 mila dipendenti e 4 milioni di clienti – Gli azionisti del Banco, che farà un aumento di capitale da 1 mld, avranno il 54%, quelli di Bpm il 46% – Fratta Pasini presidente, Castagna ad, Saviotti presidente del comitato esecutivo

Fusione Banco Popolare-Bpm: nasce la terza banca italiana

Fumata bianca per il Banco Popolare e la Banca popolare di Milano (Bpm) che, dando vita alla fusione, creano il terzo più grande gruppo bancario italiano, leader nelle aree più ricche del Paese con una quota di mercato dell’8%, una capitalizzazione di Borsa di 5,5 miliardi di euro, un totale attivo di 171 miliardi, 4 milioni di clienti, 2.500 filiali e 25 mila dipendenti.

E’ la prima fusione dopo la riforma delle banche popolari voluta dal governo Renzi ed è anche la prima all’esame della Vigilanza unica europea della Bce, che ieri ha dato la sua preliminare approvazione dopo la decisione del Banco Popolare di lanciare un aumento di capitale da un miliardo di euro per rafforzare la patrimonializzazione della nuova banca. 

Del nuovo gruppo, che sarà il primo in Lombardia con una quota di mercato superiore al 15%, il terzo nel Veneto (oltre il 9% del mercato) e il terzo in Piemonte (oltre il 12%), i soci del Banco Popolare, in conseguenza dell’aumento di capitale da effettuarsi prima delle assemblee che delibereranno la fusione, avranno il 54% e quelli della Bpm il 46%.

Il presidente della nascente terza banca italiana sarà Carlo Fratta Pasini (Banco Popolare), l’ad sarà Giuseppe Castagna (Bpm) e il presidente del comitato esecutivo sarà Pier Francesco Saviotti (Banco Popolare). I quartier generali saranno due, uno a Verona (sede amministrativa) e uno a Milano (sede legale). La banca assumerà una nuova denominazione che risulterà dalla combinazione delle attuali o sarà del tutto nuova.

Si calcola che la fusione produca sinergie ante imposte di 365 milioni di euro entro il 2018. Il livello di patrimonializzazione sarà del 13,6% (13,7% dopo l’aumento di capitale).

Entro il primo novembre si terranno le assemblee straordinarie che saranno chiamate ad approvare la fusione che potrà diventare operante entro il dicembre del 2016. Dalla fusione ne uscirà un gruppo bancario rafforzato, fortemente radicato nei territori più ricchi del Paese e in grado di giocare un ruolo da grande protagonista sulla scena bancaria italiana.

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