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Fitto, il taglio dei fondi del Pnrr per il dissesto idrogeologico grida vendetta

Proprio nel giorno in cui il Presidente Mattarella lancia l’allarme sui ritardi nella lotta contro i disastri climatici, il ministro Fitto taglia interventi del Pnrr per contrastare il dissesto idrogeologico ignorando del tutto il senso dell’urgenza e l’obbligo della priorità

Fitto, il taglio dei fondi del Pnrr per il dissesto idrogeologico grida vendetta

Rimodulare i fondi del Pnrr per non perderli è giusto, ma c’è modo e modo di rivisitarli e tagliare oggi i fondi per contrastare il dissesto idrogeologico dopo i disastri climatici dei giorni scorsi e dopo gli avvertimenti del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, grida vendetta. In Parlamento le opposizioni chiameranno il ministro degli Affari europei, Raffaele Fitto, a renderne conto, ma i fatti parlano da soli e danno l’impressione che nel Governo la mano destra non sappia quel che fa la mano sinistra. Proprio ieri il Presidente Mattarella aveva lanciato un severo monito ricordando in primo luogo al Governo che sulle risposte da dare agli sconvolgenti cambiamenti climatici “siamo in ritardo” e che sul Pnrr l’Italia si gioca la sua credibilità. E la stessa premier Giorgia Meloni, prima dell’incontro con il Presidente americano Joe Biden alla Casa Bianca, aveva sostenuto che, di fronte ai dissesti climatici, dagli incendi alle alluvioni, “l’obiettivo di medio termine che il Governo si è dato è quello di superare la logica degli interventi frammentati varando un grande piano di prevenzione idrogeologica”. Giusto, ma quando Mattarella e Meloni parlavano, il ministro Fitto non c’era o, se c’era, non sentiva e non capiva. Non si spiegherebbe altrimenti perchè proprio ieri il ministro ha cancellato dal Pnrr interventi per 16 miliardi di euro principalmente dedicati all’ambiente e in particolare quelli contro il dissesto idrogeologico e le alluvioni. Fitto si è giustificato dicendo che “erano vecchi investimenti che abbiamo ereditato e che non vanno, non possiamo più tenerli nel Pnrr” e verranno salvati con i fondi di coesione. Nella battaglia per la difesa dell’ambiente tutto serve tranne che la demagogia e può anche darsi che tecnicamente le argomentazioni di Fitto abbiano qualche fondamento, ma questo non basta ad evitare la sacrosanta indignazione della società civile e non solo delle popolazioni colpite da incendi e alluvioni. Non basta perchè il disegno di Fitto ha un sapore tristemente notarile e manca del tutto il senso dell’urgenza e l’obbligo della priorità che la lotta contro il dissesto idrogeologico deve assumere. Non è così che si salva il territorio. Fitto subito giù dalla torre.

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