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Fiat e Btp suonano la carica ma la Cina spegne il rialzo dei mercati

L’exploit della Fiat con Chrysler e la discesa dello spread Btp-Bund fanno bene al mercato ma la frenata della Cina spegne gli entusiasmi e pesa sul petrolio e… sul cognac mentre l’oro rimbalza – Prese di beneficio in Europa e negli Usa che attendono il nuovo discorso di Bernanke – Insieme al boom della Fiat (+16%) la Borsa plaude al rush di Fonsai e Yoox

Fiat e Btp suonano la carica ma la Cina spegne il rialzo dei mercati

FIAT E BTP , DOPPIA CARICA PER IL TORO MA LA FRENATA CINESE SPEGNE IL RIALZO

Due lampi italiani hanno inaugurato il 2014 finanziario. Brilla la stella di Fiat +16,4% in un cielo borsistico pieno di nuvole. Il titolo ha dominato la scena dopo l’ accordo con Veba per rilevare il 41,4616% in mano al fondo pensioni del sindacato americano Uaw in un’operazione da 4,35 miliardi di dollari. Entro l’anno, ipotizza il Financial Times, Fiat-Chrysler chiederà l’ammissione al Nyse, seguendo la stessa formula sperimentata con Cnh Industrial: quotazione a Wall Street (piazza secondaria Milano), sede legale Amsterdam, domicilio fiscale Londra. Il collocamento a Wall Street sarà preceduto dall’emissione di un convertibile da 1-1,5 miliardi di dollari, secondo le indiscrezioni.

L’altra nota positiva arriva dal mercato obbligazionario: ieri si è registrata la discesa dello spread Btp/Bund a 204 punti base, sui minimi dal luglio 2011. Il rendimento del Btp 10 anni è scivolato sotto il 4% per la prima volta dal maggio scorso.

SHANGHAI PESA SU PETROLIO …E COGNAC. RIMBALZA L’ORO

Sul fronte internazionale tengono banco i segnali di frenata dell’economia cinese. Dopo i dati deludenti del manufacturing di ieri, stamane sono arrivi nuove note inquietanti di calo dell’attività sul fronte dei servizi. E così Hong Kong perde l’1,2%, ma il calo del listino delle azioni cinesi è addirittura del 2,4%. Sotto dell’1% anche Shanghai. Tra le conseguenze della frenata cinese c’è il ribasso del 2% del prezzo del petrolio tipo Wti a 96,5 dollari e del Brent a 108,8 dollar e il rimbalzo dell’oro +0,6%, reduce dalla sua annata peggiore. Meno importante ma comunque significativa la cacciata del chief executive di Remy Cointreau, vittima del calo delle vendite di cognac in Cina.

WALL STREET DEPRESSA, ASPETTANDO BERNANKE

Depresso l’avvio dell’anno a Wall Street, in attesa del discorso, uno degli ultimi nelle vesti di presidente della Fed. Il Dow Jones cede lo 0,82%, l’S&P 500 lo 0,89% e il Nasdaq lo 0,80%. Tra i singoli titoli Apple guida i ribassi tra i tecnologici con un calo dell’1,3% dopo la bocciatura a ‘market perform’ da ‘outperform’ di Wells Fargo. Il titolo della società di Cupertino trascina al ribasso sia l’S&P 500 che il Nasdaq, mentre l’indice S&P technology perde l’1%. In Europa Londra ha perso mezzo punto, flessioni intorno all’1,5% per Parigi, Francoforte e Madrid. L’indice Stoxx 600, in calo dell’1,4%, aveva aperto in rialzo arrivando a toccare in mattinata un nuovo record degli ultimi cinque anni.

MILANO LIMITA I DANNI. CONTINUA IL RUSH DI FONSAI E YOOX

Grazie al Lingotto la Borsa di Milano ha limitato i danni: indice Ftse Mib -0,15% Tra gli assicurativi ancora una volta la regina è stata Fondiaria Sai+3,5%. E’ stato stipulato il 31 dicembre l’atto di fusione per incorporazione di Unipol, Milano Assicurazioni e Premafin in Fondiaria Sai che assumerà la denominazione sociale di “UnipolSai Assicurazioni”. La fusione sarà efficace dal 6 gennaio. Generali -1,05%. Nel segmento delle banche, Intesa -0,6%, Unicredit +0,1%,Banca Popolare di Milano -0,8%, Ubi Banca-1,9%. Nel settore del lusso volano su livelli record Yoox +3% e Moncler +2%. Safilo +4%. Tod’s -1,5%. Geox +2,8%. Atlantia sale dell’1,2% dopo il via libera da parte dei due ministeri competenti all’aumento dei pedaggi autostradali.

INIZIO AGITATO PER UTILITIES ED ENERGIA. MALE TELECOM

Pioggia di vendite sul settore utility. Enel ha chiuso in ribasso dell’1,2%, ma è andata peggio a Iren -1,35% e a A2A -1,7%. La discesa generale è stata in linea con l’andamento dell’indice Stoxx delle utility su cui ha pesato il ribasso della tedesca Rwe. Secondo Handelsblatt la società si accinge a proporre ai soci un aumento del capitale nell’ordine del 10% sui valori attuali. Esordio d’anno complicato anche per Eni -1% in scia sia alla caduta delle quotazioni del greggio che a nuovi problemi in Kazakhstan. Il giacimento petrolifero Kashagan, la cui produzione è sospesa a causa di perdite nei tubi, è alle prese con un “incubo” burocratico che potrebbe mettere in difficoltà gli ingegneri che tentano di far ripartire la produzione commerciale nel 2014. Tra i peggiori del Ftse Mib si è posizionata Telecom Italia con un calo dell’1,73% a 0,7085 euro. Credit Suisse ha riavviato la copertura dell’azione con rating neutral e target price di 0,7 euro per azione ritenendo comunque che la pressione sul business “wireline” sia ancora crescente.

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