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Festival dell’Economia a Trento, al via la sesta edizione

La città sarà in fermento per quattro giorni. Economisti di fama mondiale dibatteranno sui “confini della libertà economica”, tema che non poteva essere più attuale in un momento in cui siamo tutti chiamati a prendere una decisione in merito alla relazione tra il pubblico e il privato.

Festival dell’Economia a Trento, al via la sesta edizione

E’ iniziato a Trento l’appuntamento annuale con il Festival dell’Economia. Nei prossimi giorni grandi star dell’economia nazionale e internazionale coinvolgeranno il grande pubblico nello sforzo di rendere attraente la scienza ai più nota come “triste”. Durante il discorso di inaugurazione, tenutosi presso il Castello del Buonconsiglio, il responsabile scientifico del Festival, Tito Boeri, ha spiegato come tracciare i confini della libertà economica significhi “disegnare lo spazio entro cui devono muoversi il settore pubblico e quello privato”. Il tema è ampiamente attuale se si pensa alla Grecia, che sta rivedendo il piano di privatizzazioni per alleviare il debito pubblico; ai nuovi sindaci eletti in diversi comuni italiani che devono decidere come gestire le loro spese e quali siano i settori prioritari; al ruolo della Banca centrale europea, che comincerà una nuova fase con l’arrivo al vertice di Mario Draghi; al dibattito sulla privatizzazione della gestione dell’acqua.

Ma la libertà economica, ricorda Boeri citando Amartya Sen, deve essere effettiva e devono esserci delle condizioni che la rendano tale: la legalità, la presenza di norme sociali, la possibilità di poter scegliere quando si vuole. Secondo il presidente dell’Università di Trento, Innocenzo Cipolletta, “è necessario integrare l’analisi economica con le altre discipline”. Le istituzioni dell’istruzione e della ricerca giocano un ruolo fondamentale in questo campo e devono promuovere la multidisciplinarietà. Per questo gli economisti si confronteranno con altri punti di vista e altre materie: dalla politica alla sociologia, dall’ecologia alle scienze naturali. Corrado Passera, ceo di Intesa SanPaolo, sponsor storico del festival, ha detto che termini come “limiti”, “barriere”, “delimitazioni” sono spesso utilizzati in maniera equivoca. E’ giusto in questo caso parlare di “confine” perché esso indica una linea di demarcazione aperta, riconosce che esiste una realtà alternativa dall’altra parte e che va rispettata. Durante il Festival si discuterà dunque dei rapporti tra il pubblico e il privato, tra il profit e il non-profit (che è un settore di dimensioni rilevanti per il nostro Paese), tra imprese e università, tra consumatore e produttore.

I confini nella pratica sono le leggi che regolano queste dicotomie. Le norme non devono essere limiti, devono facilitare la collaborazione, il dialogo. “Oramai sappiamo che l’economia ha bisogno di regole, – ha aggiunto Passera – non ci si può più nascondere dietro l’idea che facendo quello che vogliamo otteniamo il bene di tutti.” Tuttavia attraversiamo una fase di produzione di regole sterminata che va analizzata con cura e che potrebbe avere l’effetto contrario a quello desiderato. Insomma quest’anno gli studiosi di paesi, orientamenti e scuole di pensiero differenti cercheranno il dialogo per valutare la giusta dose di leggi in grado di portare a una crescita economicamente, finanziariamente e socialmente sostenibile. (c.c.)

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