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Exor, Elkann: “Alfa Romeo in rampa di lancio”

All’assemblea di Exor in corso al Museo dell’Alfa Romeo di Arese, il presidente John Elkann sottolinea che per la finanziaria il 2015 è stato “un anno fondamentale” – Il gruppo punta sul Biscione: “Per anni Alfa ha aspettato l’occasione giusta per rilanciarsi sui mercati del mondo. L’occasione è arrivata” – Esclusi problemi di rifinanziamento dopo l’operazione PartnerRe – Obiettivo debito a 3 mld nel 2017 – “Marchionne ad di Fca fino al 2019”

Exor, Elkann: “Alfa Romeo in rampa di lancio”

“Per anni il marchio dell’Alfa ha aspettato l’occasione giusta per rilanciarsi sui mercati del mondo. L’occasione è arrivata”. Così John Elkann, presidente di Exor, la finanziaria della famiglia Agnelli che detiene il 29,16% di Fca, ha parlato all’assemblea degli azionisti di Exor in corso ad Arese. “Oggi Fiat Chrysler Automobiles – ha detto Elkann – sta mettendo in atto una strategia mirata per riportare il marchio del Biscione in alto, grazie a una gamma di automobili straordinarie e innovative, ad una rete di distribuzione adeguata a e sopratutto a un sistema di produzione che valorizza le capacità, il sapere e il talento che esistono in Italia, quella che non teme confronti con nessuno e sa farsi rispettare e ammirare ovunque nel mondo. Siamo orgogliosi di sostenere Fca in questo bellissimo progetto e intendiamo continuare a svolgere questo ruolo per ciascuna delle nostre società”. All’assemblea partecipa il 78,8% del capitale di Exor: il capitale è detenuto per il 51,87% dalla Giovanni Agnelli e C, per il 6,46% da Harris Associates LP e per il 4,83% sono azioni proprie in mano a Exor.

“Non è certo un caso se abbiamo scelto di tenere qui”, al Museo dell’Alfa Romeo di Arese, l’assemblea di Exor, ha proseguito Elkann, che ha rilevato: “il Museo dell’Alfa Romeo è stato riaperto quasi un anno fa in occasione della presentazione mondiale della nuova Giulia. E’ un luogo ricco di fascino che racconta la storia di un marchio unico al mondo e lo fa attraverso una collezione di modelli che non ha pari al mondo”. Elkann ha indicato che “svolgiamo il nostro mestiere da più di un secolo e questo vogliamo continuare a fare: capire a fondo i settori di attività con le loro specificità, individuare il potenziale racchiuso nelle nostre società e contribuire a svilupparlo nell’interesse degli azionisti e di tutti gli stakeholders, guardando con fiducia alle prospettive che si aprono ogni giorno davanti a noi perché l’innovazione porta sempre nuove opportunità”. 

Il presidente della finanziaria della famiglia Agnelli ha anche tracciato un bilancio del 2015 di Exor: “Il 2015 è stato un anno fondamentale per Exor. Abbiamo rafforzato la società e posto le basi per un futuro che porterà nei prossimi anni Exor a essere più globale, più solida e redditizia. L’evento più rilevante dell’anno è stato l’investimento in PartnerRe, una delle più importanti società di riassicurazione del mondo, ma non è stato l’unico”.

Elkann ha anche detto che Marchionne non lascerà Fca prima del 2019: “Quando abbiamo parlato di 2018, di fatto vuol dire 2019 perché i risultati 2018 saranno approvati all’assemblea che si terrà nel 2019”. Poi ha aggiunto: “Io non farò parte dei candidati al posto di Marchionne. La selezione avverrà all’interno”. 

“Non abbiamo nessun problema di rifinanziamento – ha ancora detto Elkann -. Per Partner Re (costata ad Exor 6,1 miliardi di dollari) abbiamo usato le nostre risorse liquide, ma abbiamo anche attinto al debito, pari oggi a 3,7 miliardi di euro. Il nostro obiettivo è un debito sostenibile e pari nel 2017 a 3 miliardi”. Tra gli obiettivi di Exor, Elkann ha indicato il target di un Nav (Net asset value) per azione superiore all’indice Msci World in dollari. Al 2 maggio il Nav di Exor è pari a oltre 12,89 miliardi di dollari (da 13,35 miliardi a fine dicembre 2015). Tra gli altri obiettivi, ha detto Elkann, figurano “mantenere una struttura finanziaria prudente, un rating S&P Investment Grade e una generazione di free cash flow per coprire le distribuzioni di dividendi agli azionisti”.

Sulla partecipazione, del 43%, nel giornale britannico The Economist, Elkann ha detto: “Non sempre nei settori difficili tutti vanno male. Quelli che hanno unicità possono in realtà andare bene e poichè il mondo vorrà sempre essere informato e il numero di quelli che parlano inglese è in aumento, L’Economist ha buone prospettive. Dieci anni fa l’Economist perdeva 6 milioni di sterline, oggi è in attivo di quasi 30 milioni. La pubblicità pesava per il 50% dei ricavi, oggi per meno di un quarto. I follower sui social media sono aumentati del 31% nel 2015, in questo momento ci sono 36 milioni di persone collegati in tutto il mondo”. Elkann ha anche sottolineato il successo dei prodotti audio e video del gruppo dei media britannico.

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