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Energia: eolico italiano cresce. Tre impianti offshore in Sicilia e Puglia

Il governo deve pronunciarsi su 70 progetti di parchi eolici a mare nelle Regioni del Sud. Venticinque società specializzate pronte ad investire 25 miliardi di euro nei prossimi anni

Energia: eolico italiano cresce. Tre impianti offshore in Sicilia e Puglia

Sicilia e Puglia, per adesso: il ministero dell’Ambiente ha approvato 3 progetti di eolico offshore su 70 presentati. Il via libera riguarda nuove installazioni al largo di Marsala in Sicilia e nell’Adriatico al largo tra Brindisi e Lecce ed ancora nello specchio di mare davanti a Manfredonia.

La notizia dello sblocco dei nuovi parchi offshore arriva da Aero, l’associazione che riunisce un trentina di società impegnate a far crescere l’energia dal vento con impianti a basso impatto ambientale.

Eolico, budget di 25 miliardi

Il budget complessivo è di oltre 25 miliardi di euro per i 70 progetti che andrebbero approvati al più presto. Le prossime installazioni riguardano ancora Sicilia e Puglia e poi Calabria e Sardegna.Quattro Regioni favorite da venti marittimi utilizzabili per ridurre il peso delle fonti fossili. Per la Sicilia sembra superata la polemica sollevata l’anno scorso dal presidente Renato Schifani circa le autorizzazioni.

Eolico, i progetti in Italia

Il progetto al largo di Marsala fa capo alla GreenIt, la joint venture fra Plenitude, Cdp Equity e dal fondo Ci Iv di Copenhagen Infrastructure Partners. Quando entrerà in funzione svilupperà 250 Mw di energia elettrica prodotta da 21 turbine. Ancora più grande è la potenza che svilupperanno i due parchi in Puglia. Le società Galileo e Hope genereranno 525 Mw con 35 pale fra Brindisi e Lecce. Al largo di Manfredonia sarà, invece, la Seaenergy ad installare 68 turbine da 15 Mw ciascuna per un totale di 1.020 Mw.

L’energia eolica a mare sfrutta la forza cinetica del vento marino e per le coste italiane sono un ottimo habitat per i parchi. Vengono posizionati lontani per massimizzare la produzione.

Rispetto ai mari del Nord Europa, dove i parchi sono decine, l’Associazione fa notare che i parchi italiani non possono avere ancoraggi diretti sui fondali perché il Mediterraneo ha profondità molto elevate. Le pale dei nuovi progetti, allora, poggeranno  su piattaforme galleggianti a loro volta ancorate sui fondali. 

Più energia pulita e meno CO2

Cosa dobbiamo attenderci? Soluzioni politiche e industriali. Quasi 9 Gigawatt entro il 2030, un risparmio di quasi 13mila tonnellate di CO2 e di 2,2 milioni di tonnellate di petrolio.

A dicembre i rappresentanti delle società, in audizione alla Camera, hanno chiesto la creazione di un polo nazionale per la progettazione, la produzione e l’assemblaggio di piattaforme galleggianti. “Ci troviamo di fronte a una grande sfida innovativa, tecnica e logistica», ha detto Fulvio Mamone Capria , presidente di Aero. Altro punto in discussione lo sviluppo della cantieristica navale funzionale ad aumentare l’energia pulita prodotta nel Mediterraneo.

Al ministro dell’Ambiente le sollecitazioni ad approvare gli altri progetti in stand by. Mare e vento sono pronti.

 

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