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Enel 2023: le sfide del gruppo e le strategie per centrarle, dopo il giro di boa dei conti 2022

Dopo l’approvazione dei conti preliminari 2022, quali sono le prossime sfide di Enel per il 2023? Ecco i quattro pilastri su cui sta lavorando il vertice del gruppo

Enel 2023: le sfide del gruppo e le strategie per centrarle, dopo il giro di boa dei conti 2022

Al giro di boa dei dati preliminari del bilancio Enel 2022, il gruppo elettrico ha convinto gli investitori: aumento sostanzioso dei ricavi e soprattutto dell’Ebitda organico oltre i target (+19,9% a 19,7 miliardi) sono stati giudicati un biglietto da visita rassicurante sul pieno stato di salute del gruppo, sulla capacità di distribuire i dividendi promessi e di portare avanti gli obiettivi nel 2023.  Venerdì le azioni Enel sono salite in controtendenza sul mercato (+ 1,33% a 5,4 euro), accompagnando una risalita iniziata con la presentazione del Piano strategico 2023-25 in ottobre. I riflettori ora si accendono sugli ulteriori passi da compiere e le nuove sfide da affrontare per realizzare proprio quelle linee strategiche che hanno ottenuto una buona accoglienza sui mercati poiché gli analisti hanno giudicato praticabile l’ambizioso traguardo di riduzione del debito con 21 miliardi di cessioni programmate. Buona parte sono da realizzare quest’anno e la credibilità del piano si è vista proprio con i dati preliminari del bilancio Enel 2022, comunicati venerdì al mercato. La discesa del debito è già iniziata – 10 miliardi in meno rispetto all’indebitamento finanziario netto di settembre – e andrà portata avanti nei prossimi mesi per passare dai  60,1 miliardi di dicembre (inferiori alle stime) ai 51-52 miliardi annunciati nel piano. Vediamo dunque quali sono le prossime tappe che il Ceo Francesco Starace sta portando avanti.

Le sfide Enel 2023: Gigafactory 3Sun e sviluppo rinnovabili

Pochi giorni fa Enel ha aperto le porte dei cantieri, avviati lo scorso anno, per l’ampliamento della Gigafactory 3Sun a Catania. Un investimento di 600 milioni per portare la fabbrica di pannelli fotovoltaici e accumuli dalla produzione attuale di 200 MW a 3.000 Megawatt nel 2024. Si tratta di pannelli solari più efficienti di quelli attualmente disponibili e di un progetto che farà della fabbrica siciliana la più importante d’Europa. Un modello che Francesco Starace intende esportare negli Usa dove gli incentivi del piano Biden attirano gli investimenti europei.

Un impianto di queste dimensioni servirà a sostenere l’espansione delle rinnovabili in Italia (e non solo in Italia). L’Enel è attualmente il primo operatore privato al mondo di energia da fonti rinnovabili e nel 2022, attraverso Enel Green Power (EGP), ha confermato questo primato con un record di nuovi impianti installati: 5.223 MW di nuova capacità rinnovabile, comprensivi di 387 MW di sistemi di accumulo (BESS, Battery Energy Storage Systems), in aumento rispetto al risultato dell’anno precedente. I piani del vertice prevedono di proseguire il percorso con 21 GigaWatt aggiuntivi di capacità rinnovabile al 2025. In particolare il 2023 si prospetta come un anno di potenziale crescita per le rinnovabili in Italia anche grazie alle migliori prospettive sul fronte autorizzativo. Nei primi sei mesi dell’anno, Enel Green Power avvierà cantieri per impianti rinnovabili per una potenza complessiva di oltre 330 MW. È prevista inoltre una forte accelerazione nella realizzazione di sistemi di accumulo per una potenza totale di 1562 MW.

Forte accelerata sulle reti intelligenti

Più rinnovabili, più auto elettriche, più automazione e telecontrollo sulle infrastrutture, più Open Meter ovvero più contatori elettronici di nuova generazione, più fibra ottica. Tutto questo significa elettrificazione e per Enel si traduce in un’accelerazione notevole dei forti investimenti – 15 miliardi in tre anni, l’80% in Europa – sulle reti che sono il backstage dell’elettrificazione dei consumi. È un aspetto meno appariscente ma certamente non meno importante della transizione energetica in atto e di cui la corazzata elettrica nazionale è stata forse la prima a cogliere opportunità e sfide.

Attualmente Enel è impegnata in numerosi progetti affidati a E-Distribuzione. E-Grid è uno dei più importanti: 10 miliardi per potenziare, digitalizzare, aumentare la capacità di resilienza della rete di distribuzione. Il 76% delle risorse (2 miliardi su 2,7 complessivi) è concentrato nel Centro Sud e nelle isole per ridurre i divari esistenti tra le varie aree del Paese. La distribuzione degli Open Meter è prevista concludersi entro il 2024: i nuovi contatori digitali consentono il monitoraggio dei parametri elettrici da remoto oltre alla fornitura di servizi di gestione dei consumi energetici e di automazione domestica. Ancora: un’altra sfida è quella della SHA (Self Healing Automation): la rete intelligente “guarisce da sé”, in pochi secondi. È una tecnica di esercizio in automazione già attiva in diverse parti d’Italia tra cui la Campania. È in corso di attivazione in tutta Italia. 

Il Pnrr: una pioggia di miliardi, anche per Enel e non solo in Italia

Per reagire allo choc della pandemia l’Europa ha lanciato il Next Generation Eu, un piano da 750 miliardi che l’Italia ha recepito con il Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Altrettanto hanno fatto gli altri Paesi membri dell’Unione. Nei giorni scorsi la cabina di regia del Pnrr ha chiamato a raccolta i gruppi energetici partecipati dallo Stato – Eni, Enel, Snam – per fare il punto sigli interventi. Chiaro dunque che il Pnrr sia uno dei pilastri su cui Enel punta per la realizzazione dei suoi obiettivi. Cosa significa in concreto? Secondo alcuni calcoli interni al gruppo, il portafoglio di iniziative potenzialmente realizzabili da Enel grazie all’aiuto dei fondi comunitari raggiunge un ammontare pari a 58 miliardi di euro, con un impatto addizionale sul Pil europeo di 159 miliardi di euro e sull’occupazione pari a circa 196.000 nuovi posti di lavoro. In Italia il conto si attesta a 26 miliardi circa di progetti (tra cui, appunto le reti). Poi ci sono 22,6 miliardi in Spagna. Si tratta principalmente di progetti destinati alla decarbonizzazione, reti di distribuzione e elettrificazione.

Il piano di cessioni taglia-debito: le prossime mosse

Il giro d’orizzonte sulla sfide Enel 2023 non può non considerare il quarto pilastro, avviato ma non ancora completato. Parliamo del piano di cessioni da 21 miliardi che porterà alla riduzione dell’indebitamento finanziario netto con un picco di 12 miliardi nel 2023. I numeri preliminari del bilancio 2022 indicano che la discesa è iniziata e tuttavia lo stock di debito è ancora superiore del 16% ai livelli del 2021. Si tratta di riportare l’indebitamento a 51-52 miliardi focalizzando la presenza della multinazionale Enel in 6 Paesi: Italia, Spagna, Brasile, Cile e Colombia. Il 2022 ha già visto l’uscita dalla Russia e cessioni mirate come la centrale di Fortaleza in Brasile o della rete di distribuzione di Goias o ancora la cessione del 50% di Gridspertise. Ma il 2023 sarà l’anno cruciale per la strategia di razionalizzazione del gruppo nel lungo termine. Quali saranno allora le prossime mosse? Pochi giorni fa il Ceo Starace a Catania è stato esplicito: “Abbiamo chiuso un’esclusiva” per la cessione di una quota di 3Sun “e lo annunceremo nei prossimi giorni”. Le indiscrezioni dicono che potrebbe essere l’inglese NextEnergy ha entrare in gioco per acquistare una quota fino al 50% dello stabilimento siciliano. Lo vedremo nelle prossime settimane ma intanto c’è di sicuro l’accordo di esclusiva con la società greca Public Power Corporation S.A. (PPC)  per gli asset in Romania, annunciato in dicembre. infine, si starebbe avvicinando l’uscita dal Perù. Circolano infatti le prime stime sugli asset che Enel ha avviato alla vendita tramite Enel Americas: in Perù si tratterebbe di circa 3 miliardi, 2 miliardi relativi ad impianti di generazione nelle rinnovabili e 1,2 miliardi nella distribuzione.

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