E’ morto all’età di 84 anni il giurista Stefano Rodotà. Nato nel 1933 a Cosenza, Rodotà ha iniziato la sua carriera politica nel Partito Radicale di Marco Pannella, col quale però non è mai stato eletto in Parlamento. Diventa invece deputato nel 1979, nelle file del Partito Comunista, e viene rieletto alla Camera anche nel 1983 e nel 1987. Nell’aprile del 1992 torna alla Camera dei deputati tra le file del PDS, viene eletto vicepresidente e fa parte della nuova Commissione Bicamerale.
Laureato in Giurisprudenza nel 1955 all’Università La Sapienza di Roma, è ricordato soprattutto per essere stato, dal 1997 al 2005, il primo Presidente del Garante per la protezione dei dati personali, mentre dal 1998 al 2002 ha presieduto il gruppo di coordinamento dei Garanti per il diritto alla riservatezza dell’Unione europea. È stato inoltre componente del gruppo europeo per l’etica delle scienze e delle nuove tecnologie e presidente della commissione scientifica dell’Agenzia europea dei diritti fondamentali.
Rodotà è stato anche candidato per l’elezione del Presidente della Repubblica Italiana del 2013. È stato votato dal Movimento 5 Stelle (che lo ha proposto dopo una votazione in rete tra i suoi iscritti), da Sinistra Ecologia Libertà e da alcuni parlamentari del Partito Democratico che, alla fine, hanno preferito altre figure, facendo rieleggere il presidente uscente, Giorgio Napolitano.
Ha insegnato nelle università di Macerata, Genova e Roma, dove è stato professore ordinario di diritto civile e dove gli è stato conferito il titolo di professore emerito. Ha insegnato anche in molte università europee, negli Stati Uniti d’America, in America Latina, Canada, Australia e India. È fratello dell’ingegnere Antonio Rodotà e padre della giornalista Maria Laura Rodotà, editorialista del Corriere della Sera.