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Cybersecurity: Tim premia l’innovazione e punta sulla cybersicurezza made in Italy

Annunciati i vincitori della Challenge di Open Innovation rivolta a startup, scaleup e aziende con soluzioni innovative in ambito cyber. Presentato il white paper del Centro Studi TIM che evidenzia la necessità di fare rete per sviluppare prodotti e servizi proprietari all’avanguardia

Cybersecurity: Tim premia l’innovazione e punta sulla cybersicurezza made in Italy

Si è conclusa, ieri, la prima “Tim Cybersecurity Made in Italy Challenge”, una sfida rivolta ad aziende, Pmi, startup e scaleup italiane e internazionali per individuare soluzioni innovative da integrare nell’offerta di servizi cyber di Telsy, la società del Gruppo focalizzata nel settore della cybersecurity, che opera nell’ambito di TIM Enterprise.

La Challenge fa parte del programma di Open Innovation TIM Growth Platform, un nuovo modello di innovazione che si basa sulla collaborazione industriale con società ad alto potenziale al fine di accelerarne la crescita. L’obiettivo della Challenge è quello di facilitare l’incontro tra le imprese, soprattutto italiane, che dispongono di competenze e soluzioni specializzate nel campo della cybersecurity e le esigenze delle PMI, contribuendo così alla crescita dell’intero settore e all’accelerazione della digitalizzazione e dell’innovazione nel Paese.

Cybersecurity Challenge: grande interesse, tre i vincitori

La sfida, dalla sua apertura, ha suscitato un grande interesse nel giro di pochi giorni, coinvolgendo oltre 50 aziende, PMI, startup e scaleup italiane e internazionali, tutte alla ricerca di soluzioni innovative nel campo della sicurezza informatica.

Tre sono state le aziende premiate che avranno l’opportunità di instaurare una partnership tecnologica e commerciale con TIM Enterprise e Telsy, ottenendo un accesso privilegiato al mercato della cybersecurity e avendo così la possibilità di crescere ulteriormente:

  • Ermes: è stata premiata per la sua soluzione che, grazie ad algoritmi avanzati di machine learning, garantisce la sicurezza del browser consentendo una navigazione online sicura e protetta. La soluzione di Ermes difende gli utenti dalle minacce web, preservando la loro privacy e proteggendo i loro dati sensibili
  • Pikered: ha ideato ZAIUX Evo, un “hacker virtuale” che utilizza l’Intelligenza Artificiale per effettuare “attacchi etici” finalizzati a individuare le vulnerabilità di una rete informatica e fornire indicazioni per la mitigazione di tali vulnerabilità. La soluzione di Pikered aiuta le imprese a identificare e risolvere potenziali falle nella loro sicurezza informatica
  • Sensoworks: ha presentato una soluzione per il monitoraggio intelligente di infrastrutture strategiche come viadotti, tunnel e reti idriche. Il sistema acquisisce e analizza in tempo reale i dati provenienti dai sensori connessi, consentendo un intervento tempestivo per migliorare l’efficienza e la sicurezza di tali infrastrutture.

“Oggi serve dotarsi di tecnologie proprietarie certificate e gestite internamente al perimetro nazionale e occorrono quindi esperti e competenze specifiche ma anche una cultura nuova. Le aziende premiate oggi testimoniano il potenziale delle imprese italiane nel campo della cybersecurity e sottolineano l’importanza di creare un ecosistema collaborativo per garantire la sicurezza digitale. L’obiettivo è quello di costruire una solida base di cybersecurity italiana che possa competere a livello internazionale. Vogliamo attrarre investimenti e talenti nel nostro paese, promuovere lo sviluppo di tecnologie innovative e creare un ambiente favorevole all’innovazione. In questo modo, potremo affrontare le sfide della cybersecurity in modo efficace e fornire soluzioni affidabili e all’avanguardia per proteggere le nostre infrastrutture digitali” ha dichiarato Eugenio Santagata, Chief Public Affairs and Security Officer di TIM e Amministratore Delegato di Telsy.

Lo stato dell’arte della cybersecurity in Italia

L’evento ha offerto un’opportunità per fare il punto della situazione cyber in Italia. Elio Schiavo, Chief Enterprise and Innovative Solutions Officer, ha illustrato il ruolo delle tecnologie cyber, e le prospettive di crescita nell’ambito dell’offerta di servizi digitali e affermando anche come dai rischi connessi alla cyber “possano crearsi opportunità di business” mentre Eugenio Santagata, ha, invece, voluto sottolineare l’importanza di fare rete per sviluppare un ecosistema nazionale della cybersecurity, in linea con le iniziative di Paesi come Francia e Germania, per consolidare al proprio interno la crescita del settore.

Nel corso dell’evento, sono intervenuti anche Bruno Frattasi, Direttore Generale dell’Agenzia per la Cybersecurity Nazionale che ha spiegato le azioni intraprese e quelle future da intraprendere in Italia, come evidenziato nella relazione annuale presentata al Parlamento, e Giorgia Dragoni, ricercatrice dell’Osservatorio Cybersecurity & Data Protection del Politecnico di Milano che ha raccontato dello stato dell’arte del settore in Italia.

Attacchi verso aziende italiane
Polimi

Negli interventi è stato evidenziato come le PMI, che costituiscono la fetta numericamente più grande del mercato (95,05% del totale), siano soggetti “fragili” che, spesso mancano di competenze e di capacità d’investimenti nel settore. La spesa italiana per la cybersecurity, invece, risulta ancora distante dalle somme investite dalle altre nazioni del G7 anche se negli ultimi anni, specialmente dalla pandemia in poi, si è cominciato ad investire maggiormente nel settore.

Spesa italiana cybersecurity 2022
Polimi

Nel 2022, gli attacchi cibernetici in Italia hanno raggiunto un valore record, registrando la percentuale di crescita annua più elevata di sempre. Rispetto al 2021, gli attacchi sono aumentati del 169% nel nostro Paese, mentre a livello globale la crescita è stata del 21%. Secondo il Rapporto 2023 del Clusit, gli attacchi informatici in Italia hanno rappresentato il 7,6% del totale globale. A fronte di questo scenario, come rilevato dall’Osservatorio Cybersecurity & Data Protection del Politecnico di Milano, il valore del mercato italiano della cybersecurity ha registrato elevati tassi di crescita: 15% e 18 % rispettivamente nel 2021 e 2022.

Cybersecurity spesa
Polimi

Cybersecurity Made in Italy, il white paper del Centro Studi Tim

L’evento è stata anche l’occasione per Tim di presentare il suo White Paper intitolato “Cybersecurity Made in Italy”. Secondo il rapporto del Centro Studi TIM, il mercato della cybersecurity in Italia sta vivendo una crescita significativa, con un tasso di crescita media annua dell’11-12% e un valore stimato di circa 2,5 miliardi di euro entro il 2025. Tuttavia, questo settore è caratterizzato da un’elevata frammentazione, con oltre 3000 aziende, di cui la metà concentrate principalmente nel Lazio, in Campania e in Lombardia. Solo il 10-15% delle aziende dedite ai servizi di cybersecurity è riuscito a stabilirsi con successo nel mercato, seguendo una chiara strategia di crescita. Tra queste, prevalgono due modelli alternativi: da un lato, ci sono società che si specializzano in un unico settore, come ad esempio i servizi bancari; dall’altro lato, ci sono aziende che offrono una gamma più ampia di servizi, fungendo da “one stop shop”, e spesso dispongono di almeno una tecnologia proprietaria. Quest’ultimo modello rappresenta più della metà delle imprese esaminate, di cui il 75% ha una tecnologia proprietaria.

Nonostante la crescita del settore, gran parte del mercato è ancora polarizzato tra i grandi gruppi ICT, che offrono anche servizi di cybersecurity, e le piccole realtà altamente specializzate, che faticano a crescere. La frammentazione del mercato italiano è molto più accentuata rispetto ad altri grandi Paesi europei. Secondo le stime del Centro Studi TIM, l’Italia ha 1,6 aziende di cybersecurity per miliardo di PIL, un numero doppio rispetto al Regno Unito (0,8 aziende per miliardo di PIL) e superiore anche alla Spagna (1,2 aziende per miliardo di PIL).

Il ritardo delle imprese italiane nel settore deriva anche dalla mancanza di competenze informatiche necessarie per contrastare i rischi informatici. Secondo il rapporto, il 60% delle imprese italiane con più di 10 dipendenti si affida completamente al personale esterno per le loro esigenze di cybersecurity. Questa percentuale aumenta fino al 70% per le aziende con meno di 50 dipendenti.

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