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Crisi Credit Suisse: si dimette Young Jin Yee, ai vertici della gestione patrimoniale Asia-Pacifico

Un altro manager lascia l’istituto svizzero dopo le preoccupazioni del mercato per la sua sua capacità di ristrutturare l’attività. Il 27 ottobre l’annuncio del nuovo piano strategico. Attesi tagli drastici e aumento di capitale da 4 mld

Crisi Credit Suisse: si dimette Young Jin Yee, ai vertici della gestione patrimoniale Asia-Pacifico

Young Jin Yee, vice capo dell’attività di gestione patrimoniale per Asia-Pacifico di Credit Suisse ha rassegnato le sue dimissioni. Lo ha confermato a Reuters un portavoce della banca svizzera.
L’uscita di Young arriva in un momento in cui la banca svizzera è sotto i riflettori per le preoccupazioni circa la sua capacità di ristrutturare l’attività, il che sta provocando grossi scossoni in borsa e sul mercato dei credit default swap (Cds).

Proprio la gestione patrimoniale della banca è una divisione chiave all’interno del piano di ristrutturazione. Secondo una nota al personale scritta da Benjamin Cavalli, il capo della gestione patrimoniale per l’Asia del Pacifico, Young ha lasciato per “perseguire un’opportunità migliore al di fuori del Credit Suisse”. Young ricopriva il ruolo da gennaio ed era in banca da quasi due decenni.

Lo scorso 30 settembre i prezzi dei contratti Cds legati al debito della banca hanno avuto un’impennata e il titolo alla Borsa di Zurigo è crollato. Oggi il titolo alla borsa di Zurigo perde il 2,40% da ieri a 4,18 franchi svizzeri dopo aver segnato un minimo storico a quota 3,638 franchi svizzeri lunedì scorso e accumulando da inizio dell’anno una perdita del 58% del suo valore, con una capitalizzazione di borsa di 10,5 miliardi di franchi svizzeri.

100 giorni chiesti da Koerner per una nuova strategia

Secondo alcuni osservatori, da allora i vertici di Credit Suisse stanno cercando di rassicurare i clienti più importanti e gli investitori sulla solidità del capitale e sulla posizione di liquidità dell’istituto svizzero.
Il nuovo numero uno di Credit Suisse, Ulrich Koerner, ha chiesto agli investitori meno di 100 giorni di tempo per mettere a punto una nuova strategia di rilancio. Venerdì scorso Koerner ha rassicurato il personale che la banca ha una “solida base di capitale e una forte posizione di liquidità” e ha detto ai dipendenti che invierà loro aggiornamenti regolari fino a quando l’azienda non annuncerà un nuovo piano strategico il prossimo 27 ottobre.

Il mercato si aspetta un aumento di capitale da 4 miliardi di franchi

Koerner, nominato a fine luglio, ha dovuto affrontare le speculazioni del mercato, le uscite di banchieri e i dubbi sul capitale mentre sta cercando di ridefinire una strategia dopo i disastri finanziari che lo scorso anno hanno coinvolto il cliente Archegos Capital Management per 5,1 miliardi di dollari.

Sarà necessaria una cura drastica con cessioni di asset e riduzione del personale che permetta di ridurre i costi dai 19 miliardi del 2021 a 15,5 miliardi di franchi, ma il mercato ipotizza un aumento di capitale con cui finanziare la ristrutturazione da 4 miliardi di franchi.

Nonostante il crollo del prezzo del titolo e i credit-default swap alle stelle, rimane altamente improbabile che Credit Suisse fallisca, secondo l’analista di Swissquote, Ipek Ozkardeskaya, perché la banca rientra nella categoria “troppo grande per fallire”. È più probabile che Credit Suisse diventi un obiettivo di acquisizione o che il governo svizzero intervenga per salvarla, ha aggiunto Ozkardeskaya.

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