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Consob, Minenna: i 3 difetti di una candidatura insostenibile

La legge prevede che il Presidente della Consob, oltre che competente, sia persona di “indiscussa indipendenza” ma, oltre ad altri difetti, non è questo il caso di Marcello Minenna, già assessore al Bilancio della Giunta 5 Stelle di Roma e apertamente sostenuto da Beppe Grillo: chi crederebbe alla sua imparzialità?

Consob, Minenna: i 3 difetti di una candidatura insostenibile

Se rammentiamo che alla presidenza della Consob si sono alternati personaggi del calibro di Guido Rossi, Tommaso Padoa Schioppa e Luigi Spaventa, si stringe il cuore al pensiero che il candidato di Beppe Grillo e di una parte del Movimento Cinque Stelle alla guida dell’Authority che vigila sulla Borsa e sui mercati finanziari possa essere un tipo come Marcello Minenna. Finora il premier Giuseppe Conte e soprattutto il Quirinale hanno finto di non sentire le petulanti richieste dell’ala più barricadiera dei Cinque Stelle e speriamo che continuino così.

La nomina di Minenna alla presidenza della Consob sarebbe uno schiaffo al buon senso e alla credibilità dell’istituzione. Al buon senso perchè scegliere un candidato che ha spesso sbandierato ai quattro venti tutto il suo euroscetticismo sarebbe già di per sè una follia, ma lo è due volte nel momento in cui perfino il Governo gialloverde ha scoperto la necessità di trattare con l’Europa per neutralizzare la vendetta dei mercati.

Questa è la prima ragione di inopportunità della candidatura Minenna, ma non è l’unica e non è un caso che il Qurinale abbia sempre nutrito e nutra perplessità e preoccupazione verso l’ascesa di un funzionario come il capo del servizio Analisi Quantitive della stessa Consob, che ha guidato la rivolta interna contro il precedente presidente Mario Nava, costringendolo alle dimissioni, e ha contribuito a lacerare l’Authority.

Ma c’è un terzo e decisivo motivo che getta più di un’ombra sulla candidatura Minenna e che rischia ancor di più di minare la credibilità dell’istituzione: basta leggere la legge istitutiva della Consob del 1974 e il comma 3 dell’articolo 1 che regola le nomine al vertice. E’ lì che si dice che il presidente e i membri del collegio della Consob debbono essere “scelti tra persone di specifica e comprovata competenza ed esperienza e di indiscussa moralità e indipendenza“.  Non sembra il caso di Minenna, che è stato per qualche mese assessore al Bilancio della Giunta grillina del Comune di Roma e che ora è apertamente sostenuto dal fondatore del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo e da una parte dei parlamentari grillini. Con questi presupposti, potrebbe Minenna garantire imparzialità e indipendenza e sarebbe percepito come al di sopra di ogni sospetto? Sostenerlo è, a dir poco, un azzardo.

2 thoughts on “Consob, Minenna: i 3 difetti di una candidatura insostenibile

  1. Scusate…posto che condivido le considerazioni su Minenna, è difficile però contrastarne la nomina se pensiamo che al posto di membri ” “scelti tra persone di specifica e comprovata competenza ed esperienza e di indiscussa moralità e indipendenza”, in passato abbiamo avuto come presidente l’ex deputato FI Vegas…

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