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Confcommercio: consumi al palo, 11 anni per recuperare

RAPPORTO DELL’UFFICIO STUDI CONFCOMMERCIO – L’associazione prevede per quest’anno una crescita minima dei consumi, pari al +0,1%, seguita da un +0,7% nel 2015, quando però al Sud non si andrà oltre i 12.160 euro pro capite, un livello addirittura inferiore a quello di 20 anni fa (12.195 euro) – Nel primo trimestre perse 12mila imprese.

Confcommercio: consumi al palo, 11 anni per recuperare

Sul fronte dei consumi, l’Italia è ancora lontana dalla ripresa: per tornare ai livelli pre-crisi serviranno più di 11 anni. E’ quanto emerge dall’ultima analisi dell’ufficio studi di Confcommercio, che prevede per quest’anno una crescita minima, pari al +0,1%, seguita da un +0,7% nel 2015, quando però al Sud non si andrà oltre i 12.160 euro pro capite, un livello addirittura inferiore a quello di 20 anni fa (12.195 euro).

Secondo gli analisti dell’associazione, quest’anno il Pil aumenterà dello 0,5%, mentre l’anno prossimo si registrerà un +0,9%. “Cresce la fiducia – si legge nel rapporto –, ma consumi e investimenti mostrano l’altra faccia del Paese, quella di un’economia reale drammaticamente ferma”. Tra 2007 e 2013, inoltre, il Pil pro capite si è ridotto di oltre 3.100 euro, e fino al 2015 non è atteso alcun recupero significativo.

Quanto alle attività commerciali e di servizi, secondo Confcommercio solo nel primo trimestre del 2014 sono scomparse 12mila, di cui l’80% in settori non alimentari, soprattutto l’abbigliamento.  

Restringendo lo sguardo al Mezzogiorno, l’associazione rileva che le politiche di sviluppo basate sull’industrializzazione hanno fallito, “considerando il divario di reddito pro capite che ancora separa il Sud dal Nord”, perciò “occorre puntare su altro, ovvero su quella vocazione naturale all’export del Mezzogiorno che si chiama turismo”. 

Lo studio afferma che il 44,3% dei turisti stranieri ha come destinazione il Nord-Est e solo il 13,2% sceglie le regioni del Sud: “Bisognerebbe potenziare la filiera del settore turistico e dell’accoglienza adottando, in senso positivo, quelle logiche che sono tipiche dell’efficienza industriale, così da realizzare anche nel comparto del turismo quei vantaggi comparati, in termini di maggiore produttività, che consentirebbero a questo segmento di trasformarsi in un autentico motore di sviluppo. Il capitale artistico-culturale, ambientale ed eno-gastronomico del Sud è gravemente sottoutilizzato”.

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