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#Comunicatrici: nove donne top-manager si raccontano

Scritto da Antonella Dragotto e Janina Benedetta Landau è in uscita il libro “#comunicatrici” (Agol edizioni). Il difficile e creativo mestiere di comunicare nel racconto di nove protagoniste in settori dalle Tlc al calcio, dalla finanza alle Ong. Il libro sarà presentato martedì 23 ottobre a Roma, nel panel Salvatore Rossi (Bankitalia), Marcella Panucci (Confindustria) e Luigi Gubitosi (Alitalia).

#Comunicatrici: nove donne top-manager si raccontano

Come si diventa un bravo comunicatore? Cominciamo intanto da qui: “Comunicare è studio ed è arte. Chi fa questo mestiere – afferma Silvia De Blasio, responsabile comunicazione Vodafone Italia – sa che ha un ruolo di “mediatore culturale”, tanto più oggi che bisogna saper interpretare una molteplicità di linguaggi”. Se i politici studiano da comunicatori e i giovani sono attratti da una professione dinamica e sotto i riflettori, ecco allora nove storie di top manager, tutte donne, comunicatrici arrivate al vertice in società che spaziano dalla finanza alle telecomunicazioni, allo sport e ai diritti umani. Storie tutte di successo e di fatica e impegno, di studio e formazione “abbinate a creatività e apertura mentale, capacità di ascoltare e valorizzare le diversità, attitudine a lavorare in team, senso critico, empatia, abilità di comunicazione scritta ed orale”. Solo così si diventa top come Catia Augelli, Silvia De Blasio, Costanza Esclapon, Simona Panseri, Giuliana Paoletti, Carlotta Sami, Lucia Sciacca, Marita Spera e Carlotta Ventura che raccontano a cuore aperto la loro esperienza in “#comunicatrici” (Agol edizioni), il libro scritto da Antonella Dragotto economista e, a sua volta comunicatrice, in Banca d’Italia, insieme a Janina Benedetta Landau, giornalista finanziaria e scrittrice.

Copertina del libro #comunicatrici
La copertina del libro di Dragotto e Landau

Sono molti gli spunti e le storie, in anni di lavoro per comunicare. E così Simona Panseri, attuale Direttore Comunicazione e Public Affairs per il sud Europa di Google, racconta di come si sia ritrovata “casualmente” a lavorare in una agenzia di comunicazione partendo da una laurea in filosofia. Carlotta Sami, dopo la laurea in Giurisprudenza e specializzazione in Teoria generale del diritto, rinuncia alla toga per lavorare nel campo dei diritti umani e della cooperazione allo sviluppo. Parte da Save theChildren e “oggi è spokesperson per l’agenzia che si occupa di rifugiati e immigrati. Comunica contro l’uso di termini dispregiativi – “clandestini”, “malattie”, “invasioni” – che danno al grande pubblico solo una connotazione negativa di un fenomeno che dovrebbe essere gestito diversamente”, scrivono le autrici.

Nel bouquet c’è Giuliana Paoletti, fondatrice nel 1987 della Image Building, laureata in Economia e, assunta subito dopo in Ellesse, prima di arrivare a dirigere l’area comunicazione e relazioni esterne del noto marchio sportivo, ha trascorso un periodo di formazione in ogni reparto così da aver una visione dell’azienda a 360°. Carlotta Ventura, oggi a capo della comunicazione di Ferrovie dello Stato, si forma dai Gesuiti al Massimo e si laurea in lettere classiche per poi entrare quasi per caso in General Motors quasi per caso, dopo una cena di fundraising a cui aveva partecipato mal volentieri ma dove incontra una vecchia conoscente che le suggerisce un colloquio con il gigante Usa. «Dopo due mesi», racconta Carlotta, «l’allora capoufficio stampa, Clelia Lanzanò, una signora d’altri tempi, sempre curata e ben vestita, ha proposto di cedermi il suo posto. Un gesto incredibile!».

Costanza Esclapon, curriculum trascorso tra Enel, Intesa, Rai e Alitalia, così suggerisce alla corazzata televisiva di Stato: “Non vada dimenticato che la Rai ha un ruolo sociale molto importante. Mi piacerebbe, ad esempio, che venissero fatte più trasmissioni d’inchiesta e approfondimento su temi come il bullismo, gli adolescenti, la scuola, le start-up e poi tante finestre sul mondo. È vero che il pubblico vuole molto intrattenimento e che gli ascolti hanno un ruolo determinante nella scelta della programmazione e del palinsesto, ma c’è posto anche per altro”. Un consiglio per il nuovo e contestato vertice.

Diversa l’esperienza di Catia Augelli che dal giornalismo finanziario arriva alla comunicazione della AS Roma, regno maschile per eccellenza. Dal caffè al mattino con Francesco Totti agli insulti ricevuti per le sue decisioni avversate da tifosi e radio, parla con soddisfazione della sua esperienza di successo ma non nasconde le difficoltà in un mondo, come quello del calcio, tutto maschile in cui è “in generale culturalmente faticoso, faticosissimo riuscire ad ottenere credibilità. Se sei donna quasi impossibile, purtroppo”.

“Alle donne che lamentano di non riuscire a fare carriera cosa diresti?”, viene chiesto a Silvia De Blasio arrivata nel mondo della comunicazione partendo da Enel e poi giunta, con rigore e impegno, al comando del team comunicativo di Vodafone Italia. “Credo non serva lamentarsi. Non è costruttivo, disperde energie positive”. Ma non fatevi illusioni, stiamo parlando di tipi tosti. “Se ci sono realtà in cui ancora devi indossare un tailleur da uomo per farti accettare vuol dire che non c’è una cultura manageriale solida. Credo molto nell’identità, e ognuno deve essere la persona che è. Mai omologarsi. Mai fingere di essere ciò che non sei”.

La sintesi finale vale per tutte: “Se vuoi, puoi” è la conclusione di Dragotto e Landau che presenteranno il libro il 23 ottobre alle 19 a Roma, in via Caetani 32 con Marcella Panucci, direttore generale di Confindustria; Salvatore Rossi, direttore generale della Banca d’Italia e Luigi Gubitosi, commissario in Alitalia e membro del cda di Tim. Modererà Maria Latella.

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