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Clima, 361 azioni nel piano di adattamento italiano: c’è poco da stare allegri

Approvato il Piano di adattamento ma i soldi non ci sono. Giorgia Meloni può farsene carico direttamente?

Clima, 361 azioni nel piano di adattamento italiano: c’è poco da stare allegri

L’Italia è sempre a rischio per ogni evento climatico. Nulla di nuovo. Per mettersi in salvo occorrono piani di emergenza e soprattutto soldi. Nulla di nuovo bis. È lo Stato che deve provvedere. Nulla di nuovo tre. E finiamola qui.


La maggioranza degli italiani paga le tasse , in fondo, anche per non affogare in caso di alluvioni, rimetterci case, negozi, attività in caso di frane e smottamenti.

Da tre giorni il Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin ci spiega che dopo sei anni e quattro governi è stato approvato il Piano Nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (PNACC). Niente male e lui certamente non ha colpa per i lutti dei lunghi anni passati ad alambiccarsi.

Rischi senza fine


Il Piano contiene 361 soluzioni per fronteggiare le emergenze. Chissà poi perché non 365 o 366, magari una per ogni giorno dell’anno. Beh, se al Ministero osservano meglio il calendario 2024 si rendono conto che un fiume (Dio non voglia!) può esondare anche il 29 febbraio. Poi a rivederlo quel Piano si fa sempre in tempo. Alla Cop 28 di Dubai Giorgia Meloni ha spiegato per 20 minuti cosa c’è da fare in Italia e nel Mediterraneo. Ieri in Conferenza stampa solo qualche accenno

L’anno scorso ci sono stati al Nord come al Sud ci sono stati 378 eventi (+22% ) costati più di 11 miliardi di euro. Dal disastro di primavera in Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini ricorda ogni giorno che migliaia di emiliano-romagnoli aspettano i risarcimenti.

Su quanti soldi può contare ora il miracoloso PNACC ? Domanda trabocchetto per tutto il governo. Bisogna approvare un decreto ad hoc per finanziarlo e tra gli altri, Stefano Ciafani, presidente di Legambiente lo ha detto a Pichetto “stanziare le risorse economiche necessarie o il rischio è che il piano resti solo sulla carta.” E nella legge finanziaria non si trova un euro.

La premier ha sensibilità per i cambiamenti climatici e se vuole aumentare lo standing di leader ha un’altra buona occasione per richiamare la “compagnia” su questo tema.

I giornalisti ieri sono stati neutrali in conferenza stampa: Chiara Ferragni ha più fascino dei cambiamenti climatici.

Va da se che alle incompiute gli italiani hanno fatto il callo, ma tenerlo per altri anni ancora può essere pericoloso.

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