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Citigroup: uscita della Grecia dall’euro probabile al 50-75%

Secondo il gigante finanziario Usa è molto probabile che Atene abbandonerà la moneta unica – Citi stima un’esposizione del settore pubblico e privato di 410 miliardi di euro – Il rischio maggiore è che la fuga di capitali si estenda anche ai Paesi più deboli – Il premier Mario Monti confida nelle prossime elezioni greche – Grilli: “Dobbiamo essere pronti”.

Citigroup: uscita della Grecia dall’euro probabile al 50-75%

L’uscita della Grecia dalla zona euro è probabile ma gestibile per gli altri paesi. Queste le stime degli analisti di Citigroup che assegnano allo scenario di una uscita di Atene dall’unione monetaria tra il 50% e il 75%. Ma se questa opzione rimanesse isolata al caso greco sarebbe, secondo il colosso finanziario Usa, facilmente gestibile. Citi stima che l’esposizione combinata del settore pubblico e privato all’uscita della Grecia dall’euro è di 410 miliardi di euro. Di cui 360 miliardi peserebbero sui conti della Banca centrale europea (Bce), del Fondo europeo di stabilità finanziaria (Efsf), dell’Unione Europea (Ue) e del Fondo monetario internazionale (Fmi). 

Il “rischio maggiore” rimane “la prospettiva di una fuga di capitali dagli altri paesi deboli dell’unione monetaria”, si legge nel report. Basta pensare che il deglusso di capitali da Atene è già peggiore di quello registrato in Argentina durante la crisi del 2002. Secondo gli economisti di Citi la Bce dovrebbe provvedere 800 miliardi di euro di liquidità per poter fare fronte alla possibilità di uscita di capitali dagli altri paesi periferici e per rifinanziare il debito in Irlanda, Spagna e Italia. Tuttavia per gli economisti Usa ci sono evidenze che questi tre paesi periferici abbiano dimostrato una maggiore tenuta rispetto al deflusso di capitale che si è registrato.

Matt King, credit strategist del colosso Usa, è preoccupato che il processo di fuga dei capitali da questi due paesi sia già in corso se si tiene conto anche della percentuale di governativi in mani estere. “Se la fuga di capitali da Italia e Spagna dovesse raggiungere la media già vista in Grecia, Irlanda e Portogallo, allora altri 215 miliardi lascerebbero ciascuno di questi paesi“, afferma Citi. 

Le misure per evitare un’eccessivo deflusso di capitali all’estero, le autorità europee dovrebbero prevedere nuove iniezioni di liquidità (Ltro) congiuntamente a maggiori acquisti di titoli governativi, offrire garanzie sui depositi, ricapitalizzare le banche, stabilire requisiti di rigore più bassi, tagliare ulteriormente i tassi di interesse, studiare nuovi pacchetti di aiuti alla Troika, e incrementare i fondi destinati ai salvataggi. “Nuove politiche volte a preservare l’Unione monetaria di fronte alla possibilità di uscita della Grecia dall’euro potrebbero fornire un considerevole, sebbene temporaneo, slancio al mercato”, conclude il report. 

Ma nel frattempo i leader europei continuano a dichiarare che si cercherà in tutti i modi di evitare questo scenario. L’Italia è determinata a sostenere Atene e il premier Mario Monti, incontrando a Bruxelles Antonis Samaras, leader del partito ellenico pro-bailaut Nuova Democrazia, ha auspicato che gli elettori confermino la loro volontà europeista. Più pragmatico invece il viceministro dell’Economia Vittorio Grilli. Il ministro ha dichiarato che “siamo impegnati per evitare” che la Grecia abbandoni l’euro, ma “dobbiamo essere pronti in ogni caso”.  

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