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Cina: in arrivo 106 miliardi per le banche

Secondo il Wall Street Journal, la Banca centrale cinese sbloccherà queste risorse tagliando di mezzo punto percentuale l’ammontare delle riserve che le banche stesse sono obbligate a tenere a garanzia dei creditori – Inoltre, le autorità di Pechino hanno autorizzato i fondi pensione cinesi ad acquistare azioni alle borse di Shanghai e Shenzhen.

Cina: in arrivo 106 miliardi per le banche

La Banca centrale della Cina intende aumentare la liquidità a disposizione degli istituti di credito del Paese tagliando di mezzo punto percentuale l’ammontare delle riserve che le banche stesse sono obbligate a tenere a garanzia dei creditori. Lo scrive il Wall Street Journal, precisando che la misura dovrebbe essere varata tra la fine di agosto e l’inizio di settembre e potrebbe liberare fino a 678 miliardi di yuan, una somma pari a 106 miliardi di dollari

Ieri, inoltre, le autorità di Pechino hanno autorizzato i fondi pensione cinesi ad acquistare azioni alle borse di Shanghai e Shenzhen. Potranno investire fino al 30% dei propri asset in azioni, fondi azionari e fondi bilanciati. Secondo quanto reso noto dal ministero della sicurezza sociale a fine 2014 i fondi pensione avevano masse in gestione pari a 3.500 miliardi di yuan (oltre 550 miliardi di dollari) e rappresentavano circa il 90% delle risorse destinate alla pensione del paese. 

In base alle nuove disposizioni, sul mercato azionario cinese potranno essere investiti fino a 600 miliardi di yuan (quasi 100 miliardi di dollari). Il portavoce del ministero ha indicato che oltre 2mila miliardi di yuan potranno essere impiegati dai fondi pensione per gli investimenti e “potenzialmente al mercato azionario potranno essere destinati 600 miliardi di yuan”. Fino a ieri i fondi pensione potevano solo impiegare le risorse in depositi bancari o acquistare titoli di Stato.

Intanto la borsa di Shanghai, dopo aver perso il 12% la settimana scorsa in scia alla tripla svalutazione dello yuan e agli ultimi dati macro deludenti, archivia l’ultima seduta con un calo dell’8,48%, a 3.210 punti, un livello ben lontano dai 3.700 punti che sembrano essere la soglia sulla quale Pechino intende stabilizzare il mercato. Malissimo anche l’altra Borsa cinese: Shenzhen a fine giornata lascia sul terreno il 7,73%.

L’effetto contagio si estende a tutta l’Asia ma anche al resto del mondo. La borsa australiana termina in calo del 4,09% con i titoli minerari sotto pressione e tonfi superiori al 10%. Tokyo lascia sul terreno oltre il 4,50% con i titoli bancari tra i più penalizzati con ribassi superiodi all’8%. Scivola di oltre il 4% anche il listino di Jakarta. Tra le peggiori la borsa di Manila, che chiude con un tonfo del 7,20%, mentre limitano i danni i listini di Kuala Lampur e Seoul che chiudono con ribassi poco superiori al 2%.

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