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Centro studi Intesa stima una crescita minore e un fabbisogno dello Stato maggiore nel 2012

Secondo l’ultima ricerca della banca guidata da Corrado Passera, l’economia italiana nel 2012 crescerà solo dello 0,3%, meno di quanto previsto dal Governo nella manovra correttiva. Questo implica che il rapporto deficit/Pil sarà maggiore di quanto stimato dall’esecutivo (del 2%, contro l’1,7% stimato) e di conseguenza anche il fabbisogno statale aumenterà.

Centro studi Intesa stima una crescita minore e un fabbisogno dello Stato maggiore nel 2012

Nonostante il Governo abbia rivisto a ribasso le aspettative per la crescita dell’Italia nel 2012 secondo Intesa Sanpaolo le previsioni sono ancora troppo ottimiste. Secondo l’ultimo studio dell’istituto creditizio il rapporto deficit/Pil nel 2012 sarà del 2%, un dato più alto rispetto all’1,7% stimato dal Governo nella manovra correttiva approvata il 14 settembre. L’obiettivo dell’esecutivo di ridurre il rapporto deficit/pil all’1,7% il prossimo anno “non appare del tutto irrelistico”, spiega Chiara Manetti economista di Intesa Sanpaolo, “ma secondo le nostre previsioni la crescita del Pil dovrebbe rallentare più di quanto stimato dal Governo”. Secondo le previsioni del centro studi di Intesa Sanpaolo, l’economia italiana nel prossimo anno dovrebbe crescere dello 0,3%, meno di quanto previsto dall’esecutivo, che lo scorso 22 settembre ha ridotto la stima del Pil 2012 portandola a 0,7% da 1,1%.

Ne segue che anche le emissioni dello Stato italiano aumenteranno. Il Tesoro dovrà pagare circa 440 miliardi di euro per fare fronte ai titoli in scadenza nel 2012, 24 miliardi in più rispetto a ai 416 miliardi di quest’anno. Il servizio Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo ha specificato che “sul comparto dei Btp e dei CCTeu, le emissioni dovrebbero salire di circa 10 miliardi rispetto al 2011, per un totale di 189 miliardi di euro”.

Nel 2011, i dati del fabbisogno del settore statale dei primi otto mesi dell’anno sono compatibili con l’obiettivo di riduzione del fabbisogno di cassa a 65 miliardi di euro – da 67 miliardi del 2010. Nel 2012, invece, nelle casse erariali dovrebbero finire 32 miliardi di euro che il Tesoro si procurerebbe interamente attraverso il mercato dei titoli di Stato, a fronte di un contributo negativo della raccolta e delle emissioni sull’estero. Ma anche per questo dato il valore è maggiore di quello di 28 miliardi previsto dal Governo. 

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