Condividi

Bugatti Chiron negli Usa, che delusione: modello sfigurato e troppo costoso

DAL BLOG “LA CASA DI PAOLA” – Il nuovo modello extralusso sbarca negli Usa e costa quasi 3 milioni di dollari, ma (per legge) si presenta con una coda decisamente brutta, con due respingenti di plastica che la sfigurano.

Bugatti Chiron negli Usa, che delusione: modello sfigurato e troppo costoso

Fondata nel 1909 in Francia da un emigrante italiano, Ettore Bugatti, l’omonima industria di supercar, ora di proprietà della Volkswagen, ha sfornato auto speciali costosissime e superdotate la cui uscita diventa ogni volta un evento mondiale. Dopo il debutto a Ginevra nel 2016, il nuovissimo modello Chiron (dal nome del pilota monegasco Louis Chiron) è finalmente pronto per arrivare negli Usa e per andare in strada, ma ad un prezzo ritoccato rispetto agli annunci, che anche ai supermiliardari americani è sembrato eccessivo. Costa infatti quasi 3 milioni di dollari (2,4 milioni di euro) e per di più ha una coda decisamente bruttina, con due respingenti di plasticaccia che la sfigurano.

Il resto è spettacoloso: e ci mancherebbe, con quel che occorre sborsare. L’esecuzione è rigorosamente artigianale e al tempo stesso avveniristica, tutta in un’unica scocca di fibra di carbonio, la esclusività è assicurata perché se ne producono solo 500 delle quali già 250 vendute, ma la variante del didietro è qualcosa di estraneo. Svista dei designer? Assolutamente no: negli Stati Uniti le assicurazioni hanno imposto norme di sicurezza che richiedono questi respingenti vistosamente invadenti. Al di fuori degli States invece la Chiron mantiene la sua stupefacente linea.

Questo problema ha imposto ritardi non indifferenti e solo alla fine del 2018 i clienti che hanno sborsato la enorme cifra potranno entrare nel bolide, mettersi al volante e partire con quel prodigio del propulsore quadriturbo sotto il corpo. Gli ordini ci sono come preannunciato: il 37% dall’Europa, il 30% dagli Usa e il 26% dal Medio Oriente. Ma i dubbi e le perplessità sul prezzo ha fatto scrivere a Bloomberg pochi giorni fa un articolo molto positivo sulle prestazioni ma con un titolo che pone una domanda precisa: “…Ma c’è chi se la comprerà?”.

Commenta