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Btp e Bot: salgono quelli in mano straniera ma scendono gli scambi

La media dei volumi giornalieri di titoli di Stato italiani scambiati nel primo trimestre del 2019 è diminuita del 27% sull’anno scorso ma il controvalore di quelli detenuti da soggetti esteri è salito a 648 miliardi di euro

Borse positive ma caute nell’attesa delle indicazioni delle Banche centrali e degli sviluppi delle grandi partite geopolitiche.

A sorpresa, il presidente cinese Xi si recherà in settimana in Corea del Nord, per la prima volta dal 2005. Potrebbe essere l’occasione per riaprire un canale con Washington in vista del G20 in Giappone.

PECHINO VENDE ANCORA I T BOND

Ma, a confermare il clima di guerra fredda tra Cina e Usa, è arrivata ieri la notizia che continuano le vendite di T Bond da parte di Pechino: ad aprile sono stati venduti titoli per 7 miliardi di dollari, lo stock (1.100 miliardi) è ai minimi da due anni.

Sui listini asiatici prevale comunque il segno più: Hang Seng di Hong Kong +0,8%, CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen +0,3%, Kospi di Seul +0,4%, Sidney +0,5%.

A perdere colpi solo l’indice Nikkei di Tokyo (-0,6%), a due giorni dalla riunione della Banca centrale da cui si attende la conferma di nuovi stimoli per l’economia. Intanto si profila l’ipotesi di un aumento dei costi pensionistici per sostenere il sistema: è una minaccia seria per la leadership di Shinzo Abe.

Lo yen si apprezza a 108,3 su dollaro.

FRENA L’INDUSTRIA USA, TIENE LA BORSA

L’attesa di un prossimo taglio dei tassi da parte della Fed è cresciuta ieri dopo il pessimo dato dell’indice manifatturiero dello Stato di New York, risultato in forte calo a giugno a -8,6, contro le aspettative pari a 11 e il dato precedente era pari a 17,8: Dow Jones e S&P 500 +0,09%, Nasdaq +0,62%.

Treasury Note tratta a 2,07%. Il mercato sconta da qui alla fine dell’anno prossimo quattro ribassi del costo del denaro. 

GOLDMAN LANCIA UN SUPER FONDO

Goldman Sachs ha annunciato la nascita di un fondo di investimento forte di 140 miliardi di assets grazie alla fusione tra i prodotti oggi dedicati ai titoli non quotati, all’immobiliare ed alle imprese in difficoltà.

DRAHI COMPRA SOTHEBY’S, A PFIZER GLI ANTITUMORALI

Il miliardario francese Patrick Drahi, proprietario di Altice, ha acquistato il controllo della casa d’aste Sotheby’s in un’operazione da 3,7 miliardi di dollari. L’offerta, 57 dollari per azione, implica un premio del 61% sul prezzo di chiusura di Sotheby’s di venerdì sera. Il gruppo uscirà così dalla Borsa dopo essere stato quotato per 31 anni a New York. Drahi raggiunge così il connazionale Francois Pinault cui fa capo Christie’s.

Pfizer ha annunciato l’acquisto di Array Biopharma, società attiva in ambito oncologico. Il prezzo pagato, 10, 6 miliardi di dollari in contante, è il 62% di quello di chiusura di venerdì scorso.

L’IRAN AUMENTA GLI STOCK D’URANIO, PETROLIO IN FRENATA

Sale ancora la tensione nel Golfo Persico, dopo che l’Iran ha annunciato che il 27 giugno supererà lo stock di uranio arricchito previsto dagli accordi del trattato di non proliferazione nucleare denunciato da Donald Trump che ha ordinato l’invio di mille soldati nell’area.

Ma, complice la crisi della domanda cinese, il petrolio Brent ieri è sceso di quasi il 2%, stamattina il greggio del Mare del Nord è invariato a 61 dollari. I vertici di Russia ed Iran si sono incontrati per parlare di energia e di petrolio, il ministro Bijan Zanganeh ha detto di essere favorevole ad una riunione plenaria dei membri dell’Opec allargata in luglio, ma in una data diversa da quella proposta da Arabia Saudita e dai suoi alleati.

Sottotono ieri a Piazza Affari i titoli collegati al greggio: Eni in calo dello 0,53%, Saipem dello 0,58%.

L’euro si apprezza leggermente, a 1,123 contro dollaro (+0,2%).

TRACOLLA L’INFLAZIONE UE. LA PAROLA A DRAGHI

Chiusura debole ieri per Piazza Affari (+0,07%) e per le altre borse europee (a Francoforte il Dax30 ha guadagnato lo 0,02%) in attesa dell’intervento di Mario Draghi a Sintra, che ha inaugurato ieri sera l’incontro annuale promosso dalla Bce. Draghi parlerà stamane alle 11.

Intanto il valore del derivato che anticipa le aspettative sull’inflazione nella zona euro è sceso ieri, per la durata dei 5 anni, al minimo storico a 1,13% mettendo così a dura prova le scelte della banca centrale.

Nel caso le aspettative di inflazione dovessero precipitare sotto quota 1%, la Bce potrebbe essere costretta ad annunciare un taglio dei tassi di deposito di 0,10% ovvero da -0,40% a -0,5%. Ma a quel punto la Banca centrale potrebbe considerare l’impatto dei tassi negativi sugli intermediari finanziari, soprattutto le banche. Andrebbe a quel punto presa in considerazione l’ipotesi di applicare ai depositi un tasso differenziato. Oppure potrebbe inserire nel regolamento dei nuovi Tltro l’ipotesi di un ulteriore abbassamento dei tassi in caso di necessità. Un buon modo per celebrare l’anniversario del “whatever it takes”, che il 26 luglio compirà cinque anni.

Matteo Salvini ieri è stato ricevuto a Washington dal segretario di Stato americano Mike Pompeo. Il vicepremier ha detto che l’Italia è lo Stato più vicino agli Usa in Europa e che al Paese serve una manovra “trumpiana”. Parlando della flat tax, ha aggiunto che l’Italia convincerà l’Ue “con i numeri, la cortesia, altrimenti le tasse le taglieremo lo stesso, e la Ue se ne farà una ragione”.

ZURIGO RISCHIA L’ESCLUSIONE DAL CIRCUITO EUROPEO

Meno drammatico il braccio di ferro tra Bruxelles e la Svizzera: Zurigo (-0,04%) rischia di perdere il libero accesso ai mercati della Ue se non verrà rinnovato lo status di “equivalente” che scade a fine giugno. La Commissione europea ha imposto come precondizione l’approvazione da parte di Berna di un accordo, raggiunto lo scorso novembre. ritenuto non sufficiente.

In questa cornice il secondario italiano ha archiviato una giornata incolore e senza direzione in attesa che si chiarisca nei prossimi giorni la linea che il governo intende avere nel confronto con la Commissione Ue per evitare la procedura di infrazione per debito eccessivo. Il premier Giuseppe Conte dovrebbe incontrare tra oggi e domani i vice Matteo Salvini e Luigi Di Maio, per concordare la linea da tenere a Bruxelles.

SPREAD A 254 PUNTI, 648 MILIARDI IN MANO AGLI STRANIERI

Lo spread, partito in mattinata in area 257 punti base ha chiuso a 254 punti sui minimi di seduta dopo aver toccato un massimo di 260. Il rendimento del 10 anni è sceso al 2,29% da 2,32% del finale di venerdì.

Nei primi tre mesi del 2019 la media giornaliera dei volumi scambiati sui titoli di Stato italiani è scesa del 27% rispetto al primo trimestre 2018, mentre lo stesso dato per la zona euro mostra un incremento del 15%.

In marzo il controvalore del portafoglio di titoli di Stato italiani detenuto da soggetti esteri è salito a 648,919 miliardi dai 645,537 miliardi di febbraio.

SARRI FRENA I BIANCONERI, GIALLOROSSI CHIUDONO IL RIALZO

In una giornata senza storia, è stato il calcio a riservare emozioni. Partito in timido rialzo, il titolo Juventus ha perso posizioni nel corso della giornata per chiudere ai minimi a -3,41%: debutto in rosso per Maurizio Sarri, che paga la delusione per il mancato arrivo di Pep Guardiola.

Andamento opposto per l’As Roma: il titolo ha galleggiato sotto la parità per tutta la seduta, in contemporanea con la conferenza stampa d’addio di Francesco Totti. Ma, con un improvviso contropiede, il titolo ha chiuso in salita dell’1,59%.

TIM LASCIA WALL STREET, BANCHE CONTRASTATE

Tim (+1%) ha deciso di avviare la procedura per uscire dal NYSE di New York: potrebbe essere il primo passo di una semplificazione della proprietà, la prossima potrebbe essere il lancio di un’offerta sulle azioni risparmio (+1%).

Banche deboli nel finale. In Europa tiene banco la notizia che a luglio la prossima assemblea di Deutsche Bank (+1,36%) varerà un piano di pulizie nell’ordine di 50 miliardi di euro senza far ricorso a fondi pubblici.

In Italia, a sottolineare che l’emergenza non è finita, arriva la notizia dell’emendamento di Lega e M5s che introduce incentivi fiscali alle aggregazioni fra banche del Mezzogiorno, ovvero un sostegno alla Banca Popolare di Bari i cui coefficienti patrimoniali sono scivolati sotto i requisiti fissati da Banca d’Italia dopo la perdita netta di 397 milioni registrata lo scorso anno.

I titoli migliori ieri sono stati quelli di Banco Bpm e Bper (+0,76%). Tra i Big, Unicredit cede lo 0,26%, Intesa San Paolo lo 0,35%.

Nel gestito salgono Azimut (+1,47%) sostenuta da attese per i risultati del trimestre e Banca Generali (+1,1%), in attesa di una possibile acquisizione in Svizzera.

SALE FCA, VOLKSWAGEN SPINGE CNH

Ben raccolta Fiat Chrysler (+0,9%) in un mercato che guarda a una possibile riapertura dei colloqui con Renault.

Nel resto dell’automotive, Pirelli -0,3% e Cnh Industrial +0,6%. Va avanti, anche se le condizioni di mercato non sono favorevoli, la procedura di quotazione di Traton, la controllata di Volkswagen attiva negli automezzi pesanti, a multipli superiori al titolo della società che fa capo ad Exor.

Ferrari +0,5%. Jefferies alza il target price a 130 euro.

LEONARDO-NAVAL, ALLEANZA SUI SILURI

Avanza Fincantieri (+1%) sull’onda della firma della joint venture con Naval Group.

Leonardo (-0,3%) sta discutendo un’alleanza sui siluri con Naval. È stato lo stesso Ad del gruppo francese a rivelarlo.

Da segnalare anche i cali di Mondadori (-3,13%) e di Tod’s (-3,02%).

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