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Brexit, i ministri faranno campagna per uscire dalla UE con l’ok di Cameron

I ministri britannici potranno schierarsi e fare campagna a favore dell’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. E’arrivato l’ok di David Cameron la cui posizione dipenderà dall’esito dei negoziati con Bruxelles. – Due i punti caldi: la sospensione dei benefici Welfare per i cittadini UE e il riconoscimento di un’unione “multi-valuta”.

Brexit, i ministri faranno campagna per uscire dalla UE con l’ok di Cameron

Il Primo Ministro britannico David Cameron consentirà ai suoi ministri di fare una campagna per sostenere l’uscita del Regno Unito dalla Ue. La posizione del Premier dipenderà invece dall’esito dei negoziati con gli altri Stati Membri della Ue. Nel caso in cui le sue richieste fossero soddisfatte, l’inquilino di Downing Street potrebbe schiararsi contro la Brexit.

Queste le indiscrezioni circolanti negli ultimi giorni in merito ad una delle questioni pìù “spinose” del 2016. In base alle posizioni espresse in passato sarebbero almeno due i ministri a favore dell’addio britannico all’Unione Europea: il responsabile del lavoro e delle pensioni Iain Duncan Smith e la segretaria all’Irlanda del Nord Theresa Villiers. A favore di Brexit anche il leader della Camera dei Comuni Chris Grayling. Ad essi si aggiungono Michael Gove, segretario alla giustizia, Sajid Javid, segretario al business, e John Whittingdale, segretario alla cultura.

In base a quanto riportato dai media inglesi il referendum sulla Brexit dovrebbe svolgersi tra giugno e luglio del 2016. Nel mese di febbraio invece si attendono ulteriori sviluppi sui negoziati tra Regno Unito e Unione Europea. Il punto di maggiore frizione riguarda in particolare la sospensione quadriennale del diritto ai benefici del Welfare britannico per i cittadini Ue che Cameron vorrebbe attuare al più presto e che secondo Bruxelles violerebbe uno dei principi fondamentali dell’Unione Europea. A dicembre, nel corso dell’ultimo meeting dei capi di Stato e di Governo, la Commissione si è impegnata a trovare delle soluzioni alternative: si parla di un ‘freno d’emergenza’ all’emigrazione nel caso in cui i servizi pubblici si trovassero nell’impossibilita’ di fronteggiarne gli effetti e rischiassero una crisi finanziaria.

Altro tema caldo è la richiesta del Regno unito di riconoscere esplicitamente l’Ue come un’unione “multi-valuta”, una dichiarazione ufficiale che però potrebbe fornire un assist ai Paesi che non fanno parte dell’unione monetaria per non rispettare l’obbligo ad adottare la moneta unica.

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