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BORSE OGGI 3 MAGGIO: i mercati scommettono su una Fed più morbida. L’inflazione rallenta in Europa ma non in Italia

La Fed sconta un nuovo aumento dei tassi dello 0,25% ma potrebbe annunciare che il gioco sta cambiando e le Borse ci sperano – Inflazione a due facce – Unicredit, Stellantis, Enel e Mediobanca sotto i riflettori di Piazza Affari

BORSE OGGI 3 MAGGIO: i mercati scommettono su una Fed più morbida. L’inflazione rallenta in Europa ma non in Italia

No, forse il peggio non è passato a giudicare dalla frana continua delle banche regionali Usa. Ma le cattive notizie non sempre portano male. La conferma arriva dai future di Wall Street che, dopo una giornata molto difficile, hanno preso a muoversi al rialzo dopo la chiusura nella convinzione che, oltre ad annunciare lo scontato aumento di un quarto di punto del costo del denaro, la Fed potrebbe far sapere che il gioco sta per cambiare. Il presidente uscente della Fed di Boston, Eric Rosengren dice che con l’economia sempre più vicina alla recessione, sarebbe un errore alzare i tassi.

Future oggi in rialzo, tonfo per le banche

• Anche le piazze europee dovrebbero rialzare la testa in avvio dopo i forti ribassi accumulati ieri nel pomeriggio dopo il cambio di rotta dei bancari. I future segnalano un rialzo in apertura dello 0,4%.
Milano ha accusato un calo dell’1,65%. A far peggio solo Madrid-1,72%, l’altro mercato più condizionato dai titoli del credito. Londra -1,25 schiacciata da Bp -5% dopo il taglio del buy backi.
Parigi -1,45% resta comunque la Borsa migliore del 20023 nonostante il clima da guerra civile che è costato la riduzione del rating da AA a AA-. Ma dalla Cina arriva la conferma che il lusso è ripartito, prima e meglio dell’economia: le vendite di Hermés nel Celeste Impero sono cresciute del 23% nei primi quattro mesi.

L’inflazione rallenta in Europa, galoppa in Italia

• In Europa l’inflazione ha dato segni di rallentamento in aprile, attestandosi a +0,7% mese su mese, dal +0,9% di marzo. Il dato è in linea con le aspettative. Anno su anno, l’inflazione core è +5,6%, quel che si aspettava il consensus: in marzo il dato era stato +5,7%.
• In Italia invece, l’inflazione galoppa. Secondo i dati preliminari diffusi dall’Istat, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,5% su base mensile e dell’8,3% su base annua, in accelerazione dal 7,6% del mese precedente.
• La pur modesta flessione dell’inflazione fa sperare che la Bce domani limiti ad un quarto di punto l’aumento dei tassi. Ma la tendenza al rialzo proseguirà comunque a giugno e probabilmente oltre l’estate.
• Il Bund tedesco a 2,25% da 2,31%, BPT a 4,16% da 4,25%.
• Giornata di ribassi ieri a Wall Street: Nasdaq -1,1%, S&P500 -1,2%. A condizionare il mercato, più che l’attesa delle decisioni della Fed, ci hanno pensato le nuove perdite delle banche regionali: Pac West -28%, Western Alliance -15%. L’indice di settore ha lasciato sul terreno il 5,5%:

Icahn -20%, il Raider nel mirino dei Raider

• Ha preso il via in questo clima un’altra battaglia finanziaria, forse la meno attesa. Il bersaglio è nientemeno che Carl Icahn, uno dei più celebri raider di sempre, stavolta a 86 anni nell’inedita veste di preda. Ad attaccare è Hindenburg, il fondo che ha messo in ginocchio l’indiano Adano Group con le accuse di aver gonfiato le valutazioni. Stesso copione per Icahn, il cui titolo ha perso ieri il 20%.

Corre Ford, frena Starbuck

A borsa chiusa sono stato resi noti i conti di Ford e di Starbucks. Il costruttore automotive ha battuto le stime a livello di utile, opaco invece l’outlook fornito sul 2023. Meglio del previsto la partenza d’anno della catena di caffetterie, ma le indicazioni sull’andamento del business diffuse nel corso dell’incontro con gli analisti hanno deluso. Il titolo è arrivato a perdere il 5%.

Il mercato del lavoro Usa sta perdendo forza. Le posizioni aperte sono scese a 9,59 milioni, da 9,97 milioni di febbraio, il consensus si aspettava 9,73 milioni. Il dato è importante in merito alle prossime mosse di politica monetaria:

Acquisti sui bond, non pesa la crisi del debito Usa

I dati macro USA sotto le attese hanno fatto scattare qualche acquisto sui Treasury 10 anni prima della FED, rendimento a 3,42% da 3,56%. Il mercato ha comprato bond governativi, malgrado le turbolenze generate dalla questione del mancato ritocco del tetto del debito che minaccia di congelare la spesa dei ministeri. Il Tesoro Usa ha avvertito che entro giugno il governo potrebbe terminare i fondi per i pagamenti qualora non fosse alzato.
Chiuse oggi le Borse della Cina continentale e quelle del Giappone. In calo i mercati aperti.
Hang Seng di Hong Kong -1,7%, primo ribasso dopo quattro sedute in rialzo. Scendono le società dell’high tech, del petrolio e dell’immobiliare.
Kospi di Seul -1%. S&P ritiene che l’economia coreana sarà penalizzata più di altre aree sviluppate dalla frenata delle vendite dei chip. L’analista JunHong Park, nel corso della presentazione di un report, ha detto che per le società coreane le possibilità di taglio del rating sono tornate ad essere superiori a quelle di un miglioramento. La borsa dell’India ha aperto in ribasso dello 0,3%.

Battuta d’arresto per il petrolio, brilla l’oro

Giornata nera ieri per il petrolio scivolato a 75,30 dollari al barile. Le aspettative di una frenata della crescita hanno zavorrato le materie prime. Ha pesato anche la notizia in arrivo dall’Iran: il ministro Javad Owji ha detto nel corso di un evento che la produzione giornaliera ha superato i 3 milioni di barili.
Brilla l’oro :2015 dollari l’oncia dopo la miglior seduta da un mese, giustificato dal rallentamento più rapido del previsto del mercato del lavoro Usa.

Orcel alza la guidance, Tavares le vendite (+7%)

Mattinata ricca di numeri in arrivo dalle trimestrali.
Unicredit ha migliorato la guidance sul 2023 dopo avere chiuso il primo trimestre con una crescita dell’utile superiore alle attese, sostenuto da forti ricavi. L’istituto guidato da Andrea Orcel prevede per l’anno in corso un utile netto di oltre 6,5 miliardi, migliorando le indicazioni fornite a febbraio di un risultato 2023 in linea con quello del 2022 di 5,2 miliardi di euro. L’utile netto del primo trimestre è stato di 2,06 miliardi di euro, superiore al consensus degli analisti fornito dalla banca di 1,3 miliardi.
Stellantis ha registrato un aumento del 14% dei ricavi netti nel primo trimestre grazie soprattutto alle maggiori consegne e ai prezzi netti favorevoli. I ricavi netti sono stati pari a 47,2 miliardi, sopra le attese degli analisti di 45,5 miliardi, secondo un sondaggio Reuters. Le consegne consolidate sono state pari a 1,476 milioni di unità, in crescita del 7% grazie principalmente alla migliore disponibilità di semiconduttori rispetto al primo trimestre 2022.
Enel. L’amministratore delegato uscente Francesco Starace ha dichiarato a Repubblica che sarebbe disposto a rimanere per non più di un mese per aiutare la transizione verso un nuovo management, e ha ribadito che non sarebbe disponibile per un altro mandato come amministratore delegato.
Pirelli. Il patto parasociale che governa la società è giunto a scadenza il 28 aprile e il suo rinnovo entrerà in vigore a partire dalla data di pubblicazione dell’avviso di convocazione dell’assemblea dei soci Pirelli prevista il 29 giugno, in attesa che il governo concluda la valutazione del patto stesso nell’ambito dei poteri di golden power.
Francesco Gaetano Caltagirone ha aumentato la sua partecipazione in Mediobanca al 9,9%.
Lo ha detto un portavoce confermando un articolo su La Stampa.
Caltagirone, secondo il sito Consob, aveva 5,499% di Mediobanca.

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