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Borse in ritirata, Mediaset-Vivendi frena Milano

Tra incertezze politiche e calo delle materie prime, sono tutti negativi i listini europei. La nuova discesa del petrolio, incalzato dalla produzione shale Usa, penalizza Eni, Saipem e Tenaris. A Piazza Affari tra le Blue Chips si salva solo Unicredit. Mattinata difficile per gli industriali e in particolare per Stm e Fca

Borse in ritirata, Mediaset-Vivendi frena Milano

Il rimbalzo di Wall Street non ha contagiato i listini europei, in ribasso alla riapertura delle Borse anche per la pressione sul petrolio. A Milano l’indice Ftse Mib, dopo un avvio promettente, arretra dell’1,10% circa, attorno a 19.600 punti. Il Cac40 parigino perde l’1,13%. Meno pesante la discesa di Francoforte (-0,4%) e Madrid (-0,7%). Londra -0,7% dopo l’annuncio delle elezioni anticipate in Gran Bretagna.

Scendono i titoli delle materie prime e i petroliferi. Ieri il Brent ha perso l’1% calando a 55,4 dollari al barile, quotazione confermata negli scambi di stamattina. Pesa l’aumento della produzione dello shale oil Usa, sufficiente a compensare il calo delle estrazioni dei Paesi Opec. Eni scende dell’1,4%, Saipem -2,1%, Tenaris -3,1%.

L’approssimarsi delle presidenziali francesi, il cui primo turno si terrà domenica prossima, non sembra per ora pesare in particolar modo sull’euro. Il dollaro conferma la quotazione di ieri a 1,065 contro l’euro, in calo da 1,061 di giovedì scorso.

La valuta Usa non reagisce alle dichiarazioni di ieri del segretario al Tesoro, Steve Mnuchin, che ha contraddetto il presidente Trump dicendo che il dollaro forte è una buona cosa. Le rinnovate tensioni tra Usa e Corea del Nord, inoltre, limitano i margini di risalita del dollaro.

A Istanbul la Borsa turca segna un lieve rialzo dello 0,1% dopo il contestato esito del referendum costituzionale, che ha visto la vittoria di stretta misura del presidente Erdogan e della sua proposta di trasformazione dello Stato in repubblica presidenziale. Si rafforza la lira turca, a 0,36992 contro il dollaro (+0,2%). 

A Piazza Affari prende velocità la discesa di Mediaset (-2,8%) e di Telecom Italia (-2,3%) a poche ore dal verdetto dell’Agcom chiamata a decidere se Vivendi può essere contemporaneamente primo azionista di Telecom Italia con il 24% e secondo azionista di Mediaset con il 29%, o se questo doppio ruolo è in contrasto con la legge. 

“Nel caso venisse accolta la tesi della società italiana – si legge in una nota di Icbpi – per Vivendi potrebbe essere disposto il congelamento dei diritti di voto eccedenti il 10% di Mediaset, con conseguente rafforzamento di Fininvest. In questo caso, infatti, il cda di Mediaset potrebbe convocare un’assemblea straordinaria per l’introduzione del voto multiplo (maggiorazione diritti di voto per gli azionisti detentori delle azioni da almeno due anni”.

Tra le blue chip è in terreno positivo solo Unicredit (+0,5%). Secondo La Repubblica, Unicredit potrebbe cedere la sua quota in Mediobanca, che scende dell’1,5%. A rilevare la partecipazione dovrebbe essere Intesa (-1,5%). Bper Banca perde l’1,2%, Banco Bpm -3,2%. 

Secondo quanto emerge dalle comunicazioni di Borsa italiana, Francesco Gaetano Caltagirone ha arrotondato la partecipazione al 3,6% circa del capitale di Generali (+0,1%).

Mattinata difficile per gli industriali. Stm perde il 3%, Leonardo invariata, Fiat Chrysler -1,6%, Cnh Industrial -2%.

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