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Borse, gran rimbalzo da Wall Street a Piazza Affari

Il boom del lavoro Usa, il rinvio dei tassi Fed, il recupero della Cina e il rialzo del petrolio danno sprint alle Borse – Piazza Affari guadagna il 3,37% grazie alle banche e ai petroliferi – Forti acquisti anche su Cnh e Fca

Borse, gran rimbalzo da Wall Street a Piazza Affari

Un’epifania di acquisti illumina oggi le Borse e chiude in bellezza un periodo natalizio assai burrascoso. Piazza Affari guadagna il 3,37% e si riporta a 18.831 punti, con titoli petroliferi e banche in orbita. Nel listino principale perde solo Amplifon, -0,69%, su cui prevalgono i realizzi dopo i guadagni di ieri.

Finale con il botto anche per Francoforte +3,37%, Parigi +2,72%; Madrid +2,52%; Londra +2,16%. I listini europei, già ben intonati nella prima parte della seduta, accelerano nel pomeriggio con l’apertura in rialzo di Wall Street, che a sua volta prende forza, dopo la prima fase di scambi, dalle parole del presidente della Fed Jerome Powell, “paziente e flessibile”, pronto a un cambio rotta nella politica monetaria qualora ce ne fosse bisogno (nel 2019 sono previsti due aumenti del costo del denaro). Wall Street festeggia: al momento il Nasdaq sale di quasi 4 punti percentuali, mentre Dow Jones e S&P 500, che hanno vissuto il dicembre peggiore dal 1931 e un avvio d’anno da dimenticare, registrano progressi vicini al 3%. Apple sta recuperando il 3,7% dopo il tracollo di ieri.

Molte le notizie che stanno contribuendo a questa ottima seduta da est a ovest, con la chiusura in rialzo stamattina dei mercati asiatici (con l’eccezione di Tokio -2,2%) e quella dei listini europei: dalla risalita degli indicatori di dicembre sull’attività manifatturiera e servizi in Cina, alla ripresa del dialogo fra Usa e celeste impero per evitare nuovi dazi, con una delegazione a stelle e strisce che andrà a Pechino la prossima settimana.

Positivi anche i dati macro Usa, in particolare quelli sul mercato del lavoro a dicembre, molto superiori alle attese: le buste paga del settore non agricolo sono cresciute di 312 mila unità, rispetto alle 184 mila previste e alle 176 mila della rilevazione precedente (rivista da 155 mila unità). I salari orari medi sono aumentati dello 0,4% dal +0,2% di novembre e contro il +0,3% previsto dagli analisti, mentre il tasso di disoccupazione è salito al 3,9% dal 3,7 per cento.

Alle 10 del mattino, ora americana, è poi Jerome Powell a gettare benzina sul fuoco: “Saremo pazienti nel guardare come evolverà la situazione dell’economia – dice il presidente della Fed, parlando all’American Economic Association – e pronti a cambiare in maniera significativa” la rotta della politica monetaria americana, se sarà necessario “in modo rapido e flessibile”.

In questo contesto perdono quota i beni difensivi come l’oro, che scende a 1284,87 dollari l’oncia (-0,71%), mentre vola il petrolio, nonostante le scorte settimanali Usa risultino invariate ed era atteso un calo; Brent +2,54%, 57,37 dollari al barile.

Brindano i titoli oil di Piazza Affari: Saipem è il migliore +6,47%; bene Eni +3,61% e Tenaris +3.77%. Le banche riprendono fiato: Unicredit +5,96%; Mediobanca +5,95%. Carige resta sospesa, mentre Reuters scrive che i commissari straordinari hanno avviato contatti preliminari con la Sga, la società del Tesoro che gestisce crediti deteriorati, per valutare una possibile acquisizione di Npl dell’istituto genovese funzionale a un’operazione di aggregazione.

Brilla la galassia Agnelli, con Fca, +5,61%, dopo gli ottimi dai sulle vendite Usa pubblicati ieri; Cnh +5,97%. Diasorin, +5,58%, beneficia dell’ok dell’autorità statunitense competente per un suo nuovo test diagnostico.

Il cambio euro dollaro è poco mosso in area 1,14.

Moderatamente positivo il secondario italiano: il rendimento del decennale è al 2,89% e lo spread con il Bund chiude in calo dello -0,19% a 268.30 punti.

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