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BORSE CHIUSURA 27 FEBBRAIO – Le banche trascinano il Ftse Mib al top dell’Europa

L’ottima performance delle banche, Unicredit in testa, dà sprint a Piazza Affari che riprende la corsa dopo una settimana difficile

BORSE CHIUSURA 27 FEBBRAIO – Le banche trascinano il Ftse Mib al top dell’Europa

Le borse europee centrano oggi un robusto rimbalzo, dopo le perdite della scorsa ottava e anche Wall Street, che venerdì ha archiviato la peggior settimana del 2023, si sta muovendo in progresso nella mattina americana, anche se gli indici stanno rallentando dopo l’avvio intonato.

Nel Vecchio Continente la chiusura è sotto i massimi, ma decisamente positiva.

Piazza Affari regina in Europa, scende lo spread

Piazza Affari torna regina in Europa con un rialzo dell’1,7% a 27.444 punti base, grazie agli acquisti sulle banche, tra le quali svetta Unicredit -4,62%. I realizzi pesano invece su Saipem, -0,71%, unica blue chip in rosso, che questa sera presenterà i dati trimestrali. Il titolo, nel corso del nuovo anno, ha guadagnato il 30% circa. 

Per l’Italia arriva poi un segnale incoraggiante dalla risalita della fiducia dei consumatori a febbraio, mentre rimane stabile quella delle imprese, a prova che il Belpaese può resistere al rischio recessione. 

Questo favorisce la chiusura in verde anche del secondario: lo spread tra Btp 10 anni e Bund di pari durata arretra del 3,3% a 178 punti base, con il tasso del Btp in lievissimo calo da venerdì, a 4,32% e quello del Bund in crescita a +2,54%.

Tornando all’azionario europeo è solida l’avanzata di Parigi +1,51%, Amsterdam +1,42%, Madrid +1,19%, Francoforte +1,14%. Londra è un po’ indietro e si apprezza dello 0,72%, nel giorno dell’accordo sul protocollo per l’Irlanda del Nord tra Ue e Gran Bretagna.

Il clima pare sereno, in attesa della stima flash dell’inflazione della zona euro, in agenda giovedì.

Intanto l’euro tratta in rialzo contro il dollaro e riconquista un cambio intorno a 1,06.

Il petrolio è in rosso, con i future di maggio di Brent e (aprile) Wti che perdono oltre l’1%. 

Wall Street guarda ancora alla Fed

Il cattivo umore della scorsa settimana, infiammato nell’ultima seduta dall’inflazione in ripresa, sembra lasciare oggi spazio oggi a nuove speranze dopo i dati americani sugli ordini di beni durevoli di gennaio, peggiori delle stime.

Secondo il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti (Bureau of the Census), questi segnano un decremento mensile del 4,5% dopo il +5,1% del mese precedente (dato rivisto da un preliminare di +5,6%). Le stime di consensus indicavano un -4%.

Il dato “core”, al netto degli ordinativi del settore trasporti, è in aumento dello 0,7% e si confronta con il -0,4% del mese prima (dato rivisto da -0,1%) e il +0,1% atteso dal mercato. Se si esclude il settore della difesa, gli ordinativi sono diminuiti del 5,1%, dopo il +5,6% precedente (dato rivisto da +6,2%).

Gli investitori tolgono però il piede sull’acceleratore e restano concentrati sulle prossime mosse della Federal Reserve, che si teme disponibile a ridimensionare l’inflazione anche a costo di mandare indietro l’economia.

Tra i singoli titoli scende Pfizer, -1,3% che, per il Wall Street Journal, sarebbe in trattativa per acquisire l’azienda biotech Seagen, per un’operazione da oltre 30 miliardi di dollari. È piatta Berkshire Hathaway, conglomerata di Warren Buffett che sabato ha comunicato una riduzione dei profitti operativi nel quarto trimestre del 7,9% a 6,7 miliardi di dollari, a causa delle pressioni inflative, e un buyback da 2,855 miliardi di dollari, per quasi 8 miliardi nel 2022, dopo il record di 27 miliardi nel 2021.

Netflix e Tesla sono tra i migliori sullo S&P 500.

Salgono infine i prezzi dei T-Bond e scendono i rendimenti, dopo che il titolo del Tesoro a due anni era salito al 4,83%, livello massimo dal luglio 2007.

Piazza Affari, brillano le banche in attesa di Mps

Banche sugli scudi a Milano, con Unicredit che ha beneficiato dall’ingresso nell’indice Euro Stoxx 50, al posto di Linde che esce dal paniere europeo a seguito del suo delisting dal Dax di Francoforte.

Sulla banca guidata da Andrea Orcel inoltre Jeffries conferma l’indicazione a comprare.

Nel report ‘On the Road with the CEO’ gli analisti sostengono che il management continua a fornire un’indicazione “convincente” su un sostenibile percorso di elevata distribuzione di capitale agli azionisti, alla luce del cambiamento di approccio al business con una focalizzazione su ricavi, sull’efficienza operativa e patrimoniale”.

In un rapporto sulle banche piccole e medie, Jeffries dice inoltre che i multipli p/e rimangono ancora a livelli storicamente bassi, nonostante le performance positive dei titoli da inizio anno, e gli istituti continueranno a battere le stime del consensus grazie alla spinta dei margini di interesse. Questo ha favorito gli acquisti su Bper +2,87% e Banco Bpm, +2,31%. Fuori dal listino principale scalda i motori anche Mps, +2,83% che, secondo due operatori di mercato, sentiti da Reuters, dovrebbe tornare nell’indice dei principali 40 titoli quotati con la revisione trimestrale che sarà annunciata il primo di marzo e che sarà operativa dal 20 del prossimo mese. La banca senese manca dal Ftse Mib da sei anni.

Benino Anima Holding, +0,94%, a seguito dell’annuncio dell’accordo per l’acquisizione dell’80% della Sgr alternativa Castello per 60 milioni di euro. 

Tra le blue chip sono in luce anche i titoli industriali: Iveco +2,57%, Interpump +2,55%, Pirelli +2,433%.

L’energia è contrastata: si apprezza Tenaris +2,46%, mentre Saipem è in maglia nera.

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