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BORSE CHIUSURA 13 FEBBRAIO – Piazza Affari ancora in rally con Iveco super. Nasdaq in netto rialzo

Tutte le Borse in territorio positivo sia in Europa che in America mentre l’euro si rafforza sul dollaro – A Milano brilla Iveco e scivola Saipem – Il Nasdaq segnala il recupero dell’high tech Usa in attesa del dato di domani sull’inflazione

BORSE CHIUSURA 13 FEBBRAIO – Piazza Affari ancora in rally con Iveco super. Nasdaq in netto rialzo

La settimana finanziaria europea si apre bene, sorretta dal miglioramento delle previsioni economiche della Commissione UE e dall’avvio intonato di Wall Street. Negli Usa il clima appare ottimista alla vigilia della pubblicazione dei dati sui prezzi al consumo, che potrebbe consentire ai mercati di festeggiare San Valentino se l’inflazione si rivelasse in ulteriore rallentamento. Tra i titoli a stelle e strisce vola Microsoft, +3,74%, che la scorsa settimana ha raggiunto il valore di mercato di 2.000 miliardi di dollari, grazie all’integrazione dell’intelligenza artificiale su Bing ed Edge.

Milano positiva, mentre il centrodestra sbanca in Lazio e Lombardia

Piazza Affari archivia la seduta odierna con un progresso dello 0,63% a 27.438 punti base, mentre a urne chiuse sembra che il centrodestra abbia stravinto in Lombardia e nel Lazio, anche se l’astensione ha raggiunto livelli preoccupanti.

Nel resto d’Europa sono toniche Amsterdam +1,39%, Parigi +1,11% e Madrid +1,03% e leggermente più arretrate Francoforte +0,59% e Londra +0,8%. La schiarita arriva dopo un’ottava negativa, la prima su tre per l’Eurostoxx, anche se il Ftse MIb si è distinto dalla truppa con un guadagno dell’1,2%.

Sul mercato dei cambi l’euro è in recupero sul dollaro, dopo essersi sgonfiato leggermente negli ultimi giorni della scorsa settimana. Il cross al momento è oltre 1,071.

Nell’energia il petrolio tratta debole, con il Brent in calo dello 0,73% a 85,76 dollari al barile e il greggio texano in ribasso dello 0,56% a 79,27 dollari al barile.

Si raffreddano ulteriormente i prezzi del gas naturale: -4,3%, sotto i 52 euro al Mwh.

Per la Commissione Ue il quadro sta migliorando

Anche grazie al calo dei prezzi del gas, la situazione economica dell’Unione Europa appare migliore di quanto temuto e la Commissione Ue ha alzato le stime sulla crescita 2023, abbassando quelle per l’inflazione. La temuta recessione sembra schivata.

“La domanda interna potrebbe risultare superiore alle previsioni se i recenti cali dei prezzi del gas all’ingrosso si trasmetteranno con maggiore forza ai prezzi al consumo e se i consumi si dimostreranno più resistenti”, sostiene Bruxelles.

Naturalmente la guerra in Ucraina mantiene alto il tasso d’incertezza, ma la domanda estera potrebbe rivelarsi più robusta dopo le riaperture cinesi e la fine della politica zero Covid.

In termini percentuali l’incremento del pil 2023 dovrebbe essere dello 0,9% per l’area dell’euro e dello 0,8% nella Ue, rispetto a +0,6% e +0,5% attesi in precedenza. Nel 2024 +1% in eurolandia e +1,6% nella Ue.

La corsa dei prezzi dovrebbe ridimensionarsi al 5,6% nel 2023 per l’eurozona (6,4% nell’Ue) e al 2,5% nel 2024 (2,8% nell’Ue). Nelle precedenti previsioni economiche d’autunno l’inflazione era attesa al 6,1% nell’eurozona (7% nell’Ue) nel 2023 e al 2,6% nel 2024 (3% nell’Ue).

Per l’Italia le cose vanno un po’ peggio: il pil è atteso in crescita dello 0,8% quest’anno e dell’1% l’anno prossimo. L’inflazione al 6,1% nel 2023 e al 2,6% nel 2024.

Piazza Affari, banche miste e Telecom volatile

Nella seduta odierna sono andati bene molti titoli industriali, si sono visti spunti sul risparmio gestito, hanno corso in ordine sparso le banche, mentre Telecom ha faticato a trovare la rotta. La chiusura vede Iveco, +4,63%, nuovamente in maglia rosa, confortata anche dal Buy di Equita. I progressi sono robusti per Amplifon +3,87%, Interpump +2,68%, Pirelli +1,86%, quest’ultima aiutata dalla raccomandazione “outperform” di Intermonte prima dei risultati che verranno diffusi la settimana prossima.

Nel risparmio gestito si distinguono Banca Generali +2,2% e Finecobank +2,25%. Tra le banche si mette in luce Bper +2,15%, mentre Unicredit è la peggiore -0,33%, in gran parte a causa delle prese di profitto dopo i guadagni a seguito dei risultati. Alcuni commentatori mettono in evidenza che sul settore pesa la presenza in Russia di alcune banche, dopo il piano di Mosca che prevede la cancellazione del debito per chi viene ucciso o mutilato in guerra, prospettiva che induce gli istituti ad accelerare l’addio al paese.

La seduta si chiude in profondo rosso per Saipem, -5,7%, dopo la corsa che ha caratterizzato questi mesi. Secondo gli operatori è probabile che qualche ancora presente nell’azionariato dopo l’aumento di capitale, stia alleggerendo la posizione alla luce del rally del titolo.

Lettera per Nexi -3,26% e per le utility a partire da Hera -1,18%.

Telecom Italia, che domani terrà il cda sui conti, chiude piatta una seduta volatile, nell’impazienza di novità sulla rete. Secondo il Sole 24 Ore di sabato, il Tesoro starebbe valutando l’ipotesi di investire fino a 2 miliardi di euro per acquistare il 20% della infrastruttura, mantenendo un ruolo di indirizzo dopo l’eventuale quotazione della Netco.

Spread in calo

Chiude in verde anche l’obbligazionario: lo spread tra Btp decennale e Bund di pari durata scende a 172 punti base (-2,02%), con rendimenti indicati in lieve ribasso a 4,06% (da 4,08%) per il titolo italiano e in lieve rialzo al 2,34% (da 2,33%) per il titolo tedesco.

Si placa in chiusura la corsa del Bund sulla scadenza breve dei due anni visto venerdì quando il tasso si è spinto al 2,75%, ai massimi dal 2008, in un movimento simile ai titoli di Stato americani a causa degli attesi nuovi rialzi del costo del denaro da parte di Fed e Bce.

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