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Borsa, finale in recupero per Milano e Francoforte, mentre Parigi limita l’effetto Moody’s

L’ondivaga Merkel (“Faremo tutto il possibile contro la crisi”) e il buon avvio di Wall Street (ma Ibm e Goldman S. deludono) danno fiato alle banche e alle Borse europee – Parigi teme il declassamento ma limita le perdite – Avance di Agco per Fiat Industrial – Corrono Pirelli, Autogrill e Unicredit – Bpm: passo indietro di Benvenuto – Spread Btp-Bund a 384

Borsa, finale in recupero per Milano e Francoforte, mentre Parigi limita l’effetto Moody’s

FINALE IN BELLEZZA PER MILANO E FRANCOFORTE
PARIGI LIMITA L’EFFETTO MOODY’S. SPREAD A 384 BP

Finale in bellezza per le Borse europee grazie anche alla tenuta di Wall Street. L’indice Eurostoxx 50 delle principali blue chip riduce le perdite dal -2% della mattinata a -0,15%. L’indice Ftse Mib sale dello 0,34% a quota 15970, seguita da Francoforte rotta (+0,31%). Riducono i ribassi le altre Borse europee: Londra -0,48% e Parigi -0,79%. Pesa sull’andamento del Vecchio Continente la performance negativa delle banche francesi, appesantite dal warning di Moody’s sulla tripla A francese. Bnp Paribas ha lasciato sul terreno il 4,8%, peggio Société Générale (-5,2%) mentre il Crédit Agricole segna -3,5%.

L’euro è stabile a 1,368 contro il dollaro, da 1,373 della chiusura di ieri sera. Sul mercato dei titoli di Stato si rafforza il Bund (135,6) e si allarga lo spread di rendimento con il nostro Btp che sale a 384 punti base da 368 di ieri pomeriggio. Piazza Affari è sostenuta in particolare dai titoli delle banche e dagli industriali. A livello macro una buona notizia è arrivata dai dati sui prezzi alla produzione di settembre, migliore delle stime sia su base mensile (+0,8% contro un rialzo atteso dello 0,2%) che su base annuale (+6,9% contro 6,4%). Al netto dei prodotti alimentari e dell’energia, i prezzi sono scesi del 2% contro attese di un rialzo dello 0,1%.

AVANCE DI AGCO PER FIAT INDUSTRIAL
JP MORGAN PREFERISCE PIRELLI

Dopo un avvio in calo, Fiat ha invertito la rotta + 2,35%. I dati sulle immatricolazioni di auto a settembre in Europa non sono confortanti: in un mercato cresciuto complessivamente dell’1,1%, le vendite del gruppo Fiat sono scese del 7,8% e la quota di mercato si è ridotta al 6,5% dal 7,1% dello stesso periodo dell’anno precedente. Inoltre oggi sul titolo è intervenuta JP Morgan che ha confermato la raccomandazione underweight e ha abbassato il target price a 4 euro da 6 euro. Barclays ha invece alzato il target price a 6 euro da 5 euro, confermando la raccomandazione equal weight.

L’amministratore delegato dell’americana AGCO, Martin Richenhagen, ha confermato stanotte che la sua società sarebbe interessata a rilevare Cnh da Fiat Industrial +2,19. Acgo è un produttore di trattori e mezzi agricoli che capitalizza 3,6 miliardi di dollari, la metà di quel che capitalizza Cnh. Improbabile l’operazione, anche per le continue smentite del Lingotto. Inoltre se l’operazione dovesse avvenire, Agco rischierebbe di essere limitata da un probabile intervento dell’Antitrust perché le due entità diventerebbero un soggetto dominante nel segmento dell’agricoltura. Pirelli (+3,94%) arriva a guadagnare il 30% dal minimo degli ultimi 12 mesi toccato il 4 ottobre.

Oggi JP Morgan ha prodotto un report sull’industria dell’auto nel quale taglia il target price su una buona parte di società del settore. Tra le altre cose, gli analisti scrivono che i produttori di pneumatici, per via del mercato secondario dei ricambi delle gomme, hanno prospettive migliori dei produttori di autoveicoli. La Borsa sposa questa visione: la tedesca Continental sale del 2,2%, Michelin +2,5%.

BPM, BENVENUTO FA UN PASSO INDIETRO
BALZO DI UNICREDIT. CDA ANCORA IN CORSO

Buona l’intonazione delle banche del Bel paese. Unicredit sale del 2,7%, Intesa +1,22%, Banco Popolare +0,84%, Bpm +0,97%. A proposito di Popolare Milano, ieri è stato reso noto che Giorgio Benvenuto ha ritirato la propria candidatura al consiglio di sorveglianza di Pop Milano, nella lista dell’Associazione Amici della Bpm, nell’assembla di sabato prossimo. La decisione, comunicata dallo stesso Benvenuto con una lettera al presidente dell’istituto Massimo Ponzellini e al presidente dell’Associazioni Amici della Bpm, Allessandro dall’Asta, è dovuta alla mancanza dei requisiti di eleggibilità più stringenti introdotti dalla Banca d’Italia.

La scelta di Benvenuto di ritirare la propria candidatura “è stata causata dall’introduzione di vincoli per la eleggibilità dei consiglieri miopi rispetto alla volontà di trovare le migliori soluzioni per il rilancio della Banca Popolare di Milano”, sostiene in una nota separata il segretario generale delle Uilca, Massimo Masi. “L’istituto dovrà in futuro rinunciare al contributo di esperienza e professionalità di un uomo come Giorgio Benvenuto, la cui moralità indiscutibile, rappresentava una garanzia per il percorso di trasparenza in Banca Popolare di Milano, che la Uilca ha sempre dichiarato come indispensabile requisito da ricercare nel prossimo futuro”, ha aggiunto Masi.

E’ ancora in corso il cda di Unicredit. Interrogato dai giornalisti sui temi all’ordine del giorno, il direttore generale (Chief operating officer) Paolo Fiorentino ha detto che saranno affrontati temi di routine. La Reuters scrive, citando una fonte interna alla banca, che i consiglieri cominceranno anche a scambiarsi le idee sul piano industriale e sull’aumento di capitale. Non essendoci ancora un quadro definitivo per quanto riguarda i requisiti sul livello minimo di capitale per le banche sistemiche, per gli analisti è difficile arrivare a conclusioni precise in materia di necessità di capitale supplementare. Tra i broker circolano sull’argomento ipotesi molto diverse e distanti per quanto riguarda l’ammontare della ricapitalizzazione, si va da 5 miliardi di euro a 13 miliardi di euro

GOLDMAN SACHS FINISCE IN ROSSO, DELUDE IBM
WALL STREET SI CONSOLA CON LA COCA COLA

Wall Street riduce completamente le perdite e oscilla attorno alla parità, anche grazie ai risultati di Bank of America +5,9%, State Street +5,3% e Coca Cola +4% che hanno consentito di superare l’impatto dei conti deludenti di Ibm, resi noti a fine della seduta di lunedì, e quelli di Goldman Sachs, comunque in rialzo, nonostante le perdite nel trimestre riportate negli ultimi conti. Per la seconda volta da quando, nel 1999, è entrata a Wall Street , infatti, Goldman Sachs ha chiuso una trimestrale in rosso: 393 milioni di dollari il deficit contro profitti per 1,9 miliardi di un anno fa.

Solo nell’ultimo trimestre del 2008, ai tempi del fallimento di Lehman Brothers, avvenuto nel settembre di quello stesso anno, Goldman aveva fatto peggio. “I nostri risultati sono stati significativamente impattati dallo scenario attuale”, ha rimarcato Lloyd C. Blankfein, numero uno dell’istituto bancario newyorchese. All’interno del comparto bancario Goldman Sachs era una “sorvegliata speciale”: qualche settimana fa Citi aveva anticipato una perdita trimestrale consistente per la banca Usa e pari a 65 centesimi per azione.

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