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Borsa: crolla Tokyo, frana Milano. Pesano i dati cinesi e le parole di Bernanke

I pessimi dati in arrivo dalla Cina fanno sprofondare l’indice Nikkei (-7,3%) e la paura si estende alle Borse europee, con Piazza Affari che apre in ribasso di oltre due punti – A pesare sono anche le parole di Bernanke, che pur confermando il Quantitative easing ha ventilato la possibilità di un suo rallentamento.

Borsa: crolla Tokyo, frana Milano. Pesano i dati cinesi e le parole di Bernanke

Frana, a sorpresa, la Borsa giapponese. L’indice Nikkei chiude in ribasso del 7,3%. Pesante il resto dell’Asia, a partire da Hong Kong (-2,2%). Un tracollo che pesa sulle Borse europee: Milano apre in ribasso di oltre due punti. 

A che si deve questo terremoto? Due le cause. La prima proviene dalla Cina. L’indice dell’attività manifatturiera cinese chiude, per la prima volta da sette mesi, in calo. Ma la notizia è caduta in una Borsa già provata dalle parole del presidente della Fed Ben Bernanke. 

La Fed  vigila con attenzione sul formarsi di nuove bolle. Il rischio, negli ultimi tempi, “è cresciuto un po’”. Così Ben Bernanke in risposta alla domanda di un senatore nell’audizione al Congresso Usa. Insomma, non è ancora semaforo rosso, ma il giallo è più vicino.  Il banchiere centrale ha da un lato  rassicurato i mercati sulla continuazione della politica di stimolo all’economia, ma ha anche affermato che “già nei prossimi mesi” la banca centrale potrebbe decidere di ridurre gli acquisti di titoli sul mercato secondario. 

Un discorso a più dimensioni che, in cifre, si può sintetizzare così: il Qe andrà avanti finché la disoccupazione non scenderà sotto il 6,5% e l’inflazione non risalirà oltre il 2,5%. Ma il Qe resterà nelle dimensioni attuali o si ridurrà?  A leggere i verbali dell’ultima riunione della  Fed, pubblicati ieri,  “un certo numero” di membri del direttorio della Fed  si sono detti aperti a porre un freno agli acquisti già dal prossimo meeting in calendario il 18 e 19 giugno. Non è l’opinione della maggioranza, ma Bernanke, evidentemente deciso a frenare l’euforia dei mercati, ha ieri detto  che una frenata del passo con cui acquista bond, ora pari a 85 miliardi di dollari al mese, potrebbe essere decisa  “già” nei prossimi mesi.

L’INVERSIONE DI ROTTA PARTE DA WALL STREET

Il risultato? Wall Street, effervescente dopo le parole di conferma del Qe (gli indici hanno aggiornato i massimi storici) ha  invertito la rotta e ha chiuso in terreno negativo: S&P 500 – 0,83, Dow Jones -0,52% e Nasdaq addirittura -1,11%. Il tutto nel giro di pochi minuti, sufficienti perché il dollaro balzasse ai massimi da tre mesi: 1,2849 sull’euro.   

Il dollar index perde lo 0,3% a 83,60 e l’oro balza oltre la soglia dei 1400 dollari l’oncia portandosi a 1410 dollari, +2,5%. L’ Europa ha chiuso in terreno positivo prima che Bernanke pronunciasse le parole di prudenza che hanno innescato la retromarcia dei listini. La Borsa di Londra ha guadagnato lo 0,5%, Parigi +0,3%, Francoforte +0,6%.   I titoli che hanno reagito meglio sono quelli più legati al ciclo economico: minerari (Stoxx del settore +0,7%), banche (+0,4%). A Milano l’indice FtseMib è salito dello 0,6%, 

Nell’audizione di Bernanke non è mancato del resto un accenno, positivo al Vecchio Continente. “A partire dalla scorsa estate, le condizioni finanziarie nell’eurozona sono migliorate in qualche modo, cosa che dovrebbe aiutare a mitigare il rallentamento dell’economia nel Vecchio Continente e allo stesso tempo ridurre gli effetti sull’economia americana”.

TRONCHETTI E  MALACALZA LITIGANO ANCORA. IN EVIDENZA EGP

Fra le blue chip di Piazza Affari si sono messe in evidenza le banche, trainate da Intesa +2,6% e Montepaschi  +1,7%. Unicredit ha guadagnato l’1%, Ubi +2,3%. Fra i titoli industriali, Fiat è salita sale dello 0,9%, Fiat Industrial +1,2%. Si tratta di “dichiarazioni e valutazioni completamente false”. Così  Fiat Industrial in una nota replica alle preoccupazioni legate al trasferimento della sede fiscale dall’Italia a Londra. “Da molti anni – recita una nota –   Cnh Global ha la sede legale in Olanda. In Italia invece, come negli altri Paesi, hanno sede le società nazionali che svolgono attività in ogni singola nazione e che continueranno a pagare le tasse dove operano”. L’affermazione che l’Italia perderebbe più di 500 milioni di tasse “’è quindi assolutamente falsa. Questa cifra deriva dal consolidamento delle tasse di ogni singola azienda del Gruppo in conformità con le leggi locali”. 

Exor, la holding della famiglia Agnelli, ha chiuso in rialzo dell’1,1%.  In netto calo Terna -3,3% dopo che il  secondo azionista, Romano Minozzi, ha portato  a termine la vendita dell’intera sua quota, pari al 5,3%. Forte rialzo di Enel Green Power +2,9%  che ha incrementato gli investimenti nell’eolico in Usa. Marcia indietro di Snam -0,9%. Fra le mid e small cap, d’Amico è salita del 4,7%, Trevi +4%,Ei Towers +2,9% e Poltrona Frau +2,5%.

Hanno chiuso in calo Maire Tecnimont -4,1%. Si scaldano le società immobiliari, con Aedes (+35%) e Gabetti (+12%). Rcs -3,3%. Si terrà probabilmente  lunedì 27 maggio la riunione  in vista dell’assemblea degli azionisti (30 maggio) che dovrà varare l’ aumento di capitale di 400 milioni di euro.

Camfin +0,99%. Botta e risposta tra Marco Tronchetti Provera e la famiglia Malacalza. Una nota di  Mtp spa e Mtp Partecipazioni ha comunicato nel pomeriggio  che “in data odierna hanno invitato Malacalza Investimenti srl a un incontro da tenersi il 23 maggio per definire tra l’altro nell’ambito delle procedure previste dagli accordi vigenti la definitiva e completa separazione delle rispettive partecipazioni in Gpi spa come richiesto dalla stessa Malacalza Investimenti”.

Ma la stessa Malacalza Investimenti ha fatto sapere di  aver declinato  l’invito all’incontro:  “Malacalza Investimenti – si legge in una  nota – comunica che i tempi della soluzione prospettata, la sua concomitanza con l’operazione prospettata dalla stampa che – nei contorni descritti – snatura la nostra partecipazione industriale in Camfin!. La nota parla di !ulteriori condizioni poste nella comunicazione separata inviataci via fax oggi da Marco Tronchetti Provera (condizioni curiosamente non citate nel suo comunicato)! che inducono la famiglia a non accettare l’invito di Tronchetti.

Ultima puntata in serata. !Egregi Signori – recita il testo della comunicazione partita dal quartier generale di Tronchetti –  rispondiamo al Vostro fax in data odierna il cui contenuto ci lascia non solo stupiti ma francamente attoniti…. E’ appena il caso di ricordarVi che si tratta di vicende che afferiscono a società quotate, per cui Vi assumete ogni e qualsiasi responsabilità anche sotto tale profilo per il turbamento che il Vostro contraddittorio comportamento dovesse provocare sul mercato”.

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