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Bollicine italiane da record: nel 2022 sfiorato il miliardo di bottiglie prodotte. Boom dell’export

Molto apprezzati sia in Italia che all’estero gli spumanti italiani stanno vivendo un momento d’oro nonostante l’inflazione e i timori legati agli eventi geopolitici

Bollicine italiane da record: nel 2022 sfiorato il miliardo di bottiglie prodotte. Boom dell’export

La produzione di spumanti italiani non conosce crisi: nel 2022 sfiorato il miliardo di bottiglie prodotte (978 milioni), in leggero aumento (+4%) rispetto a uno eccezionale 2021 (+25%), con i comuni e varietali (+10%) che fanno meglio degli sparkling Doc-Igp (+3%, 807 milioni di bottiglie). A rilevarlo l’Osservatorio Uiv-Vinitaly che ha elaborato i dati di imbottigliamento raccolti presso gli Organismi di certificazione. A livello territoriale, l’85% dello spumante italiano Dop-Igp proviene dal Veneto (683 milioni di bottiglie), poi Piemonte (9% e 72 milioni), Lombardia (3% e 24 milioni), Trentino (2% e 16 milioni) ed Emilia-Romagna (1% e 7,4 milioni).

Spumanti a tutti i pasti, non solo alle feste

La febbre per le bollicine italiane raggiunge il suo picco durante le feste, ma export e nuove abitudini hanno reso questi vini protagonisti anche durante i pasti o come aperitivo, comunque sganciato dalle festività. Questo cambiamento è avvenuto nel corso degli ultimi 20 anni con una forte accelerazione negli ultimi 10, in primo luogo grazie alla moda degli aperitivi e dello Spritz. E il principale effetto di questa dinamica emerge con chiarezza dai dati della produzione che è letteralmente esplosa negli ultimi anni. Secondo le cifre elaborate dall’Osservatorio dell’Unione italiana vini nel 2000 la produzione di spumanti in Italia era circa 80 milioni di bottiglie all’anno, oggi sfiora il miliardo. Mentre le vendite di bollicine nel 2000 erano attorno ai 600mila ettolitri e oggi sono arrivate a oltre 2 milioni di ettolitri con un’incidenza sul totale dei consumi di vino del 15%-

Le vendite di spumante in Italia nel 2022

Il 2022, sulle vendite in Italia, si chiude a +1% (284 milioni di bottiglie consumate), di cui -3% sul circuito retail e +5% su quello ristorazione-bar. Una performance comunque da non sottovalutare, anche se i veri vincitori in Gdo risultano gli Charmat non Prosecco, in forte crescita in generale (+13%), ma soprattutto al discount (+22% annuo). I consumi interni di spumante hanno raggiunto un completo livello di maturità: nel 2022, la quota sul totale vino si è attestata al 13,5% (era al 9% nel 2015), con il Prosecco al solito grande protagonista delle vendite con il 44% di quota volume.

Vola l’export: Prosecco grande protagonista

A trainare la crescita dello spumante italiano è l’export all’estero con un valore che supera per la prima volta i 2 miliardi di euro nel 2022 e conquista le tavole mondiali, battendo per richiesta anche lo Champagne (anche se quest’ultimo continua a spuntarla grazie agli alti prezzi). Nel 2022 l’Italia ha esportato 5,2 milioni di ettolitri di spumante, in crescita del 6% rispetto al 2021, di cui 3,7 milioni di Prosecco (+6%) e 461mila di Asti (+9%). Forte incremento dei valori esportati, superiore al 19% per il totale categoria per un controvalore di 2,2 miliardi di euro. Il Prosecco rimane la punta di diamante dell’export (+22% a valore, 1,6 miliardi di euro) ma cresce bene anche l’Asti Spumante, che vola a +16% e 168 milioni di euro di vendite.

I Paesi sempre più innamorati delle nostre bollicine

Lo spumante pesa per il 24% volume sul totale export, quota che solo nel 2015 era del 14%, e addirittura del 7% nel 2010. Oggi le bollicine sono il primo prodotto esportato in piazze chiave come Uk (44% di quota contro il 9% del 2010), Francia (49% contro 12%), Russia (44%), Belgio (39% contro 17% di 12 anni prima), Austria (33%). Negli Usa, primo mercato a valore, gli spumanti con una quota di mercato del 33% sono dietro solo ai bianchi (36%) ma davanti ai rossi (24%). Solo sette anni prima, le bollicine stavano al 17% contro 45% dei bianchi e 30% dei rossi.

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