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Bollette, verso la fine del mercato tutelato: salta la proroga delle scadenze. Tutte le misure del decreto Energia

Nel decreto Energia approvato lunedì dal Consiglio dei ministri non c’è la proroga della fine del mercato tutelato di luce e gas. Pichetto Fratin promette modalità di passaggio morbide

Bollette, verso la fine del mercato tutelato: salta la proroga delle scadenze. Tutte le misure del decreto Energia

Non c’è la proroga della fine del mercato tutelato di luce e gas nel decreto energia approvato lunedì dal Consiglio dei Ministri. Le tariffe in bolletta fissate dallo Stato e non dalla concorrenza finiranno il 10 gennaio 2024 per il gas e l’1° aprile per l’elettricità. 

All’interno del provvedimento, invece, hanno trovato spazio disposizioni urgenti per la sicurezza energetica del Paese, la promozione del ricorso alle fonti rinnovabili, il sostegno alle imprese energivore e al funzionamento del mercato al dettaglio dell’energia elettrica.

Fine del mercato tutelato: nessuna proroga

Dopo mesi di rinvii, il decreto legge energia è arrivato in Consiglio dei ministri, ma senza l’attesa proroga per la fine del mercato tutelato. Le scadenze del 10 gennaio per il gas e del 1° aprile per l’elettricità, d’altronde, rientrano tra gli impegni presi dall’Ue nell’ambito del Pnrr. 

Stando così le cose, dunque, entro la metà del 2024, 9,5 milioni di famiglie e partite Iva dovranno sottoscrivere un nuovo contratto sia per la fornitura di gas sia per l’elettricità. Il Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica ha fatto sapere che istituirà un tavolo per studiare modalità di passaggio “morbide” e non traumatiche per le famiglie. La norma però non è ancora pronta. 

Decreto Energia: incentivi per le imprese energivore

Le imprese a forte consumo di energia elettrica, come quelle della chimica, del vetro e del tessile (circa 3.800) saranno incentivate a installare impianti a fonti rinnovabili: per i primi tre anni il Gse (Gestore dei servizi energetici, la società pubblica per la promozione delle rinnovabili) potrà anticipare gli effetti della realizzazione di questi impianti, garantendo energia rinnovabile ad un prezzo in linea con i costi della tecnologia: l’energia anticipata potrà essere restituita nei successivi 20 anni.

Nasce inoltre un fondo per Regioni e Province Autonome con 350 milioni l’anno fino al 2032 per misure di compensazione e riequilibrio ambientale e territoriale a fronte dell’installazione di impianti fotovoltaici in aree idonee. Il Fondo si alimenterà con i proventi delle aste Ets di Co2 per 200 milioni annui, e con un contributo in capo ai produttori di energia da fonti rinnovabili che abbiano impianti di taglia superiore a quella domestica.

Porto Empedocle e Gioia Tauro rigassificatori urgenti

Il decreto approvato dal Cdm interviene anche sul settore gas, stabilendo che vengano rilasciate nuove concessioni per l’estrazione di idrocarburi, a fronte dell’impegno di cedere quantitativi di gas al Gse, che poi lo fornirà alle imprese gasivore. In base a quanto previsto, saranno considerate di “pubblica utilità, indifferibili e urgenti” le opere per la costruzione e l’esercizio di terminali di rigassificazione di gas naturale liquido on-shore: una norma che riguarda direttamente i futuri impianti di Porto Empedocle, in Sicilia, e Gioia Tauro, in Sardegna. 

Il decreto rende inoltre più semplici le procedure per le autorizzazioni allo stoccaggio di anidride carbonica nei giacimenti di idrocarburi esausti.

Nucleare: via libera alle autocandidature per il deposito delle scorie

Un’altra novità importante contenuta nel decreto riguarda la possibilità concessa a Regioni e Comuni di presentare autocandidature per ospitare il deposito nazionale delle scorie nucleari. 

La legge fino ad oggi prevedeva che la struttura potesse essere realizzata solo nei Comuni ritenuti idonei dalla Sogin, la società pubblica per lo smantellamento delle centrali atomiche. Negli ultimi anni però, diversi Comuni non compresi nella Carta delle aree potenzialmente idonee (Cnapi) si sono autocandidati e la Lega ha presentato un disegno di legge per dare anche a loro la possibilità di ospitare il deposito (che porta sostanziosi contributi pubblici e migliaia di posti di lavoro). Il decreto Energia cambia quindi la norma in questo senso: “per promuovere la possibilità di una più celere individuazione dell’area di stoccaggio”, spiega il Mase.

Decreto Energia, Pichetto Fratin: “Provvedimento che vale 27,4 miliardi di investimenti”

Il decreto legge Energia contiene anche molte altre novità importanti. Si tratta di “un provvedimento che vale 27,4 miliardi di investimenti”, spiega il ministro per l’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, che aggiunge: “Vogliamo liberare le grandi potenzialità del nostro Paese, per renderlo riferimento nel Mediterraneo sulle rinnovabili”.

“L’obiettivo del decreto è dare alcune regolamentazioni nuove e far ripartire un nuovo sistema sul fronte dell’energia, che permetta di guardare avanti e abbia una valenza di fruibilità. Un punto importante rispetto alla bozza è prevedere i porti per l’eolico offshore, attrezzare almeno due porti con un meccanismo a candidature per creare le basi per l’eolico offshore che determina grandi investimenti”, ha detto Pichetto Fratin, in videocollegamento con l’evento di Italia Direzione Nord alla Fondazione Stelline a Milano

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