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Bollette luce e gas: moratoria per chi non può pagare e bonus 150 euro. Meloni studia con Draghi nuovi aiuti

Potrebbe arrivare fino a 25 miliardi il primo provvedimento del prossimo Governo per contrastare l’impennata di luce e gas: bonus, scudo per i morosi e taglio sulla benzina

Bollette luce e gas: moratoria per chi non può pagare e bonus 150 euro. Meloni studia con Draghi nuovi aiuti

In arrivo un nuovo decreto Aiuti? Bollette di luce e gas bruciate in piazza, imprese al bivio tra l’aumento dei prezzi e la chiusura. È la fotografica di un’Italia colpita dal caro energia con cui il nuovo Governo di centrodestra si dovrà confrontare. L’ultimo aggiornamento delle tariffe dell’energia diffuso la settimana scorsa da Arera (l’Autorità di Regolazione di Energia, Reti e Ambiente) prevede un incremento dell’elettricità che toccherà la quota del 59% negli ultimi tre mesi del 2022, mentre per il gas sono previsti rincari del 60%.

Le impennate di luce e gas sono state in parte calmierate dal Governo Draghi, intervenuto con 8 decreti per redistribuire 66 miliardi quest’anno. Altri 10 miliardi sono stati lasciati in eredità al Governo entrante che potrebbe approvare prossimamente un nuovo decreto Aiuti per sostenere i cittadini con l’aumento vertiginoso delle bollette. Ma non basteranno. E soprattutto bisognerà capire se la corsa dei prezzi si placherà anche per effetto delle decisioni europee sul tetto al prezzo del gas, sul tavolo del prossimo vertice dei capi di Stato e di governo europei di Praga il 6 e 7 ottobre.

Il dialogo Meloni-Cingolani

Meloni condivide la linea del ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, con cui la leader di FdI e il suo staff sono in contatto da giorni. «La priorità è fermare la speculazione sul gas. Continuare all’infinito a compensare il costo delle bollette regalando soldi a chi si sta arricchendo sulle spalle di cittadini e imprese sarebbe un errore», ha detto Meloni. Quindi no alla strada percorsa da altri Stati come la Germania, «sì invece a fare di tutto per aumentare la produzione di energia, sia con i rigassificatori sia con l’estrazione del gas, sia togliendo i vincoli burocratici che impediscono l’utilizzo pieno delle fonti rinnovabili».

Sganciare il prezzo del gas dal Ttf, Cingolani: “Piano entro 48 ore”

Si parte dalle proposte dell’ex premier, come il tetto al prezzo del gas e il disaccoppiamento, in parte annunciate dal ministro in vista del prossimo vertice europeo di giovedì: «Entro 48 ore faremo la proposta» per sganciare il prezzo del gas dal Ttf, il punto di scambio del gas che funge da hub per l’intera Europa, «agganciandolo a Borse un pò più stabili», identificando «un indice europeo» che stabilisca un range di variazione (potrebbe essere ad esempio una media pesata degli indici più importanti del mondo: Brent, Henry hub, Gnl cinese e australiano), in modo che il prezzo europeo non sia troppo diverso da quello del resto del mondo.

Il disaccoppiamento dell’energia da rinnovabili dal prezzo del gas

Un’altra misura sulla quale sta lavorando Meloni è il disaccoppiamento dell’energia prodotta da fonti rinnovabili dal prezzo del gas. Un provvedimento che, secondo Meloni, «si può fare con una norma nazionale», senza il via libera della Ue. Per finanziare la misura si pensa di utilizzare i 20 miliardi dei fondi strutturali europei (quelli della programmazione 2014-2020 che l’Italia non ha potuto spendere in quanto non è riuscita a presentare progetti adeguati).

Ed è proprio sulla base del lavoro di Cingolani e Draghi che Meloni sta aspettando prima di mettere a punto le sue mosse, che potrebbero prevedere anche un quarto decreto Aiuti con coperture ancora da studiare. Vediamo quali potrebbero essere le novità su bollette, sconti e bonus contro il caro bollette su cui si sta muovendo la premier in pectore.

Decreto Aiuti quater? Nuovo provvedimento per contrastare l’aumento delle bollette

Per il nuovo Parlamento, il primo provvedimento da convertire in legge sarà il decreto Aiuti ter da 14 miliardi varato e introdotto dal Governo Draghi. Sarà difficile però introdurre altre misure con i tempi strettissimi tra insediamento delle Camere e formazione del nuovo esecutivo. Ecco, dunque, l’idea di un decreto Aiuti quater, il primo provvedimento firmato dalla coalizione di centrodestra che ricalcherebbe la linea dell’ex premier, ovvero “senza alcun scostamento di bilancio”. Che invece Salvini chiede ripetutamente.

Secondo anticipazioni di stampa, il primo decreto legge di un eventuale governo guidato da Meloni potrebbe contare su un budget di 25 miliardi di euro e che sarà “in assoluta continuità con gli ultimi tre dell’esecutivo Draghi”. Nel dettaglio, 10 miliardi proverranno dal minore deficit nella Nota di aggiornamento al DEF (NADEF). Altrettanti dalle “extra entrate tributarie degli ultimi quattro mesi dell’anno”, in particolare l’Iva. C’è poi un miliardo che potrebbe arrivare dalle tasse sugli extraprofitti per le aziende rinnovabili e altri 5 miliardi dalla tassa sugli extraprofitti delle società energetiche.

Credito di imposta, Bonus 150 euro e taglio accise

Secondo il quotidiano, il governo Meloni utilizzerà 4,7 miliardi per finanziare a dicembre il rinnovo del credito d’imposta alle imprese energivore in cui Draghi ha aggiunto anche negozi, ristoranti e bar. Altri 3 miliardi andranno a finanziare il bonus di 150 euro per circa 20 milioni di lavoratori e pensionati, compresi autonomi, con un reddito di non oltre 20 mila euro. Circa 2 miliardi serviranno per prorogare lo sconto sulle accise del carburante di 30,5 centesimi, a partire dal 17 ottobre fino alla fine dell’anno, ma la proroga potrebbe anche saltare considerando la diminuzione del costo del carburante delle ultime settimane.

Nel decreto Aiuti la moratoria in caso di bollette non pagate

Emerge anche un’altra ipotesi. Una moratoria per le bollette non pagate da famiglie e imprese, senza interruzione di luce e gas in caso di almeno sei mesi di bollette non pagate. In più dovrebbe intervenire il fondo Sace, società di assicurazione dei crediti controllata dal ministero dell’Economia, allargato anche alle piccole imprese di fornitori di energia, che rischiano di fallire per l’insolvenza della clientela.

Cassa integrazione “gratuita”

In caso di peggioramento ulteriore della crisi energetica, si ipotizza un nuovo ciclo di cassa integrazione “gratis come la Cig Covid”, conclude Repubblica.

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