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Benzinai, sciopero di 10 giorni contro modifiche a decreto liberalizzazioni

Le sigle sindacali di categoria Faib Confesercenti e Fegica Cisl “l’immediato stato di agitazione e la chiusura per sciopero degli impianti stradali e autostradali” a causa della ”retromarcia dell’Esecutivo che, sulle liberalizzazioni, ha capitolato davanti ai petrolieri”.

Benzinai, sciopero di 10 giorni contro modifiche a decreto liberalizzazioni

I benzinai dichiarano un maxi sciopero di dieci giorni contro le modifiche che – secondo la bozza circolata nelle ultime oreil Governo avrebbe apportato al decreto-liberalizzazioni in tema di carburanti. Le sigle sindacali di categoria Faib Confesercenti e Fegica Cisl “l’immediato stato di agitazione e la chiusura per sciopero degli impianti stradali e autostradali” a causa della ”retromarcia dell’Esecutivo che, sulle liberalizzazioni, ha capitolato davanti ai petrolieri”. Le date della serrata saranno indicate “se e non appena le bozze di decreto circolate in queste ore dovessero trovare conferma”.

Il decreto, che sarà varato domani dal Consiglio dei ministri, dovrebbe contenere alcune correzioni dell’ultim’ora. Due su tutte: la fine dell’esclusiva per il rifornimento di carburante sarebbe concessa solo ai gestori che sono contemporaneamente proprietari degli impianti, mentre la completa deregulation potrebbe essere limitati ai soli impianti esterni ai centri urbani.

Sembra inoltre che sia ancora incerto il riscatto della proprietà degli impianti di distribuzione dietro indennizzo per gli attuali proprietari. Se tutto questo fosse vero, secondo i sindacati, “il settore della distribuzione carburanti sarebbe, nella sostanza, cancellato dal decreto”.

 Secondo i gestori non ci sarà “nessun impianto ‘multimarca’, così come anche l`Antitrust aveva recentemente chiesto. Nessuna libertà per i gestori di rifornirsi sul libero mercato alle condizioni più convenienti per poter dare agli automobilisti italiani prezzi più bassi dei carburanti”.

“Il Governo si limita a gettare fumo negli occhi dell`opinione pubblica ‘liberando’ solo chi è già libero, cioè i proprietari gli impianti: alla fine il provvedimento non riguarda più di 500 impianti su 25.000. Per il resto, il controllo dei petrolieri sull`intera filiera, ‘dalla culla alla tomba’, che consente loro di mantenere in Italia i prezzi più alti d`Europa, viene completato definitivamente con un regalo inaspettato: ogni compagnia potrà fissare le condizioni contrattuali che vuole, con ogni singolo benzinaio, senza nessuna tutela, nessuna contrattazione, nessuna mediazione collettiva”, spiega una nota di Fegica e Faib.

“Emerge chiara – aggiungono – anche attraverso la possibilità data ai petrolieri di espellere i gestori e fare impianti completamente selfizzato, la volontà di punire una intera categoria di lavoratori, titolari di piccole impresa, per il semplice fatto di avere osato sostenere la vera liberalizzazione del settore, sfidando i poteri forti”.

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