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Battaglia sull’acqua al Sud. Critiche dalla Basilicata alla nuova Società che dal 2024 gestirà il ciclo idrico

La nuova società voluta dal governo, in capo al MEF, è contestata dalle opposizioni. Il riassetto del sistema è in contraddizione con l’autonomia differenziata.

Battaglia sull’acqua al Sud. Critiche dalla Basilicata alla nuova Società che dal 2024 gestirà il ciclo idrico

La sete del Sud non potrà essere soddisfatta dalla nuova società Acque del Sud Spa. Il governo l’ha voluta ma la Basilicata si ribella alla creazione della nuova struttura inserita nella legge n.74 del 21 giugno sulle amministrazioni pubbliche. La società avrà un capitale iniziale di 5 milioni di euro e prenderà il posto dell’Ente per lo Sviluppo dell’Irrigazione e la Trasformazione Fondiaria in Puglia, Lucania ed Irpinia (Eipli). L’Ente è stato sciolto, ma continua a fare gestione e manutenzione della rete di adduzione. La Regione guidata dal centrodestra con Vito Bardi è accusata dalle opposizioni di non tutelare i lucani. E non solo perché vivono un’estate torrida ma perché le istituzioni locali sono escluse dalla futura organizzazione del servizio. E c’è di mezzo anche l’autonomia differenziata. Con l’entrata in campo della nuova società dal primo gennaio 2024 la Regione non avrà più il controllo del ciclo idrico. L’acqua come bene pubblico della Basilicata per le sue fonti sarà completamente nelle mani della Società controllata dal MEF.

Attacchi politici e accordi tra Regioni

“L’acqua è il nostro oro blu, dice il capogruppo in Regione di Italia Viva, Luca Braia.” Per responsabilità di questo centrodestra al governo non avremo più voce in capitolo”. L’acqua della Basilicata arriva anche in Puglia e sono in corso contatti con Michele Emiliano per un’azione coordinata contro la legge che ha definito ruoli e responsabilità della nuova società. La Regione è stata esautorata da qualsiasi valutazione per cui una discussione in Consiglio regionale potrebbe portare ad un chiarimento. Del resto spaventa che Acque del Sud in prospettiva cederà parte del proprio capitale a soggetti privati, mantenendo pubblica una quota minoritaria. Ad aprile scorso, però, il Presidente della Regione ha firmato un accordo di Programma con il Governo e con lo stesso Emiliano sulle risorse idriche. In quell’accordo sono stati approvati gli aggiornamenti della componente ambientale della tariffa acqua e certificato i volumi di acqua che dalla Basilicata vanno alla Puglia. Insomma, dice Bardi ” l’acqua della Basilicata è dei lucani. E i lucani devono trarne beneficio”. Roberto Cifarelli capogruppo Pd in Consiglio regionale non è d’accordo con Bardi e spiega: “Noi auspicavamo che la titolarità della gestione idrica da gennaio 2024 diventasse a maggioranza della Basilicata insieme alla Puglia e alla Campania. Questo in virtù del fatto che in Basilicata abbiamo dighe per 1 miliardo di metri cubi di capacità di contenimento dell’acqua e grandi infrastrutture. Acqua del Sud nel tempo cederà il 30 % a soggetti privati e solo il 5% ad altri soggetti pubblici. Uno scippo per la Basilicata”. Le autonomie locali non avranno più potere e mentre la Lega con il progetto di autonomia differenziata vuole dare più competenze alle Regioni, in Basilicata accade il contrario. Dalla periferia al centro, anche se non è scontato che una partecipazione dei privati alla gestione idrica peggiori il quadro. In fondo il vecchio Ente- Eipli- era stato combattuto a lungo dalla sinistra e il suo commissariamento doveva finire. Non si aspettavano una conclusione centralista.

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