Condividi

Bankitalia rivede al ribasso la stima del Pil 2024 e al rialzo nel 2025. Inflazione sotto al 2% nel prossimo triennio

Nel complesso il Pil aumenterebbe dello 0,7% nel 2023, dello 0,6% nel 2024 e dell’1,1% nel 2025 e nel 2026 – L’inflazione si ridurrà nettamente a partire dal 2024 mantenendosi al di sotto del 2% – Ecco le proiezioni macroeconomiche di Bankitalia

Bankitalia rivede al ribasso la stima del Pil 2024 e al rialzo nel 2025. Inflazione sotto al 2% nel prossimo triennio

Bankitalia lima al ribasso la stima del Pil 2024 e quella dell’inflazione per l’intero periodo 2023-2025, al rialzo il Pil 2025. L’economia italiana, dunque, crescerà in modo graduale nei prossimi anni, con un aumento dei consumi familiari, investimenti rallentati e occupazione in crescita. Ma il tasso di disoccupazione diminuirà lentamente. L’inflazione è data al 6% nella media di quest’anno e diminuirà sotto il 2% nel prossimo triennio. Tuttavia, ci sono rischi legati al contesto geopolitico e alle incertezze globali, che potrebbero influenzare negativamente la crescita economica. È quanto emerge dall’ultimo Bollettino economico di Bankitalia. Le proiezioni macroeconomiche per l’Italia nel periodo 2023-2026 di Via Nazionale, sviluppate nell’ambito dell’esercizio coordinato dell’Eurosistema, riflettono uno scenario che prevede un contenuto impatto economico derivante dall’incertezza geopolitica, evitando tensioni significative sui mercati finanziari internazionali e delle materie prime.

Nel contesto previsto, si prevede che gli scambi internazionali riprendano la crescita nei prossimi tre anni, con un aumento medio del 3%. Le proiezioni tengono conto delle informazioni più recenti relative alla manovra di bilancio per il 2024-2026 e all’utilizzo dei fondi europei nell’ambito del programma Next Generation EU, basandosi sul Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Tuttavia, le condizioni monetarie e creditizie risultano irrigidite a causa del significativo aumento dei tassi di interesse di politica monetaria.

Una crescita graduale

Riguardo all’andamento economico, dopo un lieve aumento estivo, il Pil è previsto stagnare nel trimestre in corso, con una successiva graduale ripresa dall’inizio del prossimo anno, sostenuto dalla ripresa del reddito disponibile e della domanda estera. Nel complesso, il Pil aumenterebbe dello 0,7% nel 2023, dello 0,6% nel 2024 e dell’1,1% nel 2025 e nel 2026.

Rispetto alle proiezioni pubblicate in ottobre, la crescita del Pil è rivista al ribasso nel 2024, riflettendo una prolungata fase di debolezza economica, mentre viene rivista al rialzo nel 2025, principalmente a causa delle ipotesi da parte dei mercati finanziari di tassi di interesse leggermente più bassi.

Consumi, investimenti e occupazione

I consumi delle famiglie si espanderebbero a ritmi superiori a quelli del Pil, sostenuti dal recupero del potere d’acquisto. Gli investimenti rallenterebbero notevolmente, influenzati dai crescenti costi di finanziamento e dalla rigidità nell’accesso al credito. Le esportazioni seguiranno l’andamento della domanda estera, mentre le importazioni cresceranno in misura leggermente inferiore, per via della debolezza della spesa per investimenti in beni strumentali, caratterizzati da un elevato contenuto di prodotti importati.

L’occupazione, in forte crescita nel 2023, proseguirà la sua espansione, ma a ritmi più contenuti rispetto all’aumento del PIL. Il tasso di disoccupazione diminuirà gradualmente, attestandosi poco sotto il 7,5% nel 2026.

Riviste al ribasso le stime dell’inflazione

L’inflazione al consumo, attualmente al 6%, si ridurrà nettamente nel prossimo triennio, mantenendosi in media al di sotto del 2%. Questa discesa riflette principalmente la riduzione dei prezzi delle materie prime e dei prodotti intermedi, compensata solo parzialmente dall’accelerazione delle retribuzioni (previste in aumento di circa il 3,5 per cento all’anno in media nel triennio 2024-26). L’inflazione di fondo si ridurrebbe più lentamente, coerentemente con una trasmissione graduale dei minori costi degli input intermedi ai prezzi finali. Pressioni al rialzo potrebbero provenire da nuovi aumenti dei prezzi delle materie prime.

In confronto alle stime di ottobre, l’andamento dell’inflazione al consumo è stato corretto al ribasso per l’intero periodo 2023-2025, con un’accentuata revisione nel 2024 di 0,5 punti percentuali. Questa correzione riflette una discesa più rapida dei prezzi dell’energia e un rallentamento più significativo della componente di base, come evidenziato dai dati più recenti.

Nel dettaglio, Via Nazionale stima un’inflazione del 6% nel 2023, dell’1,9% nel 2024, dell’1,8% nel 2025 e dell’1,7% nel 2026.

I rischi

Va sottolineato che queste proiezioni sono caratterizzate da un’incertezza elevata, con rischi maggiormente orientati al ribasso. Il contesto geopolitico, le incertezze globali e le potenziali difficoltà nell’economia cinese sono tutti fattori che potrebbero influenzare la crescita economica in modo negativo. Pertanto, i rischi di una maggiore restrizione monetaria e una diminuzione della fiducia di famiglie, imprese e investitori sono da considerare nella valutazione delle prospettive economiche.

In sintesi, le proiezioni indicano una crescita graduale dell’economia italiana con alcuni elementi positivi, ma anche con rischi e sfide che potrebbero influenzare il quadro economico complessivo.

Commenta