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Bankitalia: regole banche sono costate l’1% del Pil

Secondo uno studio di Via Nazionale, le norme introdotte dopo la crisi hanno provocato un credit crunch che è costato all’Italia l’1% del prodotto interno lordo in due anni – L’analisi considera gli aumenti dei requisiti patrimoniali delle banche negli ultimi dieci anni

Bankitalia: regole banche sono costate l’1% del Pil

Le nuove norme sulle banche adottate dopo la crisi finanziaria hanno provocato una restrizione del credito temporanea che è costata all’Italia l’1% del Pil nell’arco di un biennio. È quanto si legge in uno studio di prossima pubblicazione curato da economisti della Banca d’Italia e anticipato nella Relazione annuale di via Nazionale.

L’analisi considera gli aumenti dei requisiti patrimoniali delle banche negli ultimi dieci anni. Modifiche che hanno prodotto una maggiore patrimonializzazione che, ricorda la Banca d’Italia, comporta numerosi benefici per il settore tra i quali l’aumento della resistenza delle banche agli shock avversi.

L’aumento, tuttavia, può accompagnarsi a una restrizione delle condizioni di offerta del credito, come in effetti è avvenuto in Italia. “Ciascuno di questi interventi (di aumento dei coefficienti patrimoniali, ndr) si è tradotto in una riduzione temporanea dei volumi di credito offerto alla clientela e in un incremento, seppure contenuto, dei margini applicati ai prestiti”.

La conseguenza della “restrizione creditizia ha avuto effetti negativi sui principali aggregati macroeconomici, quantificabili in una contrazione media del Pil, su un orizzonte di due anni, dell’1 per cento”.

Risultati simili si sono registrati anche in analisi realizzate in altri paesi nota ancora la Relazione nella quale si aggiunge che i costi di breve periodo derivanti dall’introduzione di nuove regole prudenziali possono essere mitigati “dalla loro introduzione nelle fasi più propizie del ciclo economico”.

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