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Banche, nuove regole Ue: meno rischi e più capitale

In arrivo nuovi livelli minimi di capitale per gli enti a rilevanza sistemica a livello globale – Saranno chiesti anche requisiti patrimoniali maggiori a fronte delle posizioni.

La Commissione europea ha presentato oggi un pacchetto di riforme “per rafforzare ulteriormente la capacità delle banche di resistere ad eventuali shock”. È quanto si legge in un comunicato dell’Esecutivo di Bruxelles.

Ecco le principali novità in arrivo:

– l’obbligo per gli enti a rilevanza sistemica a livello globale di detenere livelli minimi di capitale e altri strumenti che assorbono le perdite in fase di risoluzione (norma che costringerebbe i colossi bancari americani ad aumentare il capitale e la liquidità delle loro controllate europee);

– misure per aumentare la resilienza delle istituzioni dell’Ue e a rafforzare la stabilità finanziaria, in particolare requisiti patrimoniali maggiori a fronte delle posizioni delle banche nel trading di azioni, bond o derivati, a causa della loro elevata volatilità;

– l’introduzione di metodologie in grado di rispecchiare più accuratamente i rischi reali a cui sono esposte le banche;

– l’obbligo di mantenere un leverage ratio del 3% vincolante al fine di ridurre i prestiti eccessivi;

– l’introduzione di un coefficiente netto vincolante di finanziamento stabile (NSFR) al fine di affrontare il problema del ricorso eccessivo al finanziamento all’ingrosso a breve termine e di ridurre il rischio del finanziamento a lungo termine (il livello minimo sarà del 100%, ossia una banca dovrà “detenere finanziamenti stabili sufficienti a soddisfare i propri bisogni di finanziamento in un periodo di un anno in condizioni sia normali sia di stress”).

Nel pacchetto dell’esecutivo sono contenute anche misure volte a migliorare la capacità di prestito delle banche per sostenere l’economia dell’Ue. In particolare, sono proposte misure specifiche per:

– rafforzare la capacità delle banche di erogare prestiti alle Pmi e di finanziare progetti infrastrutturali;

– per le banche di piccole dimensioni e non complesse, ridurre gli oneri amministrativi connessi ad alcune norme in materia di retribuzione (in particolare in materia di dilazione e pagamento in strumenti quali azioni), che nel loro caso risultano sproporzionati;

– rendere la normativa Crd/Crr più proporzionata e meno onerosa per gli enti più piccoli e meno complessi in cui alcuni degli attuali obblighi di informativa, di segnalazione e legati a portafogli di negoziazione complessi sembrano non essere giustificati da considerazioni prudenziali.

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