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Banche, il Senato respinge la sfiducia: il Governo Renzi è salvo

L’Aula di Palazzo Madama ha bocciato con ampio margine le due mozioni dell’opposizione (una presentata da M5S e una da Forza Italia e Lega) – Renzi nega il conflitto d’interessi del ministro Boschi e rivendica il decreto sulle banche popolari e il salvataggio dei quattro istituti in crisi.

L’Aula del Senato ha respinto le mozioni di sfiducia al Governo. Quella presentata da Lega e Fi sulla vicenda banche è stata bocciata con 178 voti contrari, 101 favorevoli e, un solo astenuto (che in Senato vale come voto contrario). Oltre ai gruppi di maggioranza, hanno dichiarato che avrebbero votato contro anche la componente Fare! del gruppo Misto (le senatrici tosiane) ed Ala (i cosiddetti verdiniani). Si è astenuta la senatrice Serenella Fucksia (ex-M5S ora nel Misto).

Respinta anche la mozione presentata dal Movimento 5 Stelle: in questo caso i voti contrari sono stati 174, 84 i favorevoli, più un astenuto.

Le mozioni chiedevano le dimissioni del governo a causa del fallimento delle quattro banche locali poi salvate per decreto. In particolare per Banca Etruria, a causa del conflitto di interessi del ministro Boschi, il cui padre è stato vice presidente dell’istituto di credito Arezzo. 

Renzi, con il ministro Boschi seduto alla sua destra, ha attaccato: “Per noi non ci sono amici o amici degli amici, non esiste alcun conflitto di interesse e poi da che pulpito arriva l’accusa”, riferito ai senatori di Forza Italia, “sempre meno e divisi”. Il premier ha rivendicato la riforma delle banche popolari (“andava fatto 25 anni fa come chiedevano Ciampi e Draghi”) e il salvataggio delle 4 banche (“altrimenti ci rimettevamo un milione di correntisti e 7 mila posti di lavoro”), per poi attaccare la presunta campagna di stampa sul caso Banca Etruria (“dal primo novembre gli articoli sull’immigrazione sono stati 1.770, quelli su Etruria 1.889…”).

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