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Bagna Cauda Day 2022: due weekend per celebrare la regina della cucina piemontese. La ricetta originale

Appuntamento in tanti ristoranti del capoluogo piemontese, ma anche all’estero nei due weekend del 25-26-27 novembre e del 2-3-4 dicembre. Ecco tutto quello che c’è da sapere

Bagna Cauda Day 2022: due weekend per celebrare la regina della cucina piemontese. La ricetta originale

Bagna Cauda Day 2022: torna anche quest’anno l’appuntamento per celebrare, ma soprattutto assaporare, il piatto per eccellenza della tradizione gastronomica piemontese. Una festa che ha scavalcato i confini nazionali in cui in due weekend, quelli del 25-26-27 novembre 2022 e del 2-3-4 dicembre 2022, tanti ristoranti del capoluogo piemontese, ma anche all’estero, parteciperanno alla decima edizione del goloso appuntamento proponendo la bagna cauda a pranzo e a cena ad un prezzo fisso.

La formula, dunque, rimane la stessa delle precedenti edizioni con il prezzo di riferimento del piatto che quest’anno è di 28 euro, (contro i 25 delle scorse edizioni). “Un ritocco che aiuterà i ristoratori a compensare almeno in parte l’aumento dei costi”, spiegano gli organizzatori. Mentre per 12 euro si potrà degustare un buon vino rosso Doc e Docg proposto direttamente dai produttori nei locali aderenti.

Bagna Cauda Day 2022: la novità di quest’anno è la “Sovrana”

Sono già circa 150 i locali che hanno aderito all’edizione 2022. La bagna cauda, a seconda del locale, sarà servita in una delle tre versioni a semaforo: luce rossa per “Come Dio comanda” (tradizionale), luce gialla per quella “eretica” (con poco aglio stemperato) e, infine, luce verde per l’“atea” (senz’aglio) per permettere a tutti di gustare questo straordinario piatto della tradizione.

E per ogni bagna cauda che si rispetti, sarà disponibile, per chi lo vorrà, il “kit del dopo bagnacauda” con dentifricio “Baciami subito”, magnesia, Molecola, grappa Ab selezione, torroncini Barbero.

Novità dell’edizione 2022 è la Bagna Sovrana con la possibilità di proporre un menu completo con la bagna cauda al centro e altre portate. In questo caso il prezzo al pubblico varia a seconda della proposta. Alcuni locali offrono la possibilità di concludere la bagna cauda secondo tradizione con un uovo cotto direttamente nel fujot “spolverato” da una grattatina di tartufo bianco d’Alba. Il prezzo di questa aggiunta andrà in base alle quotazioni del mercato dei tartufi bianchi.

Sono già online sul sito, i primi 10mila posti a tavola. Si prenota direttamente telefonando o mandando una mail al ristorante.

Bagna cauda: cos’è?

La bagna cauda è una preparazione tipica piemontese a base di aglio, acciughe dissalate e deliscate, cotta a fuoco lento in olio d’oliva, riducendo il tutto a salsa. Si consuma intingendovi diversi tipi di verdure di stagione solitamente divise tra crude e cotte (cardi, cipolle cotte al forno, peperoni crudi o abbrustoliti, foglie di cavolo crude, cavolfiori, topinambur, barbabietole, patate cotte a vapore, ravanelli, rape e tante altre ancora).

Col trascorrere dei secoli si sono diffuse diverse varianti rispetto alla ricetta originale, che rimane però la più diffusa. Secondo quanto depositato dalla delegazione astigiana dell’Accademia Italiana della Cucina nel 2005, la ricetta ufficiale prevede una testa d’aglio a persona, mezzo bicchiere di olio extravergine d’oliva per ogni persona e 50 grammi a testa di acciughe rosse di Spagna e un eventuale pezzetto di burro da aggiungere a fine cottura.

La storia

La storia di questo piatto è molto antica. Nasce da un atto di furbizia degli abitanti del basso Piemonte. Anticamente, qui, il sale arrivava dalle saline della Provenza e delle foci del Rodano per le “vie del sale” che attraversavano le Alpi Marittime. All’epoca però il sale costava parecchio. E allora che si inventarono i commercianti per non pagare i dazi? Riempivano i barili di sale per tre quarti e sulla superficie disponevano un fitto strato di acciughe, pesce povero ed economico, cosicché riuscivano a passare senza problemi le dogane.

Ovviamente la bagna cauda veniva rifiutata dalle classi più abbienti che la consideravano un cibo “rozzo e inadatto a un’alimentazione raffinata”, a causa della presenza eccessiva di aglio.

Sono passati molti secoli da quegli anni, ma la bagna cauda non è solo un piatto povero, rozzo ma un vero rito conviviale che prevede la condivisione del cibo in forma collettiva da parte dei commensali, che lo attingono tutti insieme da un unico recipiente anticamente posto nel centro della tavola in un tegame di terracotta mantenuto in temperatura mediante uno scaldino di coccio riempito di braci vive, la scionfetta.

Bagna Cauda Day 2022: la ricetta originale piemontese

Ingredienti per 12 persone

12 teste di aglio;

6 bicchieri da vino di olio d’oliva + un bicchierino di olio di noci;

6 etti di acciughe rosse di Spagna.

Attrezzatura: un dian di terracotta; una scionfetta o uno scaldino di coccio pieno di braci; in assenza, un fornelletto ad alcool; un cucchiaio di legno; una retina frangifiamma se si cucina con il gas.

Procedimento

Si parte dagli spicchi d’aglio: svestirli e privarli del germoglio, poi tagliarli a fettine.

Porre l’aglio in un tegame di coccio, aggiungere un bicchiere d’olio e iniziare la cottura a fuoco molto basso rimescolando con il cucchiaio di legno e facendo sì che non prenda colore. Aggiungere poi le acciughe dissalate, diliscate, lavate nel vino rosso e asciugate. 

Coprire con il restante olio il tutto e portare l’intingolo a cottura a fuoco lento per circa una mezz’oretta, avendo cura che la bagna non frigga. 

Al termine della cottura si potrà aggiungere, a piacere, un pezzetto di burro freschissimo. 

Versare la bagna negli appositi fornellini di coccio e accompagnarla con le verdure:

  • crude: cardi gobbi di Nizza Monferrato, topinambur, cuori di cavolo bianco, indivia e scarola, peperoni freschi e sotto graspa, cipollotti crudi inquartati e immersi nel vino barbera;
  • cotte: barbabietole rosse, patate lesse, cipolle al forno, zucca fritta, peperoni arrostini.

È tradizione raccogliere alla fine lo “spesso della bagna” strapazzandovi dentro l’uovo.

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