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B. Group “riconquista” Controlli, al via nuova avventura

Concluso l’acquisto dalla multinazionale francese Schneider Electric da parte della holding di partecipazioni di Isabella Seragnoli – La genovese Controlli è la più antica impresa italiana nel settore del risparmio energetico – Può contare su una quota di export del 40% sul fatturato – B. Group promette nuovi investimenti nella società

B. Group “riconquista” Controlli, al via nuova avventura

Una storica azienda genovese torna in mani italiane dopo 15 anni di “dominio”: si tratta della Controlli srl di Sant’Olcese (Genova), la più antica impresa nazionale (fondata nel 1936,) operante nel settore del risparmio energetico. L’ha comprata B.Group, holding di partecipazioni di Isabella Seragnoli (GD), con un’operazione di management buy-out insieme al management dell’impresa stessa, con quote rispettivamente dell’82% e del 18%, dalla multinazionale francese Schneider Electric.
Controlli, specializzata in regolazione, controllo e supervisione di impianti HVAC (riscaldamento e climatizzazione) e di processi termici industriali, ha un fatturato (2010) di 17 milioni di euro, un Ebitda del 16%, una quota di export del 40%, una rete commerciale e di assistenza estesa in 25 paesi, 90 dipendenti in Italia.
“Abbiamo scelto Controlli – dice Orio Pontiggia, direttore generale di B.Group – perché siamo convinti abbia ottime possibilità di sviluppo, in Italia e all’estero. Dentro a un colosso come Schneider era marginale, utile a generare cassa, ma non strategica al punto da attrarre investimenti. Noi vogliamo invece investire in questa società, farne il centro di un polo più ampio nel settore, valutando acquisizioni e alleanze, produttive, distributive, di prodotto e di processo, complementari al core business e offrendole una nuova spinta internazionale. Ci sono piaciuti potenzialità e manager”. Nel ruolo di amministratore delegato rimane infatti Michele Monacelli, mentre la presidenza è assunta da Giancarlo De Martis, numero uno anche di B.Group.
Lo stile della holding controllata da Isabella Seragnoli e partecipata dalla famiglia Vacchi (Ima), nonché dai manager della stessa B.Group, è quello di acquisire piccole aziende con buone potenzialità, bisognose di investimenti prevalentemente per innovare e internazionalizzarsi. Il percorso dura almeno cinque anni e dopo una crescita adeguata le quote vengono normalmente rimesse sul mercato. Oggi B.Group ha sul tavolo diversi dossier aperti, per ulteriori acquisizioni. “C’è molto in vendita – spiega Pontiggia – magari sono società come questa, che hanno bisogno solo di un po’ di investimenti per mettere a frutto le loro potenzialità o di aziende alle prese con un difficile passaggio generazionale, oppure ferme perché non riescono a internazionalizzarsi, prive come sono di massa critica o di dirigenti che parlino l’inglese”. La crisi attuale non spaventa B.Group: “Chi si muove sui mercati internazionali con prodotti innovativi e di qualità non sta vivendo una fase negativa. La crisi è soprattutto politica e finanziaria. Sul mercato c’è molto da comprare e noi siamo convinti valga la pena di continuare a investire in industria in Italia. Non tutto si può fare in Cina, soprattutto quando i prodotti sono personalizzati, come accade a molte imprese che controlliamo. Ci piace scommettere su aziende con queste caratteristiche, perché il nostro mestiere è quello degli imprenditori”.
In portafogli B.Group in questo momento ha sette società, da Sirio, che gestisce una flotta di 25 aerei privati e 7 elicotteri (erano 4 gli aerei nel 2001), 100 piloti e 70 tecnici (seconda solo ad Alitalia), 70 milioni di fatturato, a Zephir di Modena, leader mondiale nei “locotrattori”, per la logistica strada-rotaia, con 15 milioni di fatturato. Accanto a questi investimenti in imprese B.Group, con alcuni soci, ha tentato dapprima la creazione di un fondo in arte, ma i vincoli posti da Bankitalia hanno fatto cambiare strada alla holding che ha scelto di creare una società, la Art Capital Partners, semplicemente per acquisire opere (100 ad oggi) da valorizzare e rivendere. “Siamo nella fase della valorizzazione – spiega Pontiggia – per questo stiamo facendo girare le nostre opere per mostre e musei”. Una scelta d’investimento, in questa fase, più attraente della Borsa.

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