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Autostrade, M5S in forcing per revoca concessioni

Un report del ministero delle Infrastrutture parla di “grave inadempienza” di Autostrade per il crollo del Ponte Morandi, ma la società potrebbe ottenere il pagamento di penali

Il “grave inadempimento” di cui Autostrade è responsabile annulla le clausole del contratto che prevedono il pagamento di penali in caso di chiusura anticipata dell’accordo. In sintesi: lo Stato può revocare la concessione al gruppo senza versare un euro di risarcimento. È quanto si legge nella relazione della commissione tecnica istituita dal ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, lo scorso 29 marzo.

Non solo: la revoca della concessione potrebbe non rguardare solo la Liguria, ma estendersi all’intera rete autostradale, perché il crollo del ponte Morandi lascia presupporre “gravi lacune del sistema di manutenzione che si possono ritenere sussistenti su tutta la rete autostradale”, prosegue la relazione.

Il ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, insiste dunque sulla necessità di revocare unilateralmente la concessione: “Noi ci stiamo muovendo nel rispetto del contratto di concessione e nel solco dei contratti in essere – ha detto – Andiamo avanti come un treno”.

Autostrade, però, non accetterebbe la revoca unilaterale senza combattere. Fonti vicine al dossier spiegano che è giuridicamente scorretto dare per scontato che il crollo del Ponte Morandi sia conseguenza della cattiva manutenzione. Il processo è ancora alle prime battute: non c’è stato neanche l’incidente probatorio.

Se il Tribunale darà ragione alla società, le clausole risarcitorie per il ritiro anticipato della concessione scatterebberoo eccome. La commissione non quantifica la cifra, ma nei giorni scorsi lo hanno fatto Mediobanca e altri analisti, parlando di 22-25 miliardi di euro.

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