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Austria e Spagna frenano l’euro, petrolio e Borse in tensione

La svolta anti-Ue dell’Austria e l’ora della verità sulla Catalogna pesano sull’euro che scende sotto 1,18 sul dollaro mentre i prezzi del petrolio si infiammano per gli scontri nel Kurdistan – Ancora in rally le Borse asiatiche – Gli occhi di Piazza Affari su Telecom Italia, su Banco Bpm e sulla Cattolica

L’attenzione dei mercati si sposta verso Oriente. Prima tappa, Kirkuk, grande centro petrolifero nel cuore del Kurdistan. L’esercito iracheno ha sferrato un violento attacco contro i peshmerga del Kkr che controllano i pozzi  già difesi contro l’ Isis. E’ la risposta al referendum sull’indipendenza votato a stragrande maggioranza dai curdi. Il conflitto tra i due alleati degli Usa ha già infiammato i prezzi del petrolio: il brent tratta a 58 dollari, il wti attorno a 52, entrambi in crescita dell’1,5 % circa.

CINA, PIL VERSO IL 7%, FREDDI I PREZZI AL CONSUMO

Alla vigilia del Congresso del Partito Comunista che prenderà il via mercoledì, l’economia del Drago accelera. Zhou Xiaochuan, il governatore della banca centrale ha detto a Washington che il Pil chiuderà l’anno con una crescita attorno al 7%, in accelerazione sia rispetto all’ultimo trimestre che agli obiettivi del piano. Buone nuove anche dall’inflazione: salgono i prezzi alla produzione +6.9%, grazie al rally dell’acciaio. Ma i prezzi al consumo segnano il passo, solo +1,6%.

Oltre a confermare la leadership di Xi Jingping, il Congresso cinese detterà le linee strategiche della politica e del business della seconda economia del pianeta per i prossimi cinque anni. Subito dopo il Congresso si terranno le elezioni del comitato centrale da cui emergeranno i sette uomini chiave (tra cui senz’altro il presidente) che dovranno guidare le riforme e la lotta all’inquinamento, ormai l’emergenza numero uno. I dati sull’inflazione, completano un quadro sostanzialmente positivo: la Borsa di Shanghai è in moderato rialzo +3%, così come Hong Kong.

TOKYO ANCORA IN RALLY TORNA AI LIVELLI DI 21 ANNI FA

A sei giorni dalle elezioni continua l’ascesa della Borsa di Tokyo +0.9%, in rialzo da sei sedute (+3,6%) ai massimi dal novembre 1996. Gli elettori dovranno scegliere se confermare il premier Shinzo Abe oppure se scegliere la sindachessa di Tokyo Yukio Koike, sotto cui si è coagulato il fronte delle opposizioni.

In terreno positivo gli altri listini dell’area Asia Pacific, tornati ai livelli del 2007. La Borsa della Corea del Sud è in rialzo dello 0,1%, dal +3,3% della scorsa settimana. L’indice BSE dei mercato azionario dell’India sale dello 0,7%: +2,6% la scorsa settimana.

L’AUSTRIA VOTA A DESTRA. MONETA UNICA SOTTO 1,18

Austria, Catalogna, Brexit. I problemi dell’Eurozona si riflettono sull’euro, stamane di poco sopra 1,18 sul dollaro. 

Soffia da Est il vento gelido del populismo nazionalista. Sebastian Kurz, 31 anni, astro nascente della destra, con il 31.7% dei voti, sarà il nuovo cancelliere austriaco alla testa di un governo segnato dalla massiccia presenza del Partito della Libertà, xenofobo e con non celate simpatie per il passato hitleriano.

Tiene ancora banco anche la partita catalana. Alle 10 di stamane scade l’ultimatum di Madrid al presidente della Generalitat Carlés Puidgemont sulla dichiarazione di indipendenza.

Mercoledì il consiglio europeo dovrà dire se i negoziati con il Regno Unito sulla Brexit hanno  registrato abbastanza progressi da render possibile un accordo entro due anni. In caso (probabile) di risposta negativa diventerà tangibile il rischio di un’uscita senza intese.   

Prendono il via oggi le trattative per la formazione del nuovo governo tedesco. Nel Land della Bassa Sassonia i socialisti del governatore uscente hanno vinto con il 37,2%, +4,6% rispetto alle precedenti consultazioni. La CDU di Angela Merkel ha perso il 2% a 34%. In forte calo i verdi ed i liberali, una sconfitta che rende più problematica la formazione di una coalizione tra questi tre partiti al parlamento nazionale. Il partito anti immigrati ed anti Europa, AFD è arrivato al 6%.

BCE, IN ARRIVO IL COMPROMESSO SUL QE

Intanto Mario Draghi, a pochi giorni dal meeting della Bce sui tassi della prossima settimana, cerca di non finire nella trappola delle polemiche tra Autorità di Vigilanza, guidata dalla francese Danielle Nouy, Parlamento Europeo e Stati (Italia sul testa) a proposito dello smaltimento delle sofferenze. E’ ancora in corso la consultazione, ha detto, in attesa delle decisioni sul tema che sono previsti per dicembre.

Nel frattempo la Bce dovrà annunciare la strategia per una ritirata morbida dal Qe, invocata dalla Bundesbank e comunque anticipata dall’aumento della forbice tra i tassi di Italia e Spagna rispetto ai Bund. Le ultime indiscrezioni in arrivo dalle agenzie internazionali parlano di una conferma del Qe (vibratamente difeso da Draghi a Washington) per un periodo di 9-12 mesi ma ad un tasso di acquisti più modesto (da 25 a 40 miliardi al mese).

Anche in Europa è iniziata la sfilata dei conti societari: in settimana tocca a Nestlé, Unilever e Renkit Benckiser.

IN ARRIVO 60 TRIMESTRALI USA: ATTESA PER NETFLIX

Entra oggi nel vivo infatti la campagna delle trimestrali Usa: in settimana arriveranno i dati trimestrali di 6 società dell’indice S&P 500. Molta attesa oggi per i conti di Netflix , in grande evidenza venerdì dopo aver superato i 200 milioni di abbonati. Alla ribalta anche le trimestrali di Goldman Sachs e Morgan Stanley ma anche, tra gli altri, i conti di Verizon e General Electric.

In attesa delle decisioni di Donald Trump sul futuro della Fed. Janet Yellen (improbabile una sua riconferma) ha detto che il rafforzamento dell’economia garantisce “aumenti graduali dei tassi di interesse”, che si aspetta “che l’inflazione torni a salire” e che l’attuale debolezza “non continui”. In settimana toccherà ad alcuni dei membri più influenti della Fed: William Dudley di New York, il vice Stanley Fischer, Robert Kaplan di Dallas e Neel Kashkari di MInneaplis, il leader delle colombe. In discussione le scelte future sui tassi a fronte di un’inflazione che, per ora, non si schioda .

Sul fronte macro, da seguire l’indice Empire Building Manufacturing, relativo alla congiuntura del Nord Est. Ma l’appuntamento più importante è con il Beige Book, l’indicatore più fedele della congiuntura americana.

CALENDA: OGGI LE MISURE SU TELECOM

Stamane il Consiglio di ministri, già convocato per l’approvazione della legge di bilancio 2018, esaminerà anche la questione del ‘golden power‘ nell’ambito della vicenda Telecom-Vivendi. Ad annunciarlo è stato ieri lo stesso ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda. “L’Italia – ha detto- beneficia degli investimenti esteri, portano valore – ha chiarito Calenda – ma d’altro canto quando si viene si rispettano le regole del Paese. Se c’è un controllo lo si dichiara, se c’è da fare una notifica al Governo lo si fa o si viene sanzionati. Il tema è la strategicità della rete, non solo la telefonia ma tutta l’industria 4.0”. “Esiste anche un problema di sicurezza”, ha  aggiunto Calenda facendo riferimento a Sparkle e sollevando il tema della separazione della rete.

Uscirà venerdì il Bollettino Economico della Banca d’Italia. Nello stesso giorno uscirà l’aggiornamento del rating Italia da parte di Fitch.  

SOTTO I RIFLETTORI BANCO BPM  E CATTOLICA

In Piazza Affari, oltre alla vicenda Telecom, l’attenzione sarà concentrata sulla scelta del partner di bancassurance da parte di Banco Bpm, prevista per domani. In corsa ci sono l’inglese Covea e la Cattolica Assicurazioni. Nel caso di successo della compagnia di Verona, il mercato dà per scontato un aumento di capitale dell’istituto di cui Warren Buffett è diventato da pochi giorni il primo socio. Assai probabile, in questo caso, la trasformazione della cooperativa in spa e la cancellazione del  voto capitario.   

“40 IPO IN PIAZZA AFFARI NEL 2017”

Piazza Affari ha chiuso la passata settimana con una variazione modesta: indice Ftse Mib +0,1%-

Il 2017, però, si avvia ad essere il migliore degli ultimi dieci anni per la Borsa Italiana, e non solo in termini di performance. Parola del numero uno di Borsa spa, Raffaele Jerusalmi. ‘Sono gia’ state fatte 30 ipo e andiamo verso le 40 per fine anno: una decina di quotazioni dovrebbero avvenire sull’Aim, due probabilmente sull’Mta, anche se nel caso del mercato principale è sempre  difficile fare previsioni”. Fino a oggi, ha indicato Jerusalmi, le imprese di Piazza Affari sono riuscite a raccogliere attraverso il mercato circa 17,7 miliardi di euro.

 

    

 

 

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