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Asta Bot a 6 e a 12 mesi: crollano i rendimenti

Il Tesoro ha collocato tutti gli 8,5 miliardi di Bot a 12 mesi nell’asta di oggi con rendimenti in picchiata al 2,735% dal 5,952% dell’ultima asta – Bene anche l’asta sui Bot a sei mesi – Piazza Affari guida l’Europa, lo spread scende sotto i 480 punti – Ok anche l’asta spagnola – Oggi primo direttorio Bce – Recupera Unicredit.

Asta Bot a 6 e a 12 mesi: crollano i rendimenti

Il ministero dell’Economia ha collocato oggi Bot a 12 mesi a un tasso del 2,735%, in deciso ribasso rispetto alla precedente asta del 12 dicembre, quando il rendimento offerto era stato del 5,95%. Assegnati per intero gli 8,5 miliardi di Bot messi in asta. Forte la domanda: sono state ricevute richieste per 12,523 miliardi.

Bene anche l’asta di titoli di Stato spagnoli: Madrid ha collocato 9,98 miliardi di Bonos a 3 e 4 anni, rispetto a un target indicato di 5 miliardi. Rendimenti in calo.

Intanto Milano è maglia rosa tra le Borse europee con un rialzo del 2,64%. Continua la caduta in picchiata dello spread: ora a quota 476 punti base. 

MONTI DALLA MERKEL

Missione compiuta. Mario Monti torna da Berlino dopo aver ottenuto da Angela Merkel un’apertura di credito piena per l’operato del suo governo ma anche l’impegno tedesco ad impegnarsi sia per rafforzare il fondo permanente salva Stati che gli acquisti di titoli degli Stati a rischio da parte della Bce. In linea con l’appello di David Riley, responsabile dei trading sul debito sovrano di Fitch, la Bce, ha detto, deve tornare al più presto a comprare titoli di Stato dei Paesi dell’Italia, l’unica maniera per impedire un “catastrofico” collasso dell’euro.

Un appello del genere sembra fatto apposta per seminare nuove paure. Ma, al contrario, ieri è proseguito il ritorno di fiducia degli investitori verso i governativi dei Paesi europei pericolanti. Il rendimento del Btp a 10 anni è sceso di 11 punti base al 6,69%. Ben più importante è il miglioramento sulle scadenze brevi: il rendimento del Btp a 2 anni è sceso al 4,61% (-24 punti base) e quello del titolo con scadenza a 1 anno al 3,33% (-36 punti base).

Londra ha chiuso in ribasso dello 0,65%, Parigi dello 0,45%. Milano, grazie alla spinta delle banche, si è mossa in controtendenza: l’indice FtseMib ha chiuso in rialzo dello 0,25%.

Ma l’altro dato rilevante della giornata, vigilia del primo direttorio della Bce nel 2012, è la ritirata dell’euro, scivolato nei confronti del dollaro a 1,268, da 1,276 di ieri sera. Una novità che non spaventa Mario Draghi: i dati della produzione industriale tedesca nel quarto trimestre (in frenata) e il taglio delle stime di crescita dell’eurozona nel terzo trimestre (da 0,2 a 0,1%) fanno desiderare una svalutazione competitiva nei confronti della moneta Usa e le divise asiatiche.

Il Beige book della Fed ha confermato la ripresa dell’economia Usa anche se le prospettive del mercato immobiliare restano “stagnanti”. Wall Street, ormai proiettata sulla stagione delle trimestrali, ha accolto le indicazioni dell banca centrale senza particolare emozione: Dow Jones – 0,10%, S&P’500 +0,03, Nasdaq +0,31%

A Milano hanno rialzato la testa le banche. All’indomani della nomina di Piero Montani alla carica di amministratore delegato, Banca Popolare di Milano è salita del 9,4%. Nomina di un nuovo ceo anche per la Banca Popolare dell’Emilia Romagna, in rialzo del 4%. Ieri la banca emiliana ha comunicato che il direttore generale Luigi Odorici prenderà il posto di Fabrizio Viola, e diventerà il nuovo direttore generale. Monte Paschi ha guadagnato il 5,3%.

Unicredit ha perfezionato il recupero dopo la caduta a piombo della precedenti sedute, ed è salita del 5,5% a 2,55 euro, il diritto alla sottoscrizione dell’aumento di capitale ha guadagnato il 36% a 1,16 euro. Intesa Sanpaolo +1,5%, Banco Popolare +4,4%, Mediobanca -0,2%. Lieve rialzo per Generali +0,2%. Rimbalzo per Unipol +4,5% e Fondiaria Sai +1%.

In forte calo Atlantia -3,2% All’apparenza la holding che controlla Austostrade per l’Italia, la prima concessionaria autostradale italiana, è penalizzata dai timori di una revisione degli automatismi sulle tariffe: la settimana scorsa l’Antitrust ha mandato una lettera al governo e al Parlamento nella quale sollecita una revisione dei meccanismi sul calcolo dei pedaggi autostradali, in particolare chiede che gli aumenti non siano più indicizzati all’inflazione.

Il gruppo Benetton si consola con Autogrill +3,6%. Il gruppo della ristorazione ha comunicato di avere esteso la partnership con Starbucks in Europa. Nel corso dell’anno, si legge in una nota, Autogrill introdurrà per la prima volta il marchio del caffé di Seattle in Francia e Olanda.

La partnership con Starbucks iniziò nel 1991 negli Stat Uniti e ad oggi Autogrill gestisce circa 370 locali (352 in Nord America e 15 in Europa) che nel 2010 hanno generato ricavi per oltre 450 milioni di dollari. Nel settore delle utility in calo Enel -1% e Snam -1%. Tra gli industriali in caduta Pirelli -4,5%. Goodyear , il principale produttore di pneumatici in Usa, ha annunciato un calo della domanda globale di pneumatici.

Fiat -2,6%: Sergio Marchionne, intervistato dal Financial Times, conferma di essere interessato a trovare un partner in Europa con cui condividere gli investimenti nel settore delle macchine a bassa cilindrata “dove si perdono ancora soldi”. “In questo business piccolo non è bello, soprattutto se operi in un mercato di massa” aggiunge citando il caso Fiat ma riferendosi anche a Peugeot e Renault. Il titolo dell’articolo è esplicito: “Marchionne: i costruttori devono fondersi tra loro”. Tre anni dopo riparte il film dell’oeprazione già tentata con Opel. Ma stavolta Marchionne ha dalla sua l’esempio vincente di Chrysler.

In rally Finmeccanica +5,8% sulle indiscrezioni secondo le quali il gruppo avrebbe programmato interventi di drastica ristrutturazione della controllata Ansaldo Breda, mirati soprattutto a ridurre il costo del lavoro. Eni -0,6%. Luxottica +2,6%, il leader mondiale dell’occhialeria è stato promosso da Barclays. Fra le mid-cap, forte rialzo di Beni Stabili +7%.

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