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Georgia: caos e proteste contro la legge anti-influenze straniere che mette a rischio l’adesione all’Ue. Ecco cosa sta succedendo

La Georgia è scossa da proteste contro una legge “anti influenze straniere” che limita le attività di Ong e media finanziati dall’estero. Una legge vista da molti come simile a quella russa utilizzata per limitare la democrazia. A rischio c’è l’adesione del Paese caucasico nell’Ue

Georgia: caos e proteste contro la legge anti-influenze straniere che mette a rischio l’adesione all’Ue. Ecco cosa sta succedendo

È caos in Georgia dove oltre 60 persone sono state arrestate a Tbilisi durante le proteste contro una legge controversa, vista da molti come simile a quella russa, che metterebbe a rischio la democrazia e l’iter di adesione del paese caucasico all’Ue. La legge richiederebbe che media e Ong si registrino come “soggetti all’influenza straniera” se ricevono più del 20% dei loro finanziamenti dall’estero. Per il governo, la legge è considerata uno strumento essenziale per garantire la trasparenza e proteggere la sovranità nazionale.

Il Parlamento georgiano, guidato dal partito al potere “Sogno georgiano”, ha approvato la legge in seconda lettura con 83 voti a favore e 23 contrari. Manca ora solo un terzo voto, previsto per maggio, per essere definitivamente adottata.

La presidente della Georgia, Salome Zourabichvili, fermamente contraria al testo e con diritto di veto, ha già annunciato la sua intenzione di non promulgare la contestata legge. Tuttavia, secondo la costituzione georgiana, il Parlamento può superare il suo veto con una maggioranza qualificata di 76 voti, una maggioranza che l’attuale coalizione di governo possiede.

Prima e durante la discussione della legge, migliaia di manifestanti, contrari alla legge si sono riuniti per protestare. La polizia ha utilizzato cannoni ad acqua, gas lacrimogeni e granate stordenti per disperdere i manifestanti a Tbilisi, che si erano radunati fuori dal Parlamento. I manifestanti hanno risposto lanciando uova e bottiglie agli agenti prima di spostarsi in viale Rustaveli, principale strada della Capitale, dove hanno eretto barricate e protestato contro la legge, rivolgendo insulti ai poliziotti.

Il leader del partito di opposizione Movimento Nazionale Unito, Levan Khabeishvili, ha pubblicato una foto su X con il volto insanguinato e un occhio nero, affermando di essere stato portato via e picchiato dalla polizia, secondo quanto riportato dall’agenzia Reuters.

La Presidente georgiana ha condannato duramente la repressione della polizia durante le proteste, definendola “totalmente ingiustificata, non provocata e sproporzionata”

Cosa prevede la legge anti influenze straniere

La legge proposta, nota anche come “legge sugli agenti stranieri”, richiederebbe a Ong e media che ricevono più del 20% dei loro finanziamenti dall’estero di registrarsi come “organizzazione che persegue gli interessi di una potenza straniera”, limitandone in sostanza le attività nel Paese. Il governo conservatore, guidato dal partito Sogno Georgiano, sostiene che la trasparenza sia necessaria per la salvaguardia dell’identità nazionale.

“Non sono in grado di indicare nemmeno un motivo per cui questa legge sia russa o cattiva” ha dichiarato il capogruppo del partito in Parlamento, Mamuka Mdinaradze.

“Vi prometto che supereremo tutte le avversità, rafforzeremo la nostra sovranità, manterremo la pace, rilanceremo l’economia georgiana e diventeremo parte dell’Ue nel 2030” ha detto l’oligarca Bidzina Ivanishvili, fondatore del partito “Sogno Georgiano”. Ivanishvili, 68 anni, continua a detenere un’enorme influenza in Georgia non solo per il suo straordinario patrimonio di 6,4 miliardi di dollari, superiore al bilancio statale, ma anche per il ruolo chiave che ricopre nel panorama politico. Nel 2012, fondò il partito Sogno georgiano, dopo aver accumulato ricchezza in Russia prima di tornare in patria. Attualmente, Ivanishvili è presidente onorario del partito, mentre la presidenza è detenuta da Irakli Garibashvili. L’ex primo ministro Irakli Kobakhidze ha assunto il ruolo di presidente a gennaio, mentre l’ex calciatore Kakha Kaladze è il segretario generale del partito e sindaco di Tbilisi.

Questa misura, secondo molti critici, è stata ispirata a una legge russa utilizzata per reprimere le voci dissidenti e opprimere la società civile. Una prima versione del testo, presentata a febbraio 2023 era sta abbandonata a seguito del nascere delle proteste di massa. La legge è stata così rivista, sostituendo il termine “agente di influenza straniera” con “organizzazione che promuove gli interessi di una potenza straniera” ma mantenendo intatti gli altri contenuti.

Georgia: una crisi simile a Maidan

La legge è diventata così oggetto di conflitto tra i cittadini che vogliono entrare nell’Ue e le autorità. I leader georgiani hanno però assicurato che, secondo loro, la controversa legge non ostacolerebbe l’adesione della Georgia all’Unione Europea, ribadendo il loro impegno per l’integrazione europea: “diventeremo parte dell’Ue” ribadiscono i leader della Georgia. “Chiediamo all’Ue di mostrare il dovuto rispetto nei confronti della società georgiana e di aprire i negoziati di adesione quest’anno. Questa è la richiesta della società georgiana, questo è ciò che il popolo e lo Stato meritano”, ha detto il premier georgiano, Irakli Kobakhidze.

Tuttavia, i critici temono che la legge, equiparata alle misure autoritarie russe, possa influenzare negativamente il processo di adesione. “Ci opponiamo a tutto ciò che ci separa dall’Unione europea”, ha dichiarato uno dei giovani leader del movimento contro il disegno di legge.

Nonostante la Georgia abbia ottenuto lo status di candidato all’UE lo scorso dicembre, i vertici di Bruxelles hanno, infatti, espresso preoccupazione riguardo a questa nuova legge.

La crisi attuale richiama alla memoria gli eventi dell’Ucraina prima della rivoluzione di Maidan del 2014, che segnò la sconfitta di coloro che non desideravano un riavvicinamento di Kiev all’Europa.

Ue in coro: violenza è inaccettabile

L’alto rappresentante per la politica estera europea, Josep Borrell, ha condannato l’uso della forza contro i manifestanti a Tbilisi, definendolo inaccettabile. Ha sottolineato che la Georgia, in quanto paese candidato all’adesione all’Unione Europea, deve rispettare il diritto di riunione e di espressione. Borrell aveva già in precedenza esortato i leader politici georgiani a ritirare il progetto di legge sulle influenze straniere, poiché contrario ai valori e alle norme dell’UE.

Anche la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha condannato la violenza nelle strade di Tbilisi, affermando che il popolo georgiano desidera un futuro europeo e che la Georgia deve continuare sulla sua rotta verso l’Europa.

“Seguo con grande preoccupazione la situazione in Georgia e condanno la violenza nelle strade di Tbilisi. Il popolo georgiano vuole un futuro europeo per il proprio Paese. La Georgia è a un bivio. Deve mantenere la rotta verso l’Europa” così su X la presidente della Commissione Europea.

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