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AI cambierà anche il mondo del lavoro: Marco Bentivogli spiega rischi e opportunità

Una approfondita analisi di Marco Bentivogli esplora il tema dell’intelligenza artificiale nel suo impatto sul mondo del lavoro: molti posti di lavoro scompariranno ma molti altri se ne creeranno

AI cambierà anche il mondo del lavoro: Marco Bentivogli spiega rischi e opportunità

In un ampio articolo su Il Foglio della settimana scorsa, Marco Bentivogli, il più brillante dei sindacalisti italiani dell’ultimo decennio che la Cisl a guida Furlan ha irresponsabilmente indotto tempo fa alle dimissioni da leader dei metalmeccanici, ha analizzato a fondo l’impatto dell’intelligenza artificiale, in particolare del modello di linguaggio GPT-3.5, sul mondo del lavoro con la possibile comparsa di nuove figure professionali chiamate “operAI“.

L’avvento di modelli di intelligenza artificiale come GPT-3.5 ha aperto nuove prospettive nell’automazione di compiti legati al linguaggio naturale. ChatGPT, in particolare, è un’entità virtuale in grado di comprendere e generare testo in modo fluido e coerente, aprendo la strada a diverse applicazioni in molti settori professionali.

Intelligenza artificiale: l’impatto sul mondo del lavoro

Bentivogli evidenzia che l’automazione e l’intelligenza artificiale hanno storicamente portato alla scomparsa di alcuni posti di lavoro. Ricorda infatti che negli Stati Uniti l’Osservatorio sull’AI dell’università della Pennsylvania stima che almeno l’80% dei lavoratori vedrà la propria professione alterata dall’AI. Tuttavia, l’autore sostiene che l’integrazione di questi nuovi strumenti potrebbe anche creare nuove opportunità. In particolare, propone il concetto di “operAI”, inteso come una figura professionale specializzata nell’utilizzo delle intelligenze artificiali, compreso il monitoraggio, la manutenzione e l’ottimizzazione di tali sistemi.

Secondo Bentivogli, gli operAI saranno chiamati a collaborare con le intelligenze artificiali per svolgere compiti che richiedono una combinazione di competenze umane e automatizzate. Ad esempio, potrebbero lavorare nell’analisi dei dati, nell’ottimizzazione dei processi aziendali o nella gestione dei sistemi di intelligenza artificiale stessi. La sfida è dunque di imparare da subito a padroneggiare le competenze che l’AI non ha: dare le corrette istruzioni e fare le giuste domande.

Regolamentazioni necessarie ma solo se efficaci

L’autore riconosce che la transizione verso un futuro lavorativo basato sull’intelligenza artificiale comporterà sfide e cambiamenti significativi. Sarà necessario sviluppare competenze specifiche per lavorare con tali tecnologie e garantire che l’automazione sia inclusiva ed equa. Inoltre, dovranno essere affrontate questioni etiche riguardanti l’uso delle intelligenze artificiali e la tutela dei diritti dei lavoratori. Bentivogli ricorda infatti che in Italia ChatGPT è stato bloccato per un periodo di tempo e in Europa la preoccupazione principale è che l’AI non garantisca il rispetto della normativa sul Gdpr. È importante però che le regolamentazioni siano realistiche, adottabili e dunque efficaci. Il pericolo nel bloccare le AI in Europa è quello di restare poi troppo indietro rispetto ad altri Paesi che invece hanno saputo approfittare di queste tecnologie per usarle a loro vantaggio.

Cosa aspettarsi in futuro dall’intelligenza artificiale?

Il messaggio principale è quindi che l’intelligenza artificiale, rappresentata da modelli come ChatGPT, sta ridefinendo il mondo del lavoro. Tuttavia, se gestita correttamente, potrebbe aprire nuove opportunità di occupazione e consentire la creazione di figure professionali come gli operAI, che sfrutteranno le potenzialità dell’intelligenza artificiale per migliorare i processi e promuovere la collaborazione tra umani e macchine. Le regolamentazioni imposte dai governi dovranno tenere in considerazione che l’AI continuerà ad evolversi, ed è meglio imparare ad usarla correttamente invece di bloccarla senza successo.

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