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Agricoltura post Covid: i finanziamenti, opportunità di rilancio

Maggior respiro per i programmi ecosostenibili. Si applica una norma del Decreto liquidità, mentre manca l’accordo sulla ripartizione dei fondi per lo sviluppo rurale.

Agricoltura post Covid: i finanziamenti, opportunità di rilancio

A piccoli passi, aiutati dallo Stato. Per superare le emergenze provocate dal Covid e continuare a crescere in campagne libere da fitofarmaci. Le imprese agricole e agroalimentari possono ottenere finanziamenti sino a 10 anni per importi superiori a 30 milioni di euro . Sul totale richiesto ci sarà anche una garanzia gratuita al 70 % dalle banche. Va a regime così una norma prevista nel Decreto liquidità. La notizia arriva direttamente dal Ministero delle Politiche agricole in giornate di particolare tensione nella filiera agroalimentare. Le richieste di aiuti al governo in vista della riapertura completa di bar e ristoranti hanno provocato sit in e manifestazioni in diverse zone del Paese. Ma le proteste in realtà riguardano richieste di interventi per consolidare risultati di qualità e far salire ancora l’export già vicino ai 50 miliardi di euro.

La concessione dei finanziamenti agevolati non è in contrasto con le direttive europee sui cosiddetti aiuti di Stato.  Si deve all’Ismea il dialogo con la Commissione europea per non incorrere in sanzioni nel momento in cui sarebbe avvenuto il lancio dell’iniziativa.

Giuseppe L’Abbate, della Commissione agricoltura della Camera, spiega che i prestiti con garanzia dello Stato «rappresentano una concreta opportunità di rilancio per le imprese che scontavano un problema legato alla loro durata, fissata dalla Commissione Ue a 6 anni».

Un tempo evidentemente troppo breve per impostare programmi e fare investimenti soprattutto sulle produzioni sostenibili. I successi dell’agroalimentare italiano anche durante la pandemia sono stati resi possibili da politiche mirate e dalla diffusa partecipazione degli agricoltori ai programmi ecosostenibili. Non tutto è stato facile, come si vede ancora in queste settimane di preparazione del Recovery plan e del dibattito a Bruxelles sulla Politica agricola comunitaria. La sfida ecosostenibile sarà appannaggio di chi ha più risorse a disposizione per questo forse a Bruxelles non hanno sollevato obiezioni alle decisioni italiane.

L’attuazione del provvedimento del Decreto liquidità si sposta ora sul versante bancario. L’Abi ha emanato una circolare per informare le banche ed agevolare le operazioni sui territori.  Analogo sistema di sostegni potrebbe essere messo in campo a breve anche dal Fondo di Garanzia del Mediocredito Centrale che durante la pandemia ha già staccato assegni per più di 2,5 miliardi di euro.

Intanto sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale si sta consumando una rottura tra Regioni, governo ed imprese agricole. In Conferenza Stato – Regioni non è stata raggiunta l’intesa sulla ripartizione di fondi che dovrebbero aiutare la ripartenza nei comparti che sono più ansiosi di scalare le classifiche. Quelli ecosostenibili sono ai nastri di partenza sia al Nord che al Sud. Per superare gli ostacoli la Regione Piemonte, per esempio, ha chiesto a Draghi di confermare   la proposta di riparto formulata in un primo momento dal ministro Patuanelli. 15 Regioni l’avevano condivisa , per cui è da pensare che a breve anche quest’altro strumento sarà a disposizione dei territori

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