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Agricoltori in piazza anche in Italia. Cortei contro l’Unione europea, ma non è come in Germania

Le proteste organizzate nel nostro Paese hanno pochi contenuti in comune con la mobilitazione tedesca dei trattori. La destra ne vuole approfittare

Agricoltori in piazza anche in Italia. Cortei contro l’Unione europea, ma non è come in Germania

Bologna, Frosinone, Latina, Caserta sono alcune delle città dove oggi ci sono state manifestazioni degli agricoltori contro le politiche agricole dell’Europa. A Bologna un centinaio di trattori ha sfilato per le strade della città a imitazione di quello che accade in Germania ormai da giorni.

Agricoltori, le proteste di piazza

Le manifestazioni sono state organizzate dal Comitato degli Agricoltori Traditi che hanno annunciato altre iniziative per i prossimi giorni. Nel mirino della protesta c’è di tutto: la politica agricola europea, le confederazioni agricole, le banche, le tasse. Un elenco generico di cose che non vanno. “Siamo al disastro, tasse, accordi internazionali anche bilaterali con Paesi che permettono di portare qui merci a pezzi stracciati, ci stanno uccidendo e non abbiamo più rappresentanze sindacali”, ha detto Danilo Calvani, leader del Comitato.

La mossa della Lega

Sembra di rivivere il movimento dei forconi di qualche anno fa con una lista di richieste attualizzata e di improbabile successo. È il caso di ricordare che l’Italia ha avuto approvati piani agricoli strategici sostenibili per 26 miliardi di euro. Un post su Facebook di Matteo Salvini ieri ha dato sostegno al malessere arrivato oggi in piazza. “La Lega è e sarà sempre al fianco degli agricoltori italiani contro quelle scelte folli che da Bruxelles danneggiano i prodotti, il lavoro e la salute del nostro Paese” ha scritto il Ministro. Una specie di beneplacito ai risentimenti di chi si schiera contro l’Europa, e si sa che ogni cosa che è contro Bruxelles per la Lega è ossigeno elettorale.

In Germania obiettivi chiari

Tuttavia solo la presenza dei trattori in strada ha a che fare con la mobilitazione tedesca. Il governo di Olaf Sholz viene attaccato per l’abolizione dei sussidi per il gasolio agricolo. Ogni ipotesi di accordo per fermare le proteste è stata finora respinta con il gruppo di estrema destra Alternative für Deutschland (AfD) che cerca di appropriarsi delle manifestazioni. Si intuisce che dietro la mobilitazione si gioca una partita europea non estranea alle elezioni di giugno prossimo.

Lo scenario ecologico- ambientalista tratteggiato dall’esecutivo tedesco per ridurre l’uso del gasolio nei campi ha la ragione d’origine nelle politiche di sostenibilità ambientale dell’Ue. In Italia il problema non è ancora all’ordine del giorno. L’alleanza di governo tedesca tra Partito socialdemocratico (Spd), Verdi e liberaldemocratici non può rinunciare a principi che sono alla base dell’accordo di governo.

L’Europa, tuttavia, deve interrogarsi perché, ha detto il deputato Pd Paolo De Castro, “ignorare le richieste e le istanze di agricoltori e produttori, etichettandoli superficialmente come movimenti estremisti, sarebbe un errore. A differenza delle forze populiste, che offrono sempre la soluzione di tornare a come era prima, abbiamo la possibilità di mettere in campo nuove opportunità, dall’intelligenza artificiale alle biotecnologie sostenibili, che potranno contribuire a riallacciare il legame con le nostre comunità rurali”. Il percorso per un’agricoltura di qualità non può ripercorrere strade antiche, per l’Unione deve progredire secondo la Pac 2023- 2027 e la Strategia Farm to Fork. Basta guardare il sito del ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare per rendersi conto di certe strumentalizzazioni.

Ma attenzione, avverte Calvani: “Anche i consumatori avranno un danno, perché non mangeranno prodotti italiani. Siamo allo stremo: si rischia una gravissima crisi alimentare a meno che non cominceremo a mangiare cavallette, vermi e carne sintetica. Qui ci vogliono portare”. 

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